Fuochi incrociati su stadio-clinica: Terni in tilt tra appelli e accuse. L’invito dei tifosi
«Fermiamo speculazione e conflitto d’interessi, difendiamo legalità, sanità pubblica e il patrimonio dei ternani». Questo il messaggio diffuso dalle forze del Patto Avanti di Terni – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra dopo la raffica di reazioni, che ancora si susseguono, alla scelta della Regione di impugnare la più recente determina del Comune di Terni sulla realizzazione del progetto stadio-clinica. Da parte loro pieno sostegno e solidarietà ai due assessori regionali di Terni, Thomas De Luca e Francesco De Rebotti, finiti sotto attacco (via social Ndr) «per aver difeso la legalità, l’interesse pubblico e la sanità umbra da una forzatura della legge al servizio di un’operazione speculativa» argomentano. Intanto per chiedere a tutti i soggetti in campo di fare chiarezza, da Coordinamento Ternana clubs ecco l’invito alla presidente Stefania Proietti che pare sia stato formalizzato via Pec: «Assemblea pubblica a Terni entro la prossima settimana».
Stadio-clinica «La decisione della giunta regionale di impugnare la delibera comunale che dichiarava ‘superate’ le prescrizioni sull’operazione è un atto dovuto a tutela dell’interesse dei cittadini ternani. In particolare, la prescrizione principale da superare – quella relativa agli 80 posti letto in convenzione per la clinica privata – non è affatto superata. La legge e il buon senso non consentono di assegnare posti in convenzione a strutture che ancora non esistono. Per giustificare questa forzatura, il Comune di Terni ha richiamato una delibera della Giunta Tesei del 2023 che riservava alla provincia di Terni 80 posti letto, senza però destinarli alla clinica connessa allo stadio. Una clinica che nel 2023 non esisteva e che, ancora oggi, non esiste nemmeno su carta».
Patto avanti «Oggi – si legge nella lunga nota del Patto avanti – ci troviamo di fronte a una convenzione firmata tra il Comune e Stadium Spa (Ternana Calcio) che scarica sulla collettività il rischio di un’operazione speculativa: se la clinica non dovesse ottenere in futuro gli 80 posti letto, l’equilibrio finanziario dell’intera operazione crollerebbe, la convenzione verrebbe risolta e il Comune si troverebbe a dover pagare fino a 44 milioni di euro per uno stadio faraonico da 18 mila posti, completamente sovradimensionato rispetto a una media spettatori di poco più di 4.000 tifosi a partita. Un meccanismo perverso che socializza le perdite e privatizza i profitti. L’unico modo per proteggere i cittadini ternani da questo rischio è stato impugnare l’atto davanti al Tar, poiché palesemente illegittimo. L’operazione – spiegano ancora dal centrosinistra – non è dannosa solo sul piano economico, ma anche per la salute dei cittadini. Gli 80 posti letto che garantirebbero la sostenibilità della clinica privata sono stati sottratti alla sanità pubblica umbra, e non alle cliniche perugine come sostiene certa destra. Si tratterebbe di uno spostamento di risorse dal pubblico al privato, in una regione che già oggi affronta un deficit sanitario di oltre 200 milioni di euro e una delle peggiori mobilità sanitarie d’Italia. A tutto questo si aggiunge il rischio gravissimo di perdere un patrimonio storico della città, lo Stadio Libero Liberati, simbolo identitario di Terni».
Centrosinistra «L’attuale convenzione prevede che la clinica possa essere costruita anche se lo stadio non verrà mai completato. Il risultato? Un cantiere bloccato e uno stadio fatto a metà. Terni merita invece uno stadio rinnovato, con fondi pubblici, sostenibile e rispettoso della sua storia, come sta avvenendo a Perugia, dove l’impianto è stato ammodernato senza consegnarlo agli interessi dei privati. Lo stadio deve restare dei ternani e non diventare merce di scambio in un’operazione speculativa. Infine, questa operazione infliggerebbe l’ennesimo colpo al commercio di vicinato. Il progetto prevede 5.000 metri quadri di nuove superfici commerciali, a soli 500 metri dalle mura cittadine, drenando consumi verso un’area priva di utilità pubblica, mentre la città ha bisogno di rigenerare i quartieri e sostenere i piccoli esercizi di prossimità. Le forze del Patto Avanti ribadiscono con forza che questa è una battaglia politica per difendere la legalità, la sanità pubblica e lo stadio “Libero Liberati”. Abbiamo impedito che Terni diventasse ostaggio di una speculazione edilizia e sanitaria, che presenta peraltro un enorme conflitto di interessi che riguarda il sindaco Bandecchi. Ora serve ripartire con una visione seria e condivisa di sviluppo urbano, che metta al centro la città, i cittadini e l’interesse pubblico».
Ternana E intanto il resto della politica si muove in ordine sparso. «La decisione della Regione Umbria di proporre ricorso al Tar contro la determina dirigenziale di luglio del Comune di Terni sul progetto stadio clinica è un grave errore – dichiarano da Forza Italia Antonio De Angelis e Stefano Fatale – . Il progetto stadio-clinica, indipendentemente da chi sia il soggetto proponente, costituisce una importante occasione di crescita e sviluppo per la città di Terni, che consentirebbe al territorio ternano di avere una struttura sanitaria a supporto di quella pubblica, oltre che una nuova ed efficiente struttura sportiva. Tentare di ostacolarle mediante lo strumento giudiziario è l’ennesimo tentativo della Giunta Regionale guidata da Stefania Proietti di affossare qualunque progetto che riguardi Terni. Auspichiamo che la Regione Umbria torni sui suoi passi e decida di non coltivare il ricorso, dimostrando una volta tanto di avere a cuore gli interessi di Terni e del territorio ternano».
Fratelli d’Italia Dai banchi del consiglio comunale Roberto Pastura di Fratelli d’Italia dichiara: «Il progetto integrato dello stadio e della clinica privata, frutto di un lungo percorso amministrativo iniziato nel 2021, non può essere ridotto ad un terreno di scontri istituzionali tra Comune e Regione. La città attende da troppo tempo delle risposte e di capire se ci sono i presupposti per concretizzare quanto avviato per non disperdere un patrimonio di lavoro e di opportunità. Terni ha bisogno innanzi tutto di un nuovo ospedale pubblico ma anche di un nuovo stadio che, dal progetto presentato, può essere realizzato insieme ad una clinica moderna. Tre tasselli che non si escludono a vicenda ma che possono convivere in un disegno di sviluppo coerente e sostenibile. Per questo ciascun attore faccia un supplemento di riflessione al fine di superare le posizioni di principio per fare chiarezza nel rispetto delle norme. La città non può assistere a un braccio di ferro politico tra Sindaco e Presidente di Regione. È necessario che Comune e Regione tornino a dialogare in modo costruttivo, ciascuno nel rispetto delle proprie competenze. A tal fine, presenteremo come gruppo di Fdi in Consiglio Comunale un atto di indirizzo nel quale chiediamo al Sindaco di promuovere un tavolo tecnico–istituzionale Comune–Regione, che consenta di chiarire definitivamente i profili amministrativi della clinica per rimettere in linea l’intera operazione».
Azione Sulla necessità del nuovo ospedale punta anche il segretario di Azione Michele Pennoni: «Le polemiche – dice – non siano l’alibi per non realizzare nulla. Attendiamo la pronuncia del Tar nel merito tecnico-autorizzativo; vanno rispettate l’autonomia e la competenza di tale organo dal quale ormai ci aspettiamo un giudizio definitivo sulla vicenda. Tuttavia, ci pare che si sia completamente perso il metodo e l’obiettivo. Quanto al metodo, come denunciamo da tempo, è fondamentale che tutti gli attori – politici, sociali e semplici cittadini – abbassino i toni del confronto. Prendiamo fermamente le distanze da qualsiasi minaccia, intimidazione o atto di violenza rivolto a rappresentanti delle istituzioni, il clima avvelenato ha colpito da ultimo un assessore regionale. La dialettica politica, anche accesa, è legittima in democrazia, altro è la violenza, moralmente inaccettabile. In merito all’obiettivo, Azione Terni denuncia con forza l’inconcludenza di queste diatribe. Quanto alle strutture private deve valere un principio di equità: se a Perugia è consentita l’esistenza di strutture private convenzionate con il sistema sanitario regionale, la stessa opportunità, a parità di regole, condizioni e nel rispetto della normativa (qualità, trasparenza e accesso ai servizi), non può essere negata alla città di Terni. Le pari opportunità nell’offerta sanitaria non devono dipendere da logiche che penalizzino il nostro territorio. La parità di trattamento tra territori è un diritto, non un privilegio. Ma il vero punto, che rischia di perdersi nel rumore delle polemiche, è un altro: mentre le – eventuali – strutture private potrebbero scomparire dall’orizzonte, Terni ha bisogno di un nuovo ospedale, e ne ha bisogno ora. Non possiamo permetterci ulteriori ritardi o guerre di posizione mentre i servizi sanitari si indeboliscono e i cittadini restano senza risposte. La realizzazione del nuovo ospedale di Terni deve essere la priorità, senza attendere che prima si completi l’iter Narni-Amelia. La salute dei cittadini ternani non può essere subordinata a logiche di
calendario o di consenso».
Il ricorso al Tar Sulla vicenda prova a fare chiarezza Rifondazione comunista: «Il ricorso al Tar non blocca lo stadio, solo il legame forzato tra stadio e clinica e la scorciatoia sulle convenzioni pubbliche. Lo stadio può essere realizzato anche domani come opera autonoma. Quello che viene contestato è l’operazione politica di usare la clinica come grimaldello finanziario, pretendendo soldi pubblici garantiti prima ancora che esista un servizio sanitario. Chi fa impresa, se è davvero impresa, investe risorse proprie e si assume rischi. Il problema è che dietro questa operazione non ci sono imprenditori coraggiosi, ma personaggi opachi e di dubbia moralità, che attraverso le cariche istituzionali stanno chiedendo che il rischio venga scaricato sul pubblico, mentre si agita la piazza per ottenere corsie preferenziali. Qui nessuno è contrario allo stadio. Chiunque può aprire una clinica privata, ma è illegittimo pretendere soldi pubblici garantiti prima ancora di aprire. In questo modo non si fa impresa. Da sempre siamo per il potenziamento e per la destinazione delle risorse verso la sanità pubblica efficiente e di qualità. In questo senso per la città Terni e per tutta la provincia occorre rafforzare l’azienda ospedaliera Santa Maria nelle strutture e soprattutto nel personale, definendo mansioni chiare in rapporto con tutto il sistema sanitario regionale, ed evitare così la migrazione di pazienti fuori regione. Chi pensa di dichiarare ‘guerra’ alla Regione, si ricordi che ‘Qui non si mette paura nessuno’».
Prima di Bandecchi E nel dibattito, a sorpresa, ecco anche l’ex sindaco di Terni Leornardo Latini:
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