Francia, Lecornu riapre il dibattito sulle leggi Finanziarie
Sébastien Lecornu riprende in mano la situazione. Il primo ministro francese non rinuncia alla sua strategia di affidare al Parlamento la responsabilità dell’approvazione e in parte della stessa stesura dei due bilanci francesi, ma non intende lasciare il Paese alla deriva dopo il no quasi unanime alla parte “ricavi” della Finanziaria relativa allo Stato in senso stretto (l’altra riguarda la Sécurité sociale, il welfare).
«Rompere i ponti» con la propaganda elettorale
Il primo ministro vuole «evitare il blocco», e invita quindi deputati e senatori a «difendere il Parlamento», rinunciando a parlare di Loi speciales per l’esercizio provvisorio, di ordonnances (strumenti d’emergenza “governativi”) e di «fallimento». Chiede loro anche di «rompere i ponti» con «certi partiti politici e certi candidati alle elezioni presidenziali» per i quali «il compromesso non è compatibile con la loro strategia elettorale», ha detto con un riferimento esplicito alla France Insoumise e al Rassemblement National: un fenomeno, questo, non immune secondo Lecornu da un certo «cinismo», che richiede quindi la «vigilanza della governo» per assicurare la coerenza della Finanziaria: «La troveremo subito nella seconda lettura all’Assemblée e al Sénat», ha spiegato ieri in un punto stampa.
Cinque punti centrali
Il «no» alla prima lettura della Finanziaria era «atteso», ha detto. ma «c’è sempre una maggioranza all’Assemblée che permetta di votare il bilancio». La vigilanza del Governo – «per assicurare chiarezza per i cittadini e il mondo economico e la coerenza soprattutto sui temi che non possono aspettare la scadenza presidenziale del 2027» – si concentrerà su cinque temi: il deficit, che deve restare al di sotto della soglia del 5% del Pil, evitando «imposte che non esistono» e tagli «non sinceri»; la riforma dello Stato, con molta attenzione al decentramento amministrativo e al chiarimento delle responsabilità (tema molto sentito dai senatori, espressioni degli enti locali); l’energia, che incide su economia, sovranità, ecologia e costo della vita; l’agricoltura, da sempre tema centrale, strategico, per la Francia; e infine la sicurezza interna – il contrasto al narcotraffico per il quale era prevista l’assunzione di 700 poliziotti specializzati (su un totale di 1.400) – ed estera per la quale sono previsti 6,7 miliardi di euro in più.
L’urgenza Difesa
Se la priorità è l’obiettivo di disavanzo, ha spiegato Lecornu, l’urgenza è la Difesa: il Governo intende aprire all’Assemblée nationale dei dibattiti specifici sui cinque punti, che potrebbero concludersi con un voto che «permetta di creare un quadro di compromesso», e le questioni militari saranno le prime ad essere affrontate, anche al Sénat, «nei prossimi giorni, sicuramente la settimana prossima».
Verso un «accordo globale»?
L’idea di un «accordo globale» tra una parte della sinistra – senza Insoumis – e il blocco centrale sembra inizi ora a farsi strada, su iniziativa dei socialisti, e le assonanze con le proposte di Lecornu sembrano promettenti.
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