Fortnite torna su iPhone negli USA, ma ad Epic non basta: il prossimo traguardo è il mondo!
Fortnite è pronto a rimettere piede su iPhone e iPad, ma il ritorno dipende da una richiesta ben precisa. Dopo anni di battaglie legali, Epic Games ha annunciato di essere pronta a riportare il suo gioco di punta sull’App Store, ma solo se Apple cambierà le sue regole ovunque, non solo negli Stati Uniti.
Il messaggio è arrivato direttamente da Tim Sweeney, CEO di Epic, che ha lanciato quella che ha definito una “proposta di pace”: se Apple applicherà lo stesso modello senza commissioni anche al di fuori degli USA, allora Fortnite tornerà disponibile in tutto il mondo. In cambio, Epic è disposta a ritirare tutte le cause legali in corso.
Il vero punto è il pagamento: niente commissioni per Apple
Il nodo principale della questione è il sistema di acquisto dei V-buck, la valuta virtuale usata in Fortnite. Epic vuole poter informare i giocatori che i V-buck si possono comprare direttamente dal proprio sito ufficiale, senza passare dal sistema di pagamento dell’App Store.
Questo significa che Apple non riceverebbe alcuna percentuale sulle vendite.
Attualmente, Apple trattiene dal 15% al 30% su ogni transazione digitale effettuata tramite le sue app. Ed è proprio per aver violato questa regola, nel 2020, che Fortnite era stato rimosso dallo store. Da allora, l’unico modo per giocarci su iPhone o iPad è stato via cloud, attraverso servizi come Nvidia GeForce Now o Xbox Cloud Gaming, accessibili dal browser.
Il problema è che le nuove regole imposte ad Apple valgono solo negli USA. La sentenza del tribunale americano ha obbligato l’azienda a permettere collegamenti esterni nelle app, ma fuori dagli Stati Uniti nulla è cambiato.
Epic non ci sta: secondo Sweeney, o Apple accetta di estendere queste condizioni a livello globale, oppure non ci sarà alcun ritorno di Fortnite sull’App Store in altri Paesi. Nessuna via di mezzo. In altre parole, se non cambia tutto, non cambia nulla.
E le reazioni, come nel tweet qui sopra del fondatore di Telegram, Pavel Durov, non si sono fatte attendere.
Vedremo se questa “forzatura” prevarrà o se al di fuori degli Stati Uniti non cambierà nulla.
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