Gaza, due ONG israeliane accusano Tel Aviv di genocidio
“Our genocide“. E’ il titolo dell’ultimo rapporto di B’Tselem, secondo cui Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza secondo i parametri del diritto internazionale. Alla stessa conclusione giunge il report di un altra ong, quello di Physicians for Human Rights. È la prima volta che le organizzazioni israeliane per i diritti umani affermano in via ufficiale che Israele si sta macchiando della distruzione del popolo gazawi e chiedono alla comunità internazionale di intervenire per fermare le atrocità.
Il documento pubblicato da di B’Tselem si apre con una ferma condanna dell’attacco sferrato da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, sottolineando che il gruppo al potere a Gaza si è macchiato numerosi crimini di guerra e probabili crimini contro l’umanità. Ma la risposta di Israele è stata eccezionalmente brutale con “un bombardamento massiccio e indiscriminato di centri abitati” e la “morte di fame di oltre due milioni di persone come metodo di guerra” contro i palestinesi. Gli operazioni delle Israel Defense Forces hanno causato “uccisioni di massa, sia tramite attacchi diretti sia creando condizioni di vita catastrofiche che continuano ad aumentare l’enorme numero di vittime ; gravi danni fisici e mentali all’intera popolazione della Striscia; distruzione su larga scala delle infrastrutture; e distruzione del tessuto sociale, comprese le istituzioni educative e i siti culturali palestinesi”.
Secondo il rapporto – che si basa su una serie di interviste con residenti di Gaza, nonché su rapporti di organizzazioni per i diritti umani, agenzie delle Nazioni Unite, inchieste dei media e pareri di esperti internazionali -, Israele ha anche implementato metodi quali “arresti di massa e abusi sui detenuti nelle prigioni israeliane, che sono di fatto diventati campi di tortura per migliaia di palestinesi detenuti senza processo”, nonché “sfollamenti forzati di massa, compresi tentativi di pulizia etnica, trasformandola in un obiettivo di guerra ufficiale; e un attacco all’identità palestinese attraverso la distruzione deliberata dei campi profughi e tentativi di indebolire l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi”.
“Le dichiarazioni rilasciate da importanti decisori israeliani in merito alla natura dell’attacco a Gaza hanno sempre manifestato intenti genocidi”, afferma il rapporto, che cita le osservazioni dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant che definì la popolazione di Gaza come “animali umani”, la dichiarazione del primo ministro Benjamin Netanyahu del 28 ottobre 2023 secondo cui questa è una guerra contro “Amalek” – un riferimento alla storia biblica del comando di Dio agli Israeliti di annientare il popolo amalecita – nonché dichiarazioni di genocidio rilasciate da giornalisti e personaggi pubblici. Il rapporto conclude che la combinazione della realtà di Gaza e delle dichiarazioni di alti funzionari israeliani li ha portati a “una conclusione inequivocabile: Israele sta adottando misure coordinate per distruggere intenzionalmente la società palestinese nella Striscia di Gaza… e sta commettendo un genocidio contro i palestinesi”.
Un altro rapporto pubblicato lunedì da Physicians for Human Rights – Israel presenta un’analisi giuridica degli aspetti sanitari dell’attacco a Gaza. Il rapporto conclude che Israele sta commettendo il crimine di genocidio, come definito dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio: le azioni di Israele “non sono accessorie alla guerra, ma fanno parte di una politica deliberata che prende di mira i palestinesi come gruppo“. A questo proposito la ong individua tre “atti fondamentali” che soddisfano almeno tre degli atti fondamentali definiti nella Convenzione sul genocidio: “Uccidere membri del gruppo, causare loro gravi danni fisici o mentali e infliggere loro deliberatamente condizioni di vita volte a provocare la distruzione totale o parziale del gruppo”. Per questo “la PHRI sollecita gli organismi internazionali e gli Stati ad adempiere al proprio dovere, ai sensi dell’Articolo I della Convenzione sul genocidio, per fermare il genocidio”. “L’organizzazione invita inoltre le comunità sanitarie e umanitarie mondiali ad agire, poiché la distruzione del sistema sanitario di Gaza non è solo una violazione legale, ma una catastrofe umanitaria che richiede urgente solidarietà e risposta globale”, si legge ancora.
Sono numerosi le organizzazioni e gli esperti di diritto secondo cui Israele sta commettendo un genocidio. Tra questi Amnesty International, il Centro europeo per i diritti umani, la Federazione internazionale per i diritti umani e Medici senza frontiere. Anche Human Rights Watch ha affermato in un rapporto che Israele sta commettendo crimini di sterminio che potrebbero costituire un genocidio. Anche diversi giuristi e ricercatori sul genocidio israeliani sono giunti a questa conclusione, tra cui gli esperti di Olocausto Daniel Blatman, Omar Bartov, Shmuel Lederman, Amos Goldberg, Raz Segal, il giurista Itamar Raz e gli storici Lee Mordechai e Adam Raz.
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