Francesca Michelin, con un rene ricamato sul cuore
Segue un custom made di Melita, stilista italiana trapiantata a Berlino, specializzata nel second hand. Si tratta di un mini abito bianco composto da diversi centrini cuciti insieme, sul quale spicca un rene ricamato all’altezza del cuore. Chiaro rimando all’intervento a cui la cantante si è dovuta sottoporre circa due anni fa per asportare il suo organo, «un po’ ballerino e un po’ sfigato», come confessava allora sui social.
Atto III, Giulietta per una notte. È lo spazio dedicato alle canzoni più introspettive, per il quale Francesca Michelin sceglie una silhouette creata da Des Phemmes by Salvo Rizza, tinta nella nuance del viola intenso («contro la scaramanzia»), tutta piume e paillettes e strascico di dieci metri. Per poi chiudere con uno abito in denim, distrutto e ricostruito, dalla collezione autunno-inverno 2025/26 di Diesel, riadattato per lei da Glenn Martens.
Si nota subito: ogni look è molto diverso l’uno dall’altro per stili, colori, silhouette, texture. Potrebbero appartenere a ragazze diverse? Forse. Eppure, si sono riunite tutte insieme su un unico palcoscenico. Ricucite, intrecciate, frammentate, imperfette. Il motivo? Francesca Michelin non s’incasella in nessuna identità stilistica rigida, come si pretende oggi dagli artisti. È onesta, fedele solo al cambiamento che racconta nello spettacolo. Come a dirci che, dopotutto, «vivere nel fiume è bellissimo». O perlomeno, è l’unico modo per essere veri. Liberi di contraddirci, di cambiare idee, strade, abiti.