Fine vita, c’è una proposta del Governo. Cosa prevede
La discussione sulla legge che regola il fine vita sta generando un acceso dibattito tra i partiti. La maggioranza, che ha presentato una nuova bozza al Senato, sostiene che il testo sia una soluzione equilibrata, capace di rispettare sia il diritto alla vita che le indicazioni della Corte Costituzionale. L’opposizione, invece, boccia la proposta, definendola una limitazione della dignità e della libertà delle persone malate.
Secondo quanto illustrato dalla presidente della commissione Giustizia, la legge non apre la strada al suicidio assistito senza regole e non prevede il coinvolgimento diretto del Servizio sanitario nazionale. Chi si trova in condizioni di sofferenza estrema e irreversibile potrà chiedere aiuto per porre fine alla propria vita, ma la richiesta dovrà essere esaminata da un comitato di esperti nominati all’interno delle aziende sanitarie. Questo gruppo valuterà ogni singolo caso, seguendo criteri precisi stabiliti dalla Corte Costituzionale. Se la domanda viene respinta, la persona potrà ripresentarla, ma solo dopo un periodo di attesa di quattro anni.
Un altro punto centrale della proposta riguarda la figura di chi aiuta il malato: non sarà punito penalmente chi offre assistenza a una persona che, a causa di una malattia grave e irreversibile, decide di mettere fine alle proprie sofferenze, purché siano rispettate determinate condizioni. Tuttavia, il Servizio sanitario nazionale non sarà direttamente coinvolto nella procedura, lasciando che il supporto venga fornito da una persona di fiducia, anche in ospedale.
La legge prevede anche un rafforzamento delle cure palliative e della terapia del dolore, per garantire maggiore assistenza e sollievo a chi si trova in condizioni terminali. Tuttavia, proprio questo punto viene criticato dall’opposizione, che teme si tratti di un modo per scoraggiare le richieste di suicidio assistito, subordinandole all’obbligo di aver prima provato tutte le cure disponibili.
Le posizioni restano molto distanti: la maggioranza difende il testo come una mediazione tra esigenze diverse, mentre l’opposizione lo considera un ostacolo in più per chi soffre e chiede maggiore libertà di scelta. Secondo i critici, la legge rischia di rendere ancora più difficile l’accesso all’aiuto medico per la morte volontaria, lasciando molti malati senza alternative reali.
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