Garlasco, l’ex procuratore capo di Pavia Mario Venditti: «Mai emersi elementi per procedere contro Sempio»
Mario Venditti è l’ex procuratore capo di Pavia che chiese e ottenne per due volte l’archiviazione per Andrea Sempio, ora nuovamente indagato, nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi. Intervistato in esclusiva a Quarto Grado Venditti dice: «Premetto, non mi sono mai occupato delle indagini su Alberto Stasi, la mia inchiesta su Andrea Sempio risale al 2016. Fu la madre di Stasi a presentare una denuncia contro Sempio, ma non sono mai emersi elementi per procedere, né nelle intercettazioni né in tutto il resto. Quando interrogai Sempio restai sui tre punti della denuncia su cui mi si chiedevano dei chiarimenti: lo scontrino del parcheggio di Vigevano, le tre chiamate a casa Poggi una settimana prima dell’omicidio e le indagini sul DNA».
«Vi assicuro che non sono mai stato dalla parte degli indagati, in questo caso e in nessun altro innumerevole caso di cui mi sono occupato. Quello che è stato fatto nel 2016 è stata una rivalutazione di elementi che già c’erano e che erano stati già valutati dai giudici, dalla corte d’Appello e dalla Cassazione. Questo non è corretto ed è anomalo. Andrea Sempio con questo omicidio non c’entra assolutamente nulla, sulla scena del crimine c’era solo una persona e non era lui» chiude Mario Venditti.
L’incidente probatorio
Va intanto avanti l’incidente probatorio cominciato da alcuni giorni. Secondo quanto riporta l’Ansa quanto è stato conservato di ciò che era trovato in casa Poggi a otto mesi dall’omicidio di Chiara, il 13 agosto 2007, era in buone condizioni. Lo dice Luciano Garofano, ex comandante dei Ris oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, l’amico del fratello della vittima indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia.
«Non era tutto marcio, era tutto secco. Tutti i reperti che erano contenuti in quella scatola sono stati sottoposti a campionature. Sono stati tamponati e adesso faremo le analisi», ha detto l’ex generale dei carabinieri nel secondo giorno dell’incidente probatorio.
Mancano quattro impronte di quelle conservate. Non si è potuto analizzarle per un black out negli uffici. Tutte le altre sono negative al sangue. «Io sono tranquilla», ha detto, Angela Taccia, legale di Sempio, «Il mio assistito ha ribadito più volte che quella mattina non è stato in quella casa. Quindi secondo me non c’è problema nell’analisi dei reperti contenuti nella spazzatura».
Aggiunge Garofalo: «I primi di luglio (dovrebbe essere il 4 ndr) sempre qui in Questura perché dovremo nuovamente campionare i reperti che non avevano dato risultati o avevano dato risultati parziali». Fatte tutte le analisi ci sarà il trasferimento al Fatebenefratelli per le procedure più complesse tra cui quelle sul Dna trovato sulle unghie di Chiara e attribuito ad Andrea Sempio.
Interviene anche il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni: «Sono reperti che hanno 18 anni e daranno le risposte che possono dare. Si procede con molta serietà e molto speditamente. Con molto ordine. La Polizia scientifica in questo è assolutamente ammirevole. Siamo contenti che avvenga in contraddittorio, com’è avvenuto nel 2014 e anche negli anni prima. Tutto quello che avviene in contraddittorio per noi va bene. Tutto quello che avviene davanti a un perito terzo per noi va bene. Quando saranno completate le operazioni, lo vedrete. Stanno procedendo. Chiaramente sono passati 18 anni«.
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