Garlasco, Sempio da Vespa: “Contro di me accanimento, spero in buona fede. Sto chiuso in camera, non ho più una vita”
“Un po’ sì, non posso negarlo, ormai è una cosa che periodicamente ricapita, ci ricadi dentro e tutto, quindi sì, capisco che un certo accanimento c’è, spero in buona fede ma…”. Così, ospite di Bruno Vespa a Cinque minuti su Rai 1, Andrea Sempio ha risposto alla domanda se si sentisse perseguitato dalla magistratura. “Io al momento non ho una vita, sono tornato a vivere nella cameretta in cui stavo una volta e a quasi quarant’anni sono chiuso lì, non posso fare niente: è come essere ai domiciliari“, dice Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi – uccisa il 13 agosto 2007 – per cui è stato condannato in via definitiva l’allora fidanzato Alberto Stasi. “Credo che ormai sia stato acclarato in anni di processi e più sentenze, quindi io mi rifaccio a quello che hanno detto le sentenze: ad oggi il colpevole è Alberto Stasi e non ho motivo di pensare il contrario”, afferma.
Sempio risponde anche sull’indagine a carico dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, accusato di corruzione per un foglio trovato a casa dei suoi genitori in cui si legge “Venditti gip archivia per 20-30 euro“: l’ipotesi è che il magistrato sia stato retribuito per favorire l’archiviazione della prima indagine aperta nei suoi confronti. “Non era né più né meno un appunto che si era preso mio padre. Io penso fosse semplicemente un appunto su quanto costava ritirare le carte dell’archiviazione, per quello “20-30 euro”. L’elenco di tutte le volte che abbiamo dato soldi agli avvocati – circa 50mila euro – c’è ed è stato trovato durante l’ultima perquisizione, è in mano agli investigatori. Le spese dell’avvocato e del consulente, lì c’è tutto. Tutti i soldi sono sotto il nome di Lovati (l’ex difensore, ndr), ma è un modo generico per indicare tutti gli avvocati”.
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