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“Gaza: tutto quello che il mondo ha fatto finta di non vedere” è il titolo dello speciale di MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez, in edicola da sabato 14 giugno, e in libreria e negli store online da venerdì 20 giugno (trova qui l’edicola o la libreria più comoda per te).
Con 32 pagine di immagini, alcune volutamente disturbanti, Millennium vi fa vedere senza sconti la città martoriata dai bombardamenti israeliani seguiti al massacro del 7 ottobre 2023 perpetrato da Hamas. Così come vi fa immergere nella disumana quotidianità degli abitanti, con un lungo diario di Aya Ashour, giovane laureata in diritto internazionale, nota ai lettori del Fatto Quotidiano per le sue corrispondenze dalla città chiusa ai giornalisti stranieri. “Io e i miei amici condividiamo video di cibo su Instagram e ridiamo insieme del dolore della nostra fame”, scrive Ashour. “Mi sono tagliata i capelli lunghi perché non riuscivamo a trovare abbastanza acqua o shampoo per tenerli puliti. La maggior parte delle donne di Gaza ha fatto lo stesso”.
Scampoli di vita minima, scanditi dal terrore di non riuscire a conservare neppure quelli. Come è successo ai circa 200 operatori dell’informazione gazawi uccisi dal 7 ottobre a oggi, una cifra senza precedenti. Giulia Zaccariello ha raggiunto il confine di Rafah con una missione umanitaria e ha raccolto le voci di tanti giornalisti locali. «Quando arriva la notizia di un attacco, ogni giornalista sa che sotto le macerie potrebbe trovare un suo caro», dice per esempio Abed Nasser Abu Oun, che ha lavorato 23 anni dentro la Striscia di Gaza per radio locali e per il quotidiano dell’Autorità nazionale palestinese, Al- Hayat Al-Jadida.
Come si è arrivati a questo? Il 7 ottobre, certo, che però va inquadrato in una crisi che si trascina da decenni. Millennium pubblica un paginone pieghevole che mostra le mappe storiche di Israele e Palestina, in base alle risoluzioni dell’Onu e degli esisti di diverse guerre, e una cronologia per comprenderle a fondo. Sul retro, la distruzione di diversi quartieri, con il prima e il dopo nelle immagini satellitari.
Con inchieste, interviste e approfondimenti, Millennium offre spunti per andare al di là degli steccati ideologici precostituiti. Racconta per esempio le divisioni interne dei palestinesi, i conflitti fra Hamas e Autorità nazionale palestinese. È uno dei temi affrontati da Nancy Porsia in un reportage dalla Cisgiordania, zona di guerra strisciante, dove può capitare persino di essere costretti ad abbandonare il campo profughi in cui si vive: sfollati due volte. Alla pressione dell’esercito israeliano si aggiungono gli abusi dei “coloni-gangster” – così li definisce un intervistato – che “vengono con mazze con coltelli montati all’estremità superiore, bucano le gomme, spaccano i nostri silos di acqua”. Spalleggiati e protetti dai militari.
Ma anche Israele oggi è molto diversa da come viene raffigurata nel circuito politico-mediatico: “Prima l’impronta culturale (e politica) la davano i laici, adesso i rabbini”, spiega David Bidussa, intellettuale autore di diverse opere sull’ebraismo. “È cambiata la composizione della popolazione israeliana: se prima era egemone la componente europeo-americana, da tempo è cresciuta, diventando maggioritaria, una popolazione di origine medio-orientale contrassegnata una religiosità tradizionale intollerante e bellicosa”.
Lo stesso Bidussa, intervistato da Roberto Casalini, afferma che “la politica di Netanyahu molto prossima al genocidio”. Ecco un altro tema di contrapposizione rovente. Per comprenderlo più a fondo, lo studioso Maurizio Delli Santi racconta la storia straordinaria di Raphael Lemkin, il giurista visionario – un ebreo polacco scampato alla Shoah, e che l’aveva pure prevista – che ha ideato la definizione legale di genocidio e ha consumato la vita, fra mille resistenze, perché venisse introdotta nel diritto internazionale.
Ancora, MillenniuM si avventura su un terreno difficile: si può fare satira mentre uomini, donne e bambini muoiono a migliaia? La risposta è sì, come si legge in un lungo articolo di Mario Natangelo – le sue vignette sono un appuntamento quotidiano per io lettori del Fatto – che è andato a scovare i lavori dei colleghi più influenti fra Israele e Palestina.
Questo e altro ancora su MillenniuM in edicola da sabato 14 giugno, con un’ultima segnalazione. La giornalista e grecista Sara Tirrito ci racconta di Gaza capitale della pace e dell’arte diplomatica. Ma era il V secolo dopo Cristo, ai tempi di Giustiniano e dell’impero bizantino.
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