Salute

Fine vita: anestesisti e palliativisti criticano legge in Senato

Contro il testo sul fine vita in discussione in Parlamento si schierano i rappresentanti degli anestesisti e dei palliativisti. Mentre è slittato al 17 luglio l’arrivo in Senato del disegno di legge promosso dalla maggioranza, a far sentire le proprie preoccupazioni sono i medici che lavorano ogni giorno con la gestione del dolore dei e delle pazienti. Che hanno inviato due documenti ai presidenti delle commissioni Giustizia e Affari sociali a Palazzo Madama. “Il provvedimento in esame”, scrivono in una nota congiunta la Società di anestesia, analgesia, rinaimazione e terapia intensiva (Siaarti) e la Società di cure palliative (Sicp), “pur dichiarandosi attuativo della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale non ne rispetta il dettato sostanziale e si allontana dalle esperienze maturate nei contesti di cura”. Ovvero, dicono, va nella direzione opposta rispetto a quanto richiesto dai sanitari. Intanto a livello regionale procedono i percorsi delle proposte di legge di iniziativa popolare, promosse e sostenute dall’Associazione Coscioni: è il caso della Sardegna, dove il testo, che stabilisce tempi certi per chi vuole accedere al fine vita, ha ottenuto il via libera della commissione Sanità e ora si prepara a essere approvato entro l’estate.

La posizione di anestesisti e palliativisti – La nota delle due società scientifiche – quotidianamente impegnate nell’assistenza alle persone in condizioni di estrema fragilità – ribadisce che una legge su un tema così delicato “non può prescindere dalla prossimità, dalla trasparenza e dalla tutela della dignità e dell’autodeterminazione della persona malata”. Ad allarmare, in particolare, è “l’esclusione del Servizio sanitario nazionale dalla concreta presa in carico della persona e dall’attuazione della procedura. Una simile scelta rischia di privatizzare un momento così critico, lasciando la persona sola, priva di garanzie cliniche ed economiche, e consegnando a logiche esterne alla sanità pubblica un atto di estrema delicatezza”. L’altro punto, già fortemente criticato da opposizioni e associazione Coscioni, è l’affidamento della decisione a un organo di nomina politica: “Una decisione altrettanto critica”, continua la nota. Si tratterebbe di “un organismo centrale, distante, nominato politicamente e privo di qualunque relazione diretta con il paziente, in contrasto con il principio di sussidiarietà e con l’approccio relazionale indicato dalla legge 219/2017″. Il testo, secondo gli esperti, non chiarisce inoltre le modalità attuative della procedura, né individua responsabilità professionali, luoghi o criteri per garantire appropriatezza e sicurezza. In parallelo, continua a non offrire risposte credibili alla cronica debolezza della rete delle cure palliative, la cui estensione, accessibilità e sostenibilità restano gravemente inadeguate, nonostante il loro ruolo sia cruciale nel dare senso e valore all’accompagnamento alla fine della vita.

“La legge”, concludono, “non si limiti ad autorizzare una scelta tragica, ma sia in grado di tutelare davvero le persone, offrendo alternative concrete alla sofferenza e percorsi assistenziali centrati sulla prossimità, sulla relazione e sulla qualità delle cure”. Siaarti e Sicp hanno, per questo, deciso di scrivere direttamente alle istituzioni. Le due società – conclude la nota – confermano la propria disponibilità al dialogo con le istituzioni, nella convinzione che solo con il contributo delle competenze cliniche, etiche e relazionali di chi opera quotidianamente accanto ai pazienti si possa costruire una legge più giusta, chiara e rispettosa della complessità umana di queste scelte.

La legge della maggioranza – Il disegno di legge della maggioranza è atteso in Senato la prossima settimana. Il termine per la presentazione degli emendamenti è slittato al 17 luglio alle 11. Sul testo, all’esame delle Commissioni Giustizia e Sanità di palazzo Madama, si terranno infatti il prossimo 15 luglio, delle audizioni di esperti in commissione Affari costituzionali, per valutare il profilo di costituzionalità del testo di maggioranza. Saranno auditi quattro costituzionalisti, due scelti dalla maggioranza e due dall’opposizione.


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