Fumata bianca, c’è il nuovo Papa: ecco quali sono i suoi primi atti dal momento dell’elezione alla benedizione dalla loggia di San Pietro
C’è stata la fumata bianca. C’è il nuovo Papa, ecco cosa succede adesso. Dice la Costituzione Universi Dominici Grecis, il testo aggiornato da Giovanni Paolo II che riporta le regole anche del Conclave, che «avvenuta canonicamente l’elezione, l’ultimo dei Cardinali Diaconi chiama nell’aula dell’elezione il Segretario del Collegio dei Cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e due Cerimonieri». Qui il Cardinale Decano, o il primo dei Cardinali per ordine e anzianità, come in questo caso, a nome di tutto il Collegio degli elettori chiede il consenso dell’eletto.
L’accettazione
Chi è stato scelto dai cardinali deve dire se accetta e se la risposta è positiva gli viene chiesto quale nome ha scelto. Dice il personaggio interpretato da Stanley Tucci nel film Conclave che ogni cardinale ha già scelto il suo nome da Papa. Non sappiamo se è davvero così, ma certamente i tempi sono stretti.
Il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, con funzione di notaio e avendo per testimoni due Cerimonieri, redige un documento circa l’accettazione del nuovo Pontefice e il nome da lui assunto. Negli ultimi secondo sempre un cardinale è diventato Papa. Non è però scontato quindi, nel caso non lo fosse, l’eletto viene subito ordinato Vescovo e diventa immediatamente «Vescovo della Chiesa Romana, vero Papa e Capo del Collegio Episcopale; lo stesso acquista di fatto la piena e suprema potestà sulla Chiesa universale, e può esercitarla».
È in questo momento che si bruciano le schede e appare la fumata bianca, aiutata da addittivi chimici, accompagnata dal suono delle campane. Nel contempo il nuovo papa si ritira nella cosiddetta Stanza delle Lacrime. Il Pontefice entra qui, su un lato della parete con il giudizio universale di Michelangelo, per raccogliersi in preghiera per alcuni minuti: è il momento della presa di coscienza dell’accaduto e del peso che si dovrà portare. Sempre qui il nuovo pontefice si cambia d’abito e a sua disposizione ci sono diverse scelte perché è capitato in passato che non ci fosse un abito adatto al prescelto come nel caso di Giovanni XXIII, non alto e magro quanto il suo predecessore.
Uscito dalla stanza, i Cardinali elettori si accostano per prestare atto di ossequio e di obbedienza al neo eletto Sommo Pontefice. Si rende poi grazie a Dio.
Il Papa si mostra al mondo
Dalla fumata all’apparizione del pontefice sulla loggia di San Pietro passano dai 30 ai 60 minuti. L’inquadratura delle televisioni a questo punto è già ampiamente passata dal comignolo alla facciata della basilica.
La frase più famosa è quella dell’annuncio sulla loggia dell’avvenuta elezione. Esce il cardinale protodiacono e dice: Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!. Segue il nome di battesimo del cardinale e poi il suo cognome. Il nome di battesimo dell’eletto è in accusativo latino, Karolum nel caso di Wojtyla, poi il suo cognome nella lingua originaria, Bergoglio per papa Francesco, e quindi il nome scelto, Benedetto XVI per Ratzinger.
A questo punto esce il papa e il mondo lo vede per la prima volta. Può dire alcune parole e impartisce la benedizione solenne calla città di Roma (Urbi) e al mondo (Orbi). Finisce quella che viene chiamata Vacantis Apostolicae Sedis, la sede iniziata con la morte del pontefice precedente.
I primi giorni del pontificato
Il nome scelto dal Papa è la prima indicazione del segno del pontificato. Dopo la benedizione tornerà a riunirsi con i cardinali per tornare a Casa Santa Marta. Il giorno dopo la Messa con i cardinali elettori nella Cappella Sistina. Fra i primi atti solenni una messa che è la cerimonia di inaugurazione del pontificato. Negli anni vi hanno preso parte reali, capi di stato e di governo. Successivamente il pontefice prende possesso anche della Patriarcale Arcibasilica Lateranense.
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