Gasdotto Snam, via alla seconda turbina della linea adriatica decisiva per la rete umbra
La costruzione della nuova dorsale del gas lungo la Linea adriatica entra in una fase decisiva anche per l’Umbria. La seconda delle tre turbine da 11 megawatt destinate alla centrale di compressione di Sulmona è attesa entro la settimana e andrà a costituire la parte centrale dell’impianto che ha il compito di spingere il gas verso nord. L’infrastruttura è considerata un nodo essenziale del progetto con cui Snam punta ad aumentare di dieci miliardi di metri cubi l’anno la capacità di trasporto lungo l’asse sud-nord, un percorso divenuto ancora più strategico dopo la contrazione delle forniture dalla Russia e l’avvio del rigassificatore di Ravenna. La terza unità di compressione arriverà all’inizio del prossimo anno e dovrà completare un sistema pensato per garantire efficienza energetica e riduzione delle emissioni, con prestazioni ambientali superiori ai livelli richiesti dalla normativa. Le turbine sono compatibili anche con miscele contenenti fino al dieci per cento di idrogeno, mentre sono previsti test per salire al venticinque per cento.
Snam ha fissato agosto 2026 come termine dei lavori, ma la società guidata da Agostino Scornajenchi intende accelerare e sta portando avanti in parallelo approvvigionamenti, costruzioni civili e attività meccaniche ed elettrostrumentali, che impegnano attualmente circa trecento persone tra maestranze e tecnici. La centrale dovrà agevolare il flusso continuo verso nord ed evitare colli di bottiglia lungo l’infrastruttura, un’opera da 2,5 miliardi di euro ritenuta strategica per la sicurezza energetica nazionale ed europea, in un quadro in cui la domanda italiana di gas, nei primi dieci mesi del 2025, è cresciuta del tre per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il progetto della Linea adriatica si articola in due componenti principali. Una è la centrale di compressione di Sulmona, l’altra è composta da tre metanodotti autonomi per un totale di 425 chilometri. Due di questi attraversano l’Umbria: il Sulmona-Foligno, lungo 170 chilometri e previsto tra Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria, e il Foligno-Sestino, 114 chilometri tra Umbria, Marche e Toscana. Il terzo metanodotto, il Sestino-Minerbio, che corre tra Toscana ed Emilia-Romagna, si aggiunge alle due tratte già operative Massafra-Biccari, in funzione dal 2012, e Biccari-Campochiaro, attiva dal 2016.
L’opera è stata approvata nella sua interezza ed è suddivisa in due fasi. La prima, finanziata con il Pnrr, prevede il gasdotto Sestino-Minerbio e la centrale di Sulmona. Una volta terminati, il sistema potrà contare su un incremento di capacità da 126 a 131 milioni di metri cubi al giorno. La seconda fase riguarda invece i tratti Sulmona-Foligno e Foligno-Sestino, che porteranno la capacità da 131 a 150 milioni di metri cubi al giorno. La costruzione del Sestino-Minerbio procede secondo la pianificazione, con circa il sessanta per cento delle opere trenchless già completate. Il cantiere del Foligno-Sestino, che dovrà essere concluso nel dicembre 2027, avvierà entro la primavera la posa dei primi tratti e le prime lavorazioni senza trincea. I lavori del Sulmona-Foligno partiranno nel novembre del prossimo anno, con chiusura prevista per dicembre 2028.
La Linea adriatica in Umbria si sviluppa lungo due tratte che attraversano l’Appennino centrale e collegano il versante abruzzese con quello toscano. L’Umbria assume così una posizione rilevante all’interno della dorsale, sia per la collocazione geografica sia per la funzione di transito delle condotte verso il nord Italia. Il tratto Sulmona-Foligno interessa territori montani e collinari e costituisce uno dei passaggi più delicati dal punto di vista ambientale e paesaggistico, mentre il Foligno-Sestino collega l’area umbra ai sistemi energetici della Toscana e dell’Emilia-Romagna. Per la regione l’opera rappresenta uno dei cantieri infrastrutturali più estesi degli ultimi anni, con ricadute sull’indotto locale legato ai lavori civili e alla logistica. L’Umbria è da tempo un territorio di attraversamento per le principali reti energetiche italiane, ma con la linea adriatica il suo ruolo si rafforza nel quadro della sicurezza energetica nazionale.
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