Società

Fragole, star e lotterie: perché vale la pena di andare a Wimbledon (tennis a parte)

La sequenza che ha incoronato Jannik Sinner campione di Wimbledon 2025 è 4-6; 6-4; 6-4; 6-4 , sintesi della finale di domenica 13 luglio durata 4 set per 3 ore e 4 minuti ore giocata da Sinner e Carlos Alcaraz, coppia d’assi che ha regalato grandi emozioni al più antico dei tornei internazionali, terzo dell’anno del Grande Slam dopo l’Australian Open e l’Open di Francia, il Roland Garros. Oltre al grande valore in termini sportivi – gli incontri fra campioni di questo calibro sono sempre un’esperienza ad alto tasso di adrenalina – Wimbledon rappresenta di per sé una di quelle avventure da sperimentare almeno una volta nella vita.

La mia occasione è stata il 4 luglio, per una full immersion in uno dei templi mondiali del tennis. Ogni giorno, dal 30 giugno al 13 luglio, file composte ma gioiose di spettatori hanno atteso l’apertura dei cancelli dopo le 10 del mattino per godersi quello che per i local è «The Championships» o, semplicemente, «The Champs». Nonostante procurarsi i biglietti non sia semplicissimo – la lotteria ufficiale non garantisce di aggiudicarseli, ci si può sempre mettere in coda per i ticket giornalieri – il pubblico è tra i più eterogenei. Persone di tutte le età arrivano da ogni parte del mondo e sfoggiano outfit magnifici: abiti e completi di tessuti leggeri dai colori delicati, fantasie floreali, tante righe, qualcuno osa stampe con fragole, il frutto simbolo di quello che, oltre lo sport, è un evento culturale, un magnifico show di costume che racconta molto delle tradizioni british. L’All England Lawn Tennis and Croquet Club, che dal 1877 ospita uno dei più importanti tornei del mondo, è un trionfo verde e lilla, i colori del club: ortensie, campanule, edere, rose decorano i vialetti e sgorgano come fontane dalle fioriere sospese. A mano a mano che passano le ore gli spettatori continuano ad arrivare, le tribune delle court si riempiono – i campi sono 18, incluso il principale, il Centre Court – eppure, intorno non c’è mai caos né rumore, solo la brezza che diffonde nell’aria il profumo del rosmarino e dei fiori.

La suite Ralph Lauren a Wimbledon.

La suite Ralph Lauren a Wimbledon.

Nel giorno del mio debutto a Wimbledon, dopo un pranzo leggero a base di gazpacho, verdure croccanti e dolce al cioccolato nella Hospitality Suite di Ralph Lauren, Official Outfitter del Championships, mi sono spostata in Centre Court per assistere alla partita tra il tedesco Jan-Lennard Struff e Carlos Alcaraz, non prima di essermi assicurata una box di strawberries and cream – quest’anno le fragole da queste parti sono particolarmente deliziose, di «alta qualità», mi hanno detto. Per tradizione, vengono raccolte alle 4 del mattino, confezionate, consegnate a Wimbledon alle 10 e servite freschissime con la panna: amenity imprescindibile e necessaria, perché non sai mai quanto potrà durare una partita di tennis. Quella tra Struff a Alcaraz è stata vinta dal ventiduenne spagnolo con il risultato di 6-1 3-6 6-3 6-4 in 4 set andati avanti per due ore e 25 minuti. Non sempre facili per Alcaraz: ma i suoi drop shots sono stati irresistibili e decisivi.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »