Friuli Venezia Giulia

Fiera di San Nicolò: la delusione di commercianti

03.12.2025 – 18.30 – Anche quest’anno, la Fiera di San Nicolò riempie Viale XX Settembre di colori brillanti, golosi dolciumi e profumi che spaziano dalla fragranza delle caldarroste ai toni pungenti di salumi e formaggi. Tanti stand, 85 per la precisione, attirano passanti certamente incuriositi, ma non sempre intenzionati a spendere. La tendenza prevalente pare, ad un primo sguardo, quella di “guardare ma non toccare”. A dire il vero, sono gli stessi esercenti a confermare quest’impressione: non c’è più la clientela di una volta, certi numeri appartengono ormai al passato e, anche se non tutti lo ammettono, forse il gioco non vale più la candela. Bancarelle di generi alimentari, artigianato e accessori di vario genere si schierano ogni anno lungo viale XX Settembre, con la prospettiva di cavalcare l’onda degli acquisti prenatalizi. Eppure, l’edizione 2025 sembra segnata da un clima di delusione diffusa, che spinge i commercianti a rimpiangere tempi e affari migliori.

La grande affluenza di persone che aveva preso d’assalto la fiera nel giorno dell’inaugurazione si è ormai dispersa: un giro o due tra le bancarelle, le stesse di ogni dicembre, possono bastare. Ci si ferma magari per concedersi una frittella, o rubacchiare assaggini da uno stand all’altro. Chissà, magari qualcuno si lascia anche tentare da una padella antiaderente o da una promettente spazzola lavavetri. L’approccio generale però è evidente: si punta soprattutto sull’alimentare (salumi e formaggi sembrano andare ancora alla grande, per quanto i commercianti lascino intendere diversamente), ma sempre con parsimonia. E non dimentichiamo che l’affluenza resta, in ogni caso, più bassa rispetto agli anni scorsi. “Siamo qui ogni anno, però non è come tutti gli altri anni” dichiara infatti un commerciante di dolciumi ai nostri microfoni. “Dobbiamo mantenere i prezzi alti per coprire il costo del gazebo, che è molto elevato.” Una spesa ingente, quella affrontata dagli esercenti per partecipare alla fiera, che rischia tuttavia di trasformarsi in perdita. “È una fiera un po’ triste quest’anno” continua il collega “ forse la gente ancora non lo sa. Ci aspettiamo che nei prossimi giorni arrivi più gente.”

Tra le voci degli esercenti, una sola riesce ad aggiungere una nota positiva a questa sinfonia di rassegnazione: “Ci aspettiamo la solita affluenza degli anni passati” afferma sorridendo una commerciante di articoli di abbigliamento. “Noi lavoriamo sempre con i clienti triestini, perché ci apprezzano e perché offriamo prodotti italiani di qualità. Quindi siamo molto contenti.” Altri venditori si mostrano invece più cauti o scaramantici, e preferiscono non sbilanciarsi sulla questione incassi: “Siamo ancora agli inizi, per cui non sappiamo come andrà. Questa domanda andrebbe posta verso venerdì o sabato, così possiamo essere più precisi.” La frase rivelatrice, però, arriva puntuale: “Mi sembra ci sia un po’ meno gente e meno disponibilità a spendere.”

Insomma, questa Fiera di San Nicolò, evento idealmente all’insegna di allegria ed entusiasmo, di gioioso ha ben poco: lo schema che si ripete dal 1923 sembra aver perso il suo sapore originale, appiattendosi progressivamente a una facciata che fatica a celare un fondo di disillusione. Così, l’attrattività della manifestazione cala progressivamente già dopo i primi giorni, lasciando l’amaro in bocca a commercianti e residenti. Forse solo la presenza di San Nicolò, con i suoi occhi gentili e la sua infinita pazienza, riesce a riscaldare gli animi dei passanti.

[b.m.]




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