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Francia, dopo il Louvre un altro colpo: rubato il “tesoro di Diderot” dal museo di Langres

Non solo Napoleone: poche ore dopo il clamoroso furto dei gioielli della Corona al Louvre, un altro colpo ha scosso il mondo museale francese. Questa volta a farne le spese è stato il museo di Langres, dedicato al filosofo illuminista Denis Diderot, dove sono state trafugate circa 2.000 monete antiche d’oro e d’argento, note come il “tesoro di Diderot”, per un valore stimato di 90mila euro.

La scoperta del furto è avvenuta lunedì mattina, mentre la Francia era ancora sotto choc per la rapina milionaria a Parigi. Nonostante la differenza di valore rispetto ai 88 milioni di euro del bottino del Louvre, anche a Langres i ladri hanno agito con precisione e senza alcuna difficoltà. I guardiani del museo hanno trovato i vetri delle teche in frantumi e le monete sparite.

Il tesoro

Era stato scoperto casualmente nel 2011 da un operaio durante i lavori di restauro del palazzo di Breuil, sede del museo. Si trovava in una nicchia nascosta dietro una parete in legno ed era composto da 1.633 monete d’argento e 319 monete d’oro, datate tra il 1790 e il 1840. Il furto conferma la vulnerabilità dei musei francesi, nonostante le misure di sicurezza.

Il precedente recente

Non è la prima volta che i musei francesi subiscono colpi puliti. A settembre scorso, il Museo di Storia Naturale di Parigi fu vittima di un furto simile: sei pepite d’oro, vecchie di milioni di anni e per un valore di circa 1,5 milioni di euro, sparirono senza che i guardiani potessero reagire. Una ragazza cinese è stata arrestata a Barcellona in connessione con quel furto, trovata con una discreta quantità di oro fuso, segno che le pepite potrebbero essere ormai perdute.

Anche per i gioielli della Corona trafugati al Louvre e per il tesoro di Diderot, le autorità temono che il bottino possa sparire definitivamente. Un nuovo video diffuso ieri mostra i due ladri fuggire “spettacolarmente” con gilet da operai, montacarichi e zaini, prima di allontanarsi su due scooter guidati dai complici.

Le indagini

Secondo alcune fonti investigative, dietro il colpo al Louvre potrebbero esserci le leggendari “Pink Panthers” – una gang di ex paramilitari jugoslavi attiva dal tardo Novanta e specializzata in rapine di gioielli e opere d’arte.

La banda, nota per i travestimenti, l’agilità e la pianificazione meticolosa, è considerata l’unica in grado di vendere i gioielli della Corona grazie a contatti internazionali. Un investigatore che le segue da anni ha dichiarato al Guardian che i rapinatori “sanno sempre cosa cercare e lasciano tutto il resto intatto, sono professionisti molto preparati”.


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