Toscana

gaslighting emotivo e annientamento psicologico














C’è un tipo di manipolazione che non alza la voce, non picchia, non minaccia apertamente. È sottile, silenziosa, travestita da affetto, ma devastante come un veleno lento. Si chiama gaslighting, ed è una delle forme più insidiose di violenza psicologica. Perché non ti ferisce con la forza, ma ti annienta dall’interno.
Il gaslighting è quel gioco mentale in cui il manipolatore ti fa dubitare di te stesso. Ti dice che stai esagerando, che ricordi male, che sei troppo sensibile. Ti fa sentire fragile, confuso, sbagliato. E tu, piano piano, inizi a credere che il problema sei tu.
“Non è mai successo così.”
“Ti sei inventato tutto.”
“Stai rovinando tutto con la tua paranoia.”
Frasi sottili, ripetute nel tempo, che minano la tua percezione della realtà. Ti senti spaesato. Ti chiedi se davvero hai frainteso. Ti vergogni persino delle tue emozioni. È una violenza invisibile, perché non si vede, ma si sente. 
Non lascia lividi sul corpo, ma tagli profondi nell’identità.
Ti trasforma in un’ombra della persona che eri. Ti svuota, ti spegne, ti disorienta. Chi la subisce spesso non se ne accorge subito.
Difende chi manipola, lo giustifica, si incolpa. Perché il gaslighting lavora proprio su questo: sul dubbio, sul senso di colpa, sulla destabilizzazione emotiva. Ma la realtà è che non sei tu a essere sbagliato. Non sei tu a esagerare.
Non sei tu a ricordare male. Hai solo smesso di fidarti di te stesso perché qualcuno ti ha fatto credere che la tua voce non valesse nulla.
Riconoscere il gaslighting è il primo passo per spezzare le catene. Ritrovare la tua verità è il secondo.
Scegliere di non permettere più a nessuno di manipolare la tua mente è il primo vero atto di libertà.
L’amore che ti confonde non ti ama. Ti consuma. E tu meriti molto di più.





















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