Società

“Foto rubate e commenti osceni”, tre esponenti Pd denunciano il forum Phica. Dal branco digitale alle denunce, l’urgenza di educazione al consenso e cooperazione con le autorità

Nel thread di un vecchio forum, tre nomi noti e un copione ripetuto: “scatti al mare”, “frame tv”, “vita privata” trasformati in bersaglio per il branco digitale. Dopo la chiusura di “Mia Moglie”, l’onda si sposta: tre politiche Pd individuano in Phica.eu la nuova spiaggia tossica del web e invocano oscuramenti, cooperazione con le autorità e un’azione comune contro la pornografia non consensuale.

La denuncia pubblica di Alessandra MorettiAlessia Morani e Valeria Campagna riaccende il faro sulla pornografia non consensuale e sulla migrazione dei contenuti tossici dopo la chiusura del gruppo su Facebook per violazione delle policy, con atti osceni e incitazioni che rimbalzano tra piattaforme e forum.

La sequenza è ormai nota: segnalazioni, rimozioni, riemersioni altrove; intanto, il danno d’immagine e la vittimizzazione secondaria crescono a ogni rilancio, mentre si invocano indagini, oscuramenti e cooperazione con le autorità.

Le voci: indignazione, denunce, richiesta di chiusura

Secondo quanto apprende l’Adnkronos, gli agenti della polizia postale stanno indagando sulle denunce presentate.

“Da anni rubava foto e spezzoni delle trasmissioni tv” e li offriva “a migliaia di utenti”, ha dichiarato Moretti, annunciando denuncia penale e chiedendo di “chiudere e vietare” siti che “istigano allo stupro e alla violenza” in nome di una battaglia comune tra donne e uomini contro la violenza di genere.

Morani parla di “foto rubate dai social”, di “maschi che agiscono in branco” e della necessità di reagire “tutte insieme”, definendo “osceni” e “lesivi” i commenti che accompagnano le immagini.

Campagna racconta di scatti pubblici e privati, di commenti “sessisti, volgari, violenti” e persino riferimenti “dal vivo”, segno di una prossimità territoriale che accresce percezione di rischio e vulnerabilità. Nel frattempo, si moltiplicano testimonianze di attriciinfluencer e donne comuni che segnalano thread annosi e platee numerose, con richieste di chiusura del forum e di inchieste coordinate.

Educazione, norme e prevenzione: cosa manca davvero

L’urgenza non è solo repressiva: è culturale. L’educazione a consensorispetto e cittadinanza digitale — già richiamata nella cornice dell’educazione civica e nei piani su parità e non violenza — resta disomogenea, extracurricolare e fragile rispetto alla velocità della cyberviolenza.

Nel dibattito parlamentare affiorano proposte per un’ora obbligatoria di educazione affettiva e sessuale con linee guida nazionali, formazione docenti e continuità verticale; società civile e reti educative chiedono standard minimi, coinvolgimento di professionisti e integrazione con consultori e forze dell’ordine. Tra chiusure e rimozioni, il punto critico resta la migrazione dei contenuti: servono protocolli di segnalazione rapida, collaborazione strutturata tra piattaforme e autorità e strumenti di tutela effettivi per le vittime, dall’oscuramento tempestivo alla conservazione probatoria per le denunce


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