Scienza e tecnologia

Framework Laptop 16 Recensione: il “prezzo” di riparabilità e modularità



Il secondo notebook di Framework è uguale ma diverso dal primo modello che abbiamo recensito ormai lo scorso anno. Rimane ovviamente la sua elevatissima riparabilità, ma a essa si aggiunge anche una componente di modularità, in particolar modo per quanto riguarda la tastiera. Viene però completamente rivisto l’accesso ai componenti interni, e per la prima volta c’è anche la possibilità di utilizzare o meno una grafica discreta.

Nel passaggio dai 13 ai 16 pollici insomma tante cose sono cambiate, al punto che nulla è dato per scontato, e la recensione del Framework Laptop 16 è stata tutto fuorché banale.



Costruzione

Framework ha proseguito la sua missione di riparabilità con il Laptop 16, un progetto per certi versi ancora più ambizioso del precedente Laptop 13. L’azienda non si è limitata infatti a ingrandire lo stesso concetto, ma lo ha completamente rivisto. Framework Laptop 16 ha infatti pochi punti in comune con il suo predecessore, e molte novità. 

Partendo idealmente dall’alto e andando verso la base, lo schermo è stato ingrandito, ma è rimasto sempre in 3:2. Al contempo però non si può più piegare a 180°, ma solo fino a 150° circa. E la cornice attorno al display, che è sempre personalizzabile, è ora ancora più visibile, soprattutto nella parte inferiore. E per quanto carina sia l’idea di poterla cambiare e di poterne scegliere il colore, un’ampia cornice in plastica dà sempre un’idea un po’ cheap. Essendo inoltre più grande, lo schermo flette anche più facilmente se sottoposto a torsione, ma per fortuna le cerniere sono abbastanza rigide da non farlo traballare facilmente.

La parte della tastiera è, per la prima volta in assoluto, completamente personalizzabile. In che senso? Non solo è possibile scegliere il layout della tastiera (c’è anche quello ITA), ma soprattutto è possibile disporla come vuole l’utente. Ad esempio, possiamo riposizionarla sulla sinistra, mettendole a fianco un tastierino numerico, o un blocco di tasti RGB per le macro, o anche dei semplici spaziatori o addirittura una striscia di LED bianchi.

Allo stesso modo anche la parte subito sotto, con il touchpad, può seguire (o meno) gli spostamenti della tastiera. Di fatto sono 6 moduli in tutto, riposizionabili a piacimento dell’utente, e riconfigurabili a seconda delle proprie esigenze. Il difetto? Le intersezioni tra le varie parti non sono perfette, ed è praticamente impossibile che lo siano.

Continuando a “scavare”, siccome tutta questa parte è attaccata magneticamente, è anche piuttosto facile rimuoverla, e al di sotto troviamo una piastra metallica fissata con 16 viti torx (cacciavite incluso in confezione), che permette di accedere “al cuore” del portatile vero e proprio.

Qui è possibile andare a installare la RAM (massimo due banchi), o gli SSD (massimo 2 anche loro) o ancora possiamo cambiare l’intera scheda madre (e con essa il processore). In realtà, andando a scavare nello store di Framework, ci si accorge che ogni componente è sostituibile, dalle heat pipe alla webcam. Non a caso parliamo di un portatile che ha un punteggio di riparabilità di 10 su 10 secondo iFixit.

Il rovescio della medaglia è che certi componenti possono essere acquistati solo da Framework, come la scheda madre/processore (per ora solo Ryzen 7 7840HS o Ryzen 9 7940HS), o altri moduli specifici. Ad esempio, è possibile aggiungere anche una GPU discreta (al momento solo la Radeon RX 7700S), ma questa deve ovviamente essere “pre-confezionata” in modo da adattarsi al portatile. Al suo posto è possibile montare delle semplici ventole, per alleggerire e rimpicciolire anche un po’ il notebook, ma vale lo stesso ragionamento.

Il senso è che, mentre componenti come RAM ed SSD possono anche essere di terze parti, per la maggior parte non vale questo ragionamento, quindi anche la aggiornabilità del Laptop 16 nel corso del tempo è strettamente dipendente da Framework stessa.

Ultimi ma non meno importanti, ci sono 6 slot di espansione, per altrettante porte di I/O, a discrezione dell’utente. USB-A, USB-C, HDMI, DisplayPort, Ethernet (fino a 2,5Gbit/s), SD e anche moduli di memoria da 250 GB o da 1 TB: la scelta è davvero ampia. E come bonus, montando la grafica discreta, sul retro c’è una USB-C aggiuntiva, che però non può essere usata per l’alimentazione.

Chiariamo poi che, per semplificare le cose, ogni componente ha un QR code che rimanda a istruzioni dedicate al suo assemblaggio/disassemblaggio, cosa che può essere svolta, grazie anche ai video tutorial disponibili, anche da mani non esperte (con un minimo di attenzione).

Il prezzo di tanta modularità si paga anche con un design non particolarmente ispirato, con un profilo non sottile (2 cm circa) e con un peso abbastanza elevato (2,4 Kg circa con la GPU discreta, 2,1 Kg senza).

La sintesi è che da una parte abbiamo un portatile unico nel suo genere, completamente smontabile, riparabile e personalizzabile come nessun altro.

Anche solo per questo meriterebbe un 10.

Per raggiungere tanta flessibilità però, ci sono un po’ di dazi da pagare, che lo rendono meno impeccabile, a livello costruttivo, rispetto al 13 pollici, oltre che più grande e pesante rispetto a molti moderni 16 pollici. Ha la stazza di un notebook gaming, pur non essendolo, in un mondo in cui anche i portatili da gioco stanno rimpicciolendosi sempre più.



Tastiera e touchpad

Il dualismo di cui abbiamo parlato a livello costruttivo, in un certo senso lo ritroviamo anche per la tastiera. Qui infatti è tutto personalizzabile, come non mai; e ovviamente questo è un bene. Ci sono così tante possibili configurazioni diverse (con o senza tastierino / macropad, con o senza LED matrix, a destra, a sinistra, al centro) che è impossibile giudicarle tutte. Ci limiteremo quindi a una configurazione classica, con tastiera al centro.

La tastiera in sé è praticamente la stessa del Framework Laptop 13. Giusto le frecce direzionali destra e sinistra ora sono più piccole, ma per il resto il layout è invariato.

Lo stesso però non si può dire dell’esperienza di scrittura. Rimane una buona tastiera, senza alcuna sbavatura particolare, ma il feedback sulle dita è meno pronunciato, ed è anche piuttosto silenziosa, decisamente più silenziosa rispetto al 13 pollici (anche se a volte, premendo alcuni tasti, si sente quasi un lieve sibilo che stona). C’è anche un po’ più di flessione, soprattutto al centro, ma niente di fastidioso, a meno di non avere una mano davvero molto, molto pesante. Ok anche la retroilluminazione, sebbene non sia proprio completamente uniforme (sulla barra spaziatrice è ad esempio meno evidente).

Un po’ lo stesso discorso vale per il touchpad, che a dispetto del maggiore spazio a disposizione è solo appena più largo rispetto a quello montato sul 13 pollici. Di per sé non è un dramma, e il fatto che sia lontano dal bordo evita tocchi involontari; al contempo, su un 16 pollici, siamo ormai abituati a dimensioni ben più grandi di questa.

Forse la natura modulare di questa parte del laptop non ha aiutato in tal senso, giusto per ribadire nuovamente un concetto che abbiamo già espresso.

led matrix control

Se poi andiamo a vedere rapidamente anche gli altri accessori che possiamo installare, i LED sono simpatici, ma l’app per configurarli è ancora in beta, ha una grafica molto “vecchio stile”, per usare un eufemismo, e qualche bug qua e là ci è capitato.

L’RGB Macropad invece può funzionare anche come tastierino numerico (ottimo soprattutto per chi abbia memoria muscolare dei vari tasti, più che per il neofita) e, proprio come la tastiera stessa, è personalizzabile tramite firmware QMK, il che significa che è possibile rimappare ogni tasto a piacimento.

Da una parte abbiamo insomma una flessibilità e una personalizzazione senza precedenti, dall’altra, una volta decisa una configurazione, è improbabile che faremo molti cambi, e rispetto a una soluzione integrata qualche compromesso c’è.

Purtroppo questo è un po’ il leit-motiv di tutta la recensione: dipende tutto se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto.



Scheda Tecnica

Framework Laptop 16 è chiaramente ultra personalizzabile, ma ciò non vuol dire che possiamo scegliere tra un numero infinito di componenti. Lo schermo è sempre quello, di processori ce ne sono solo 2, l’eventuale grafica discreta è solo una, e tutta la parte di connettività, batteria e altri elementi sono comuni.

Detto questo, la configurazione precisa del modello che abbiamo provato è la seguente.

  • Schermo: 16” 2.560 x 1.600 pixel, 16:10, 165Hz, contrasto 1.500:1, 100% DCI-P3, VRR, FreeSync, 500 nit
  • CPU: AMD Ryzen 7 7840HS (fino a 5.1GHz, 8-core/16-thread, 24MB Cache)
  • GPU: Radeon RX 7700S 8GB 18Gbps GDDR6
  • RAM: 32 GB DDR5-5600
  • Archiviazione: 1 TB SSD WD_BLACK SN850X NVMe M.2 2280
  • Webcam: 1080p@60fps
  • Connettività: Wi-Fi 6E + Bluetooth 5.3
  • Porte: 2x USB-C (display out e ricarica), 2x USB-A, HDMI, DisplayPort + 1 USB-C con DP Alt Mode (sul retro)
  • Batteria: 85 Wh con caricabatterie 180W GaN USB-C
  • Peso: 2,454 Kg
  • OS: Windows 11 Pro

Il processore, in alternativa, poteva essere un Ryzen 9 7940HS, la RAM può arrivare fino a 64 GB, lo spazio di archiviazione fino a 4 TB (+ 2TB secondario).

Anche le porte di I/O, come abbiamo già detto, sono praticamente di tutti i tipi, e sono tutte a discrezione dell’utente. Nella nostra configurazione manca giusto un lettore di schede SD, che se dovessimo mettere probabilmente sostituirebbe la DisplayPort.

La webcam ha una buona risoluzione, ma la sua qualità non è particolarmente esaltante. La scena non è particolarmente luminosa, e c’è un discreto effetto acquerello se l’illuminazione non è buona. C’è da dire che su molti altri portatili ci sono funzioni di miglioramento native del produttore, che qui logicamente mancano, essendo un sistema vanilla

L’audio è ok, ma nulla di più (2x 1 Watt per le alte frequenze, 2x 2 Watt wide-band driver). I bassi sono poco incisivi, e le varie frequenze tendono un po’ a sovrapporsi, con una pulizia non sempre ottimale. Il volume massimo non è inoltre particolarmente elevato. In compenso non ci sono nemmeno distorsioni e le voci risultano sempre ben distinguibili.

I 2 microfoni presenti fanno inoltre un buon lavoro di cattura della voce (c’è anche uno switch meccanico per disattivarli al volo, a fianco di quello per la webcam).



Schermo

Lo schermo del Framework Laptop 16 è molto buono, come da tradizione. Si tratta infatti di un 16 pollici in 16:10, un formato ormai abbastanza comune, che è un buon compromesso tra lavoro e multimedialità/gaming. Le bande nere durante film e serie TV non sono troppo pronunciate e al contempo c’è più spazio in verticale rispetto ai canonici 16:9.

La risoluzione di 2.560 x 1.600 pixel non è elevatissima, e considerando che l’autonomia non è certo uno dei punti forti di questo laptop, forse si poteva puntare ancora più su. Dal punto di vista gaming sarebbe stato inutile, ma in un’ottica multimediale e anche lavorativa (almeno per certi tipo di impieghi) avrebbe avuto senso.

A dispetto di ciò, lo schermo è uno dei più leggibili di sempre, complice il suo rivestimento opaco, che combatte bene i riflessi, e la buona luminosità massima di 500 nit abbondanti.

A proposito di luminosità, proprio come sul Laptop 13, anche qui la luminosità minima è fin troppo elevata, laddove tanti concorrenti scendono ben più in basso.

Un altro aspetto degno di nota è il refresh di 165Hz, che Windows 11 gestisce dinamicamente (a modo suo). In soldoni questo vuol dire che è possibile impostare il refresh statico a 60, 82,5 o 165Hz, oppure scegliere tra le due modalità in cui il sistema lo cambia dinamicamente (60/120Hz oppure 83/165Hz).

Al netto del fatto che Windows ancora gestisce male i refresh così elevati (variare solo tra due valori non è comunque il massimo), non capiamo del tutto la scelta di Framework. 165Hz è un refresh da laptop gaming, ma qui non abbiamo una grafica discreta tanto potente. Per raggiungere un simile valore in termini di fps bisogna scendere intorno ai 1080p con dettagli bassi in tanti giochi recenti, e sinceramente non ha troppo senso.

Sia chiaro che avere un sistema più fluido è piacevole, ma in questo senso 120Hz già erano sufficienti.

Altri elementi degni di nota sono il sensore di luminosità, che tende a risparmiare un po’, soprattutto a batteria, e il supporto FreeSync, praticamente scontato. Buona anche la copertura al 100% dello spettro DCI-P3, ma attenzione a non abilitare il vari-bright nelle impostazioni grafiche di AMD, perché falsa decisamente troppo i colori, soprattutto ai massimi livelli di risparmio energetico (senza per altro produrre chissà quali miracolosi effetti sull’autonomia).

In conclusione, quello del Framework Laptop 16 è un display a suo agio in ogni situazione, sia nel lavoro che nello svago, ma forse l’azienda avrebbe dovuto pensare un po’ meglio al suo target: più risoluzione e (un po’) meno refresh poteva essere una scelta più oculata. 



Benchmark e prestazioni

 Framework Laptop 16Framework Laptop 13Yoga 9i Gen 8
3DMark (Time Spy)10.2901.85211.800
PCMark 1010.8005.2409.923
GeekBench 6 single-core2.6002.3202.660
GeekBench 6 multi-core12.85010.30014.350
GeekBench 6 GPU32.000 (780M) / 73.000 (RX 7700S)16.000110.000
Cinbench 2024103 (single) / 910 (multi) / 5.000 (GPU)100 (single) / 595 (multi)115 (single) / 990 (multi) / 11.050 (GPU)
CrystalDisk lettura6.940 MB/s5.110 MB/s6.950 MB/s
CrystalDisk scrittura6.385 MB/s4.000 MB/s2.600 MB/s

La differenza tra il Framework Laptop 13 e il 16 è ulteriormente ribadita dai benchmark qui sopra.

Sono due macchine completamente diverse, con scopi completamente diversi. Tuttavia si tratta di un paragone doveroso, anche perché sono gli unici due portatili dell’azienda.

Detto questo, per mettere il Laptop 16 più contro un suo pari, abbiamo scomodato un Lenovo dello scorso anno, con i9-13905H, RTX 4070 8GB GDDR6 e ben 64 GB di RAM. Doveva essere, in teoria, un paragone piuttosto impari, e invece vedete come il notebook di Framework riesca a tenergli testa in ogni ambito, con differenze che diventano più marcate nei test sulla sola GPU, anche se poi andando concretamente a giocarci la distanza è meno grande di quanto si potrebbe pensare (vedi 3DMark).

Framework spinge infatti il più possibile il processore di AMD, con temperature che rimangono prossime ai 100° sotto stress test al 100%, con un clock medio intorno ai 4,2 GHz, a fronte di un consumo della sola CPU intorno ai 50 Watt a regime.

Questo si traduce in prestazioni praticamente costanti, da parte del Ryzen 7 7840HS, anche sotto stress, con cali nell’ordine di 2-3 punti percentuali massimo dopo mezz’ora di stress test, segno di un sistema affidabile nel tempo.

Aggiungendo la GPU RX 7700S al 100%, questa assorbe ben 100 Watt, che non vanno però troppo a scapito della potenza a disposizione della GPU, che cala intorno ai 45 Watt, con conseguente diminuzione anche di clock medio e temperature (3,6 GHz / 85° rispettivamente). A regime la GPU rimane di poco sotto ai 70°. 

E superficialmente come sono le temperature? Sui tasti si arriva poco sotto i 45°, anche se essendo in plastica la percezione di calore è piuttosto bassa. Sui poggiapolsi in metallo siamo sui 36°, quindi pienamente accettabile. La parte più calda in assoluto è quella inferiore, dove i 45° sul metallo si sentono tutti, tanto che è fastidioso tenerlo in mano / sulle gambe.



Esperienza d’uso

È molto difficile sintetizzare l’esperienza d’uso del Framework Laptop 16.

Da una parte molte delle sue qualità si vedono col tempo: la riparabilità non è certo una cosa che percepisci nel quotidiano, e anche la modularità della tastiera si tratta per lo più di una scelta da fare a priori (o una volta ogni tanto), piuttosto che una cosa che andrai ogni giorno a ripensare.

Al contempo però queste due cose si portano con sé un po’ di “bagagli”, come abbiamo già visto, sia in merito alla tastiera e al touchpad, che in relazione alla qualità costruttiva generale, alle dimensioni e al peso del portatile. Se lo paragoniamo con un MacBook  Pro da 16 pollici, per quanto quest’ultimo non sia molto più leggero del Framework (tolta la GPU 7700S pesano quasi uguale), il MacBook è comunque più snello, bilanciato e trasportabile.

Non c’è sblocco con il volto, ma in compenso il lettore di impronte digitali funziona molto bene e rapidamente.

Windows così pulito poi è sempre un piacere: zero bloatware, e solo i software che davvero ti servono. Lo schermo contribuisce poi a volergli bene, perché come già notato è sempre ben leggibile in ogni situazione.

Certo, usandolo sotto stress, le ventole si fanno sentire, ma è anche vero che, come osservato al paragrafo precedente, ci sono alte temperature da tenere a bada, ma anche buone performance. Un Cyberpunk 2077 gira sui 32 fps medi a 1600p con Ray Tracing e Fidelity FX 2.1 attivo.

E poi la comodità di avere sempre tutto quello che ti occorre è un piacevole diversivo. Troppo spesso capita di trovarsi con portatili, anche grandi, che sono privi proprio di quella porta che ti serve, mentre qui te le scegli da solo. 

Come molte altre workstation, il confronto con macchine gaming può a volte risultare impietoso, perché queste ultime solitamente spingono di più sulle performance, a scapito di un design meno sobrio e di un peso meno contenuto.

Queste ultime attenuanti non valgono però per il Laptop 16, che come stazza rientra tra i notebook gaming più che tra quelli tradizionali.

Ribadisco per l’ennesima volta che è una questione di compromessi, o piuttosto di esigenze. Chi non abbia ancora trovato una workstation di queste dimensioni in grado di soddisfarlo davvero, con il Laptop 16 non avrà scuse: è praticamente possibile cucirselo su misura, al netto appunto delle dimensioni. Gli altri magari avranno già un’alternativa in testa, e allora è inutile insistere, no?

Laptop 16 vs Laptop 13

Lo ammetto, se non ci fosse stato il Laptop 13 probabilmente il mio giudizio sul Laptop 16 sarebbe stato più generoso. Il fatto è che il modello 13 pollici è più centrato sotto molti punti di vista, e soprattutto il suo essere riparabile e aggiornabile non porta con sé grandi sacrifici per l’utente.

Sul Laptop 16 il discorso non è proprio identico, perché se da una parte abbiamo una flessibilità ancora maggiore, dall’altra ci sono anche più cose che dobbiamo accettare: dal peso, alle dimensioni, alla qualità costruttiva, all’autonomia.

Inoltre, chi spende 2-3000 euro per un portatile, molto probabilmente, non lo aggiornerà per diversi anni, perché ha comunque preso un hardware al top. E in questo senso il fatto di avere un portatile modulare come questo diventa quasi inutile, tranne in quel fatidico momento, dopo magari un lustro o più, in cui vorrai aggiornare l’hardware (o in caso di imprevisti prima ancora).

L’idea alla base di Framework è: spendo un po’ di più all’inizio, ma poi mi rifaccio col tempo perché cambio i singoli componenti e non tutta la macchina. Peccato che questo ragionamento sia più allettante sul breve-medio periodo che non sul lungo. Anche perché, dopo diversi anni, saranno uscite così tante tecnologie nuove, che va a finire ci saranno da cambiare così tante cose, che la differenza di prezzo potrebbe non essere poi così a suo favore.



Autonomia

A dispetto di una batteria piuttosto capiente (85 Wh non è il massimo possibile in un portatile, ma è comunque un elevato valore di capacità), il Lapotp 16 non brilla in questo compartimento. Intendiamoci, lavorando tramite browser e suite office è davvero possibile superare le 6 ore, basta stare attenti alla luminosità e al carico di lavoro, come nel test qui sotto su PC Mark 10.

Al contempo c’è un battery drain costante, ben visibile dal ridotto tempo di idle, che è il suo vero tallone d’Achille, che obbliga a portarsi dietro l’alimentatore nel caso dovessimo passare una giornata in trasferta, perché significa che anche stando al minimo consumo possibile 8 ore non le farete mai.

  • Idle (massimo risparmio energetico, minima luminosità, 60Hz): 7 ore e 30 minuti
  • Modern Office (scrittura, navigazione e video conferenza separati da brevi periodi di riposo – prestazioni bilanciate, luminosità 25/100, 60Hz): 6 ore 30 minuti
  • Video: (prestazioni bilanciate, luminosità 50/100, volume 25/100, 60Hz): 5 ore e 30 minuti
  • Gaming (massime prestazioni, massima luminosità, 165Hz): 1 ora e 10 minuti



Prezzo

Framework Laptop 16 parte da 1.579€ nella versione DIY (quella che da assemblare da soli, senza sistema operativo, e senza RAM e storage) e 1.919€ in quella pre-assemblata (16 GB di RAM, 512 GB archiviazione, Windows 11 Home).

Il modello che abbiamo recensito noi viene circa 2.500€, giusto per riferimento. Potete comunque sbizzarrirvi con le varie configurazioni sullo store ufficiale.

Sono cifre un po’ superiori alla media della concorrenza di pari hardware, ma bisogna considerare che, col passare del tempo, sarà possibile aggiornare i singoli componenti e non l’intero portatile.

Qui qualcuno potrebbe sollevare dubbi sull’azienda stessa, visto che molti dei componenti possono essere acquistati solo da lei. Framework esiste dal 2020, per ora sembra aver vissuto una buona espansione, e non ci sono segni di criticità evidenti. Ciò non garantisce però che l’azienda sarà ancora in salute tra 10 o 20 anni, ovviamente. D’altro canto qui c’è un grado di personalizzazione, di scelta proprio dell’hardware, che difficilmente si trova altrove.

Siamo insomma di fronte a una workstation, una macchina per la quale la gente è anche disposta a spendere di più solitamente, ma chi spende tanti soldi in un notebook solitamente vuole anche delle “garanzie“, che tendenzialmente solo aziende più grandi possono dare.

Una cosa però va anche detta: il livello di ingegnerizzazione del Framework Laptop 16 è altissimo. Non si tratta solo di assemblare un mucchio di componenti: si tratta di farlo in modo che l’utente possa poi smontarli semplicemente, che possa spostare la tastiera al volo, aggiungere un tastierino o altro, cambiare la cornice del display, ecc. ecc. C’è insomma tanto lavoro, che non può essere sintetizzato semplicemente sommando il prezzo dell’hardware o guardando la concorrenza, perché la concorrenza non è fatta in questo modo. Diamo a Cesare quel che è di Cesare insomma.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Framework, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

Giudizio Finale

Framework Laptop 16

Framework Laptop 16 non è per tutti. Questa è forse la prima e più importante differenza col Laptop 13, che invece possiamo consigliare a cuor leggero al grande pubblico. Il senso è che si tratta di una workstation con delle potenzialità enormi, che un domani sarà possibile aggiornare con semplicità disarmante, ma anche con degli evidenti limiti, a livello costruttivo e per l’autonomia in particolare. E come con tutti i portatili, soprattutto quelli che costano una certa cifra, l’acquirente deve essere sicuro di una cosa: che sfrutterà tutte le sue capacità. Chi cerchi un notebook grande e potente, ma non vuole sporcarsi le mani, farà meglio a guardare altrove. Chi abbracci in pieno la filosofia di Framework non avrà occhi per nessun altro, e passerà facilmente sopra a tutti i “contro” (o quasi).

Sommario

Costruzione 8

Tastiera e touchpad 8

Scheda Tecnica 9

Schermo 8.5

Benchmark e prestazioni 9

Esperienza d’uso 8

Autonomia 6.5

Prezzo 7

Voto finale

Framework Laptop 16

Pro

  • Modularità ai massimi livelli
  • Bel display, ben leggibile
  • Buone prestazioni generali
  • Tante porte (e personalizzabili)

Contro

  • Autonomia
  • Il prezzo sale facilmente
  • Peso e dimensioni importanti
  • Costruzione non impeccabile

Nicola Ligas

Nicola Ligas
Ciao, sono Nicola Ligas, e sono caporedattore di SmartWorld.it. Sono appassionato di notebook, TV e home cinema, action cam, mobilità elettrica, e in generale di tutti quei prodotti che possono rendere più comoda la nostra vita. Se non mi trovate qui a scrivere, probabilmente sto giocando (con mio figlio).


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