Friuli Venezia Giulia

Frodi alimentari in Fvg: “Made in Italy o Made in illusion?” Nostra inchiesta

Il mio precedente articolo sull’ItalianSounding ha riscosso notevole interesse, spingendo molti lettori a chiedermi di scrivere ancora qualche articolo sulle problematiche del complesso mondo del Made in Italy.

In questa indagine tratterò la distinzione tra “Made in Italy” e “Made in Italy 100%”, e i controlli sulle contraffazioni.

Per iniziare, devo dire che c’è molta confusione tra i consumatori. La legge parla chiaro… si certo, ma non basta. Dovete sapere che il criterio legale del Made in Italy si basa sul Codice Doganale Comunitario. Un prodotto può essere etichettato “Made in Italy” se ha subito in Italia l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, economicamente giustificata e avvenuta in un’azienda attrezzata a tale scopo. Peccato che la logica di questa normativa comunitaria è legata all’economia globale e al mercato unico europeo, non è stata di certo pensata per tutelare le eccellenze italiane (tanto per cambiare è considerata da molti operatori e consumatori fuorviante e insufficiente). Il problema vero è che crea discrepanza sulle aspettative di eccellenza e italianità totale, e contribuisce alla svalutazione del marchio italiano, generando anche competizione sleale. Per questo motivo, l’Italia è dovuta ricorrere ai ripari, introducendo la Legge n. 166/2009 (nota come “legge anticontraffazione”), che è stata un passo significativo per tutelare il vero “Made in Italy“, e ha promosso marchi come il 100% Made in Italy.

Adesso vediamo qual’è la differenza tra un prodotto Made in Italy e “Made in Italy 100%”

La mozzarella è legalmente “Made in Italy” se prodotta in Italia con latte tedesco? Si, “accipicchia” è legalmente italiana, ma non è DOP se il latte non è italiano. La Denominazione di Origine Protetta (DOP) è un marchio di certificazione europeo, che garantisce che tutte le fasi della produzione dalla materia prima alla trasformazione

avvengano in una specifica area geografica, e che le caratteristiche del prodotto siano strettamente legate al territorio e alle sue tradizioni.

E per il nostro olio extravergine d’oliva, il genuino olio d’oliva della nostra tradizione, quello che i nostri nonni ci hanno insegnato ad apprezzare ed usare, com’è la situazione? L’olio può essere considerato “Made in Italy” anche con miscele UE/extra-UE se imbottigliato in Italia. Purtroppo, è così. Solamente il marchio DOP certifica e garantisce l’intera filiera in area geografica specifica con varietà autoctone.

E allora la pasta fatta con il grano estero (canadese, australiano, ucraino) è “Made in Italy“? Si, purtroppo, è Made in Italy. Ma quanti sanno che se la pasta viene lavorata in Italia con il grano non italiano è considerata Made in Italy? E quanti sono a conoscenza che non si può ottenere il marchio DOP per la pasta senza grano italiano? Ed ecco che adesso si apre un’altra questione: l’utilizzo del grano proveniente da Paesi non UE, a costi più bassi rispetto al grano italiano, situazione che crea anche una concorrenza sleale nei confronti dei produttori italiani. Sappiate che il grano di importazione (ad esempio quellocanadese), è spesso trattato con il glifosato che è estremamente dannoso per la salute, ed è una pratica vietata in Italia. Infine, c’è anche la questione delle etichette UE e non UE”, che sono poco chiare perché non si capisce quant’è la percentuale di grano italiano rispetto a quello importato. Ma secondo i pastifici il grano italiano, seppur di qualità, non copre la domanda nazionale. Ed è giusto aggiungere che molti di questi pastifici hanno creato linee 100% italiane per rispondere alla crescente richiesta di tracciabilità.

Com’è la situazione per i vini? I vini se sono DOC/DOCG, significa che la filiera 100% è territoriale, cioè è garantita da marchi di certificazione DOC o DCG. La Denominazione di Origine Controllata (DOC) è una denominazione che garantisce che il vino venga prodotto in una zona geografica delimitata e segua precise regole di produzione, che includono varietà di uve consentite, metodi di coltivazione, vinificazione e affinamento. La Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG): rappresenta il livello più alto nella classificazione italiana. Per ottenere la DOCG, un vino deve essere stato DOC per almeno dieci anni e superare controlli ancora più rigorosi rispetto alla DOC.

I controlli in Friuli-Venezia Giulia nel 2024

La regione, per la sua posizione strategica (confini con Slovenia e Austria, porto di Trieste), è naturalmente coinvolta nei controlli transfrontalieri, e nelle operazioni OPSON VIII (iniziativa congiunta di Europol e Interpol che viene condotta annualmente per contrastare le frodi alimentari) su specifiche filiere o categorie di prodotti. Il Friuli risulta anche tra le regioni monitorate dall’ICQRF (acronimo di Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agro-alimentari), importante agenzia del governo italiano, che fa parte del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF).

Le forze dell’ordine e gli enti di controllo in Friuli-Venezia Giulia hanno lavorato bene, con diverse e significative operazioni “chirurgiche” contro le frodi e gli illeciti alimentari. L’Agenzia delle Dogane: al porto di Trieste ha sequestrato nel 2024 oltre 100.000 dadi alimentari contraffatti.

A Monfalcone, nel 2024, la Guardia Costiera ha sequestrato circa 120 chili di prodotti ittici privi di tracciabilità nelle province di Udine e Gorizia.

A Trieste, la Polizia Locale ha sequestrato oltre 100 alimenti senza etichetta.

La situazione delle frodi in Friuli

Anche nel Friuli, terra di Montasio, San Daniele e viti autoctone, il rischio della frode alimentare è concreto, ma i sistemi di controllo funzionano, e la qualità italiana autentica resiste. I friulani non si limitano a comprare cibo: cercano autenticità territoriale e valori culturali nel cibo che mettono nel piatto.

Bene, quando le etichette vengono lette con attenzione e si comprano prodotti made in Italy 100%, si valorizza la qualità delle vere eccellenze italiane, che rappresentano anche la tradizione del nostro territorio, e l’impegno e la passione di chi lavora ogni giorno per preservare il

patrimonio agroalimentare del nostro stupendo paese.

ATTENZIONE LETTORI: la storia continua la prossima settimana

L’argomento è troppo vasto per un singolo articolo. Questo è solo il primo episodio di un’indagine più ampia sul Made in Italy che richiede un approfondimento graduale e dettagliato.

Prossimo appuntamento tra qualche giorno per il secondo episodio dell’inchiesta.

Vi ho incuriosito abbastanza? La seconda parte promette informazioni ancora più interessanti…

Enrico Sgariboldi




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