Sicilia

Galvagno “processato” dai probiviri di FdI: cosa rischia il presidente dell’Ars

il caso

L’esponente dei Fratelli d’Italia è indagato e rischia una richiesta di rinvio a giudizio a Palermo nell’ambito di un’inchiesta su corruzione e peculato

Di Laura Distefano |

L’udienza davanti alla Commissione Nazionale di Disciplina e Garanzia di Fratelli d’Italia, presieduta dall’avvocato Roberto De Chiara, si è conclusa. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ha introdotto gli argomenti, riassumendo le accuse mosse dalla procura nei suoi confronti offrendo i chiarimenti su ogni episodio e intercettazione da cui sono scaturite le contestazioni di corruzione e peculato.

«A seguito della mia richiesta, oggi – ha detto Galvagno – primo giorno utile dopo la conclusione delle indagini preliminari – sono stato ascoltato dal collegio dei probiviri del mio partito che ho già avuto modo di ringraziare per la disponibilità e l’attenzione. È stato un confronto puntuale e rigoroso, a cui hanno partecipato e sono anche intervenuti i miei difensori di fiducia, gli avvocati Ninni Reina ed Antonia Lo Presti, in cui ho esposto i fatti oggetto degli approfondimenti investigativi, compresi quelli sulle presunte utilità personali che la stessa Procura di Palermo ha ritenuto di non sussistere, tanto da farli decadere.Da protagonista principale della mia vita pubblica e privata ho raccontato ogni verità senza tralasciare alcun dettaglio, dissipando quei dubbi legittimi frutto anche di una campagna mediatica che ha cercato, in maniera sistemica, di nuocere non solo a me, ma anche all’immagine del mio partito, questione che mi ha molto addolorato. In particolare, sull’ipotesi di peculato ho già dimostrato come eventualmente sia stato interpretato sino ad oggi il regolamento ed ho ribadito la necessità di redigerne uno nuovo che possa essere chiaro e non equivocato in futuro, un’iniziativa che è già oggetto di esame da parte degli uffici dell’Ars. Come ho avuto modo di sottolineare – ha aggiunto Galvagno – all’inizio di questa vicenda, chi come me riveste ruoli di responsabilità deve sempre garantire le giuste spiegazioni sul proprio operato ed è doveroso che si sottoponga con serietà ad ogni analisi non solo della propria attività istituzionale, ma anche della sua vita privata: è uno dei tratti fondamentali che caratterizza l’appartenenza a Fratelli d’Italia, la casa politica in cui mi sono sempre riconosciuto e che, proprio attraverso istituzioni come il collegio dei probiviri, si conferma essere il partito serio che oggi governa con merito la nostra Nazione».

Il presidente dell’Ars rischia la sospensione o una misura molto più dura e cioè l’espulsione dal partito. Il codice etico dei meloniani è molto stringente.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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