Economia

Gatti (Anima Sgr): “Sulla previdenza complementare necessario reintrodurre il silenzio-assenso”


Contratti di lavoro precari e bassi stipendi renderanno in futuro molti assegni pensionistici sempre più magri e questo rende fondamentale attivarsi per poter contare su una rendita integrativa una volta andati in pensione. Non a caso sono significative le agevolazioni fiscali messe in campo negli ultimi anni dal legislatore per incentivare un maggiore ricorso alla previdenza complementare.

Ultima in ordine di tempo la novità introdotta con la legge di bilancio 2025 che consente ai lavoratori interamente “contributivi” (cioè coloro che hanno iniziato a versare contributi dal primo gennaio 1996) di utilizzare le rendite della previdenza complementare per raggiungere la soglia minima dell’assegno di pensione e ottenere così un accesso agevolato alla pensione anticipata. Peccato, però, che in Italia la sensibilità verso la previdenza complementare resti ancora scarsa.

“Secondo una ricerca che abbiamo condotto, intitolata ‘gli italiani e la previdenza integrativa’, ben nove italiani su dieci ritengono importante la questione previdenziale, ma solo cinque su dieci dichiarano di aver attivato una qualche soluzione”, sottolinea a questo proposito Davide Gatti, responsabile divisione retail & private di Anima Sgr. Per questo, aggiunge, “è essenziale che la divulgazione sulla previdenza integrativa e sui suoi vantaggi – sia in termini di pianificazione finanziaria sia di natura fiscale – si affianchi a interventi di supporto da parte del legislatore, come la reintroduzione del meccanismo del silenzio-assenso (nel quale, in mancanza di una scelta esplicita da parte del lavoratore in merito al Tfr, quest’ultimo viene trasferito alla previdenza complementare, ndr)”.

Secondo Gatti aprire un fondo pensione per i soggetti fiscalmente a carico, come i figli in età prelavorativa o i membri non lavoratori di famiglie monoreddito, darebbe inoltre accesso a un doppio beneficio: “Cogliere da subito i vantaggi fiscali previsti dalla normativa e porre le premesse per un passaggio generazionale virtuoso dal punto di vista sia patrimoniale che di educazione finanziaria e cultura previdenziale”, spiega, per poi aggiungere che “Anima da tempo ha sviluppato un’offerta formativa dedicata ai consulenti finanziari, che prevede incontri di approfondimento con i massimi esperti italiani del settore e una serie di strumenti a supporto di professionisti e risparmiatori. In particolare, nel 2024 abbiamo lanciato un simulatore, di utilizzo immediato e completamente gratuito, per calcolare i vantaggi fiscali accessibili per chi sottoscrive un fondo pensione”.

In questo scenario, secondo Gatti, un ruolo importante in tema di pianificazione finanziaria è svolto anche dai Pac (piani di accumulo di capitale), ovvero versamenti periodici sempre della stessa cifra che annullano il rischio di investire ai massimi del ciclo. “Questi ultimi rappresentano un’ottima soluzione per investire nei mercati finanziari in modo graduale e pianificato”, osserva l’esperto che cita anche altri vantaggi. “Questi strumenti proteggono inoltre l’investitore dai rischi dettati dall’emotività e riducono gli effetti della volatilità sui mercati. Inoltre, il Pac è uno strumento davvero flessibile, che si presta molto bene alle esigenze anche di investitori evoluti e/o con patrimoni importanti”. Vanno considerati però anche limiti e criticità di questa forma di investimento. Ad esempio, se lo strumento in cui si investe dovesse andare incontro a una fase decisamente ribassista, dopo un certo numero di periodi la perdita dell’intero investimento potrebbe essere importante. Occhio anche ai costi: spesso, oltre alle spese tipiche di sottoscrizione e gestione, occorre infatti sostenere anche oneri legati al sistema dei versamenti, spese postali e/o amministrative.


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