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Gatti paracadutati dal cielo: la strana operazione “Cat Drop”

C’è una strana operazione militare lanciata dai cieli del Sarawak, uno stato malese che sorge sull’isola del Borneo, che appartiene in parte alla storia e in parte alla leggenda. Condotta dalla Royal Air Force britannica, e classificata con il nome in codice di “Operazione Cat Drop”, per gli abitanti di Bario è più semplicemente ricordato come il giorno in cui paracadutarono i gatti sul Borneo.

Di missioni strane ne abbiamo raccontate tante, e anche di gatti. Abbiamo raccontato dei gatti della Marina che hanno preso parte a molte battaglie, e in certi fortunati casi sono sopravvissuti uno o più affondamenti, talvolta passando addirittura al “nemico“, e degli sfortunati gatti della Cia, impiegati come sistema di intercettazione ambientale, per permettere allo spionaggio americano di ascoltare conversazioni sensibili, e anche della prima gatta spaziale, ma non avevamo mai parlato di gatti lanciati con il paracadute nel bel mezzo della giungla per portare a termine una missione delicata quanto essenziale.

Era il 13 marzo del 1960 quando sui cieli di Bario, remoto villaggio del Borneo, alcuni Blackburn B-101 Beverley, aerei militari progettati per trasportare paracadutisti o materiali attraverso dei grandi portelloni posteriori, sganciarono, insieme ai rifornimenti una raggruppamento di 20 gatti reclutati “per combattere i topi che minacciavano i raccolti“. Purtroppo, la colonia felina locale era stata letteralmente sterminata dall’uso improprio di insetticidi di cui erano state irrorate le coltivazioni per uccidere le zanzare che diffondevano la malaria. Ragione per cui i topi, in totale assenza di gatti, avevano prosperato mettendo ancora una volta in pericolo la popolazione.

Fu così che uno squadron della Royal Air Force, che in quel settore era abituata a condurre missioni di bombardamento, supporto o ricognizione, e lanciare essenzialmente commandos da inquadrare nella Ferret Force, in cui erano stati riuniti gli ex-Chindit, i Gurkha e i membri dello Special Air Service inviati a coordinare e combattere le operazione di antiguerriglia contro gli indipendentisti fomentati dal marxismo, si ritrovarono a sganciare “quattro cartoni” dove erano stati stipati i temerari felini.

Ci sono pochi resoconti di quella che viene definita come una strana ma efficace missione. I gatti furono comunque trasportati in aereo da Singapore e consegnati in casse lanciate con il paracadute nell’ambito di quello che era considerato un “programma più ampio di fornitura di gatti per combattere un’infestazione“. Secondo alcuni resoconti dell’epoca, in seguito al singolare volo di rifornimento il comando operazioni ricevette da Bario un messaggio che riportava: “Molti ringraziamenti alla RAF e a tutti i responsabili dell’organizzazione del lancio aereo; anche ai donatori di gatti e ai cestai per gatti”, rassicurando: “Tutti i gatti sono sani e salvi e molto apprezzati.”

Obiettivo di Cat Drop, infatti, era proprio quello di “tenere sotto controllo la proliferazione dei topi per contribuire a riequilibrare l’ecosistema“. Un compito che solo un gruppo di gatti lanciati con il paracadute poteva portare a termine, sebbene assieme a loro vennero lanciati anche altri tipi animali per “aiutare a gestire i parassiti” e fornire “supporto pratico” agli specialisti nella guerra ai topi.

Così, mentre Air America lanciava segretamente “maiali con il paracadute” nel Laos e nella Cambogia, dove gli americani, per analoghe ragioni conducevano operazioni ombra in una guerra segreta, sulla Malesia gatti dondolavano attaccati ai paracadute per risolvere i problemi causati dall’uomo con i suoi pesticidi, alla luce del giorno.

Dimostrando come “biodiversità e cooperazione tra specie” potessero ancora offrire “soluzioni concrete alle crisi ecologiche“. E ricordando i danni causati dall’impiego massivo e sconsiderato di pesticidi come diclorodifeniltricloroetano, più noto come DDT.


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