Società

Frutta, vaschette e pouch di polpa al cucchiaio consumate dal 40% delle famiglie

Chi avrebbe mai scommesso sulla crescita di un prodotto tanto deja vu come le polpe di frutta? Eppure chi lo ha fatto ci ha visto giusto: confezionate nelle classiche vaschette monoporzione o nelle pratiche buste (pouch) nella sola Gdo valgono oltre 104 milioni di euro. E viaggiano a tassi annui del +5%, spinte dall’interesse per alimenti healthy, semplici, poco processati e clean label ma anche pratici da consumare ovunque. Che si tratti di una categoria di prodotti interessanti, entrati in oltre il 40% delle famiglie italiane, lo confermano sia l’alto tasso di innovazione, con il lancio di proposte destinate a target nuovi e specifici (come le versioni a lento rilascio di energia rivolte agli sportivi), sia l’arrivo di nuovi competitor, come Zuegg.

«Siamo appena arrivati a scaffale con una linea con 100% di frutta frullata, senza zuccheri aggiunti, né conservanti o aromi – afferma Gaia Romani, head of global & trade marketing – con cui puntiamo a rafforzare la nostra presenza nel mercato degli snack di frutta».

Ed è proprio snack la parola magica che ha fatto decollare le vendite delle puree di frutta e ad attirare tanti investimenti. Negli ultimi tre anni, dopo aver acquisito l’azienda specializzata Ad Chini, il Consorzio Melinda ha creato una business unit dedicata allo sviluppo di trasformati naturali e ha iniziato il rinnovo degli impianti produttivi per rispondere alla domanda del mercato, approfittando anche delle risorse pubbliche intercettate dal Distretto della Mela della Val di Non e Val di Sole.

«Abbiamo aumentato la capacità produttiva (ad esempio autoproducendo le puree in busta), migliorato la qualità di molti prodotti e lanciato diverse innovazioni, come la linea che abbina la mela con la frutta secca» spiega Paolo Gerevini, direttore generale di Melinda Lab, che supera i 25 milioni di euro di fatturato e cresce a tassi del 50% annuo. Proporre un’offerta sempre più ampia e calibrata per diversi tipi di target è vincente per espandere il mercato e rendere sempre più moderna l’immagine di questi prodotti, nati da un’esigenza specifica: quella di recuperare la frutta imperfetta, non assorbita dal mercato del fresco. Ma a cambiare volto al mercato è stato l’arrivo di prodotti di maggior qualità, ottenuti da frutta di varietà vocate alla trasformazione, di cui viene usata solo la polpa senza aggiunta di concentrati, polpe o zuccheri. Estratta a freddo, in modo da mantenerne sapore e valore nutrizionale, viene confezionata in un pack sicuro e riciclabile. È con quest’approccio che l’azienda romagnola Futura ha innovato e fatto crescere il mercato. Oggi lavora con il suo brand Frullà e come copacker per la Gdo, con cui realizza il 70% dei 60 milioni di euro di fatturato previsti per il 2025. In assortimento ha ben 150 referenze, ottenute da 20 milioni di kg di frutta selezionata fornita da 1500 agricoltori italiani partner, a cui garantisce un’equa remunerazione.

«Noi nasciamo come agricoltori e vogliamo valorizzare al meglio la materia prima, su cui facciamo ricerche e test nella nostra azienda agricola pilota – spiega il fondatore Gabriele Longanesi – Dal 1993 continuiamo a proporre non miscele di puree ma autentiche ricette e a portare innovazione con proposte segmentate per modi di consumo e funzionalità, dall’integratore naturale per chi pratica sport di endurance sino al benessere intestinale». Vent’anni fa l’azienda ha creato Prunolax, la prima purea di prugna “cucchiabile” grazie a una tecnologia esclusiva e con l’aggiunta di una fibra vegetale, la cui ricetta è stata appena rinnovata. Lanciato dapprima nelle farmacie, Prunolax è poi entrata anche in Gdo, dov’è diventata un category brand e dov’è leader nel suo segmento di mercato.


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