Festival di Spoleto, Cipriani: «Mille artisti». E lancia l’Academy per i talenti
di Chiara Fabrizi
Mille artisti al prossimo Festival di Spoleto, molti dei quali internazionali. Un grande direttore d’orchestra per un concerto imperdibile il 3 luglio in piazza Duomo. E la Festival academy che porterà in città, dopo un bando e una selezione, 20 giovani musicisti che a Spoleto studieranno per l’intera durata della manifestazione, a cui però prenderanno anche parte nell’ambito del programma dei Concerti di mezzogiorno. Non rivela titoli né protagonisti di Spoleto69, di scena dal 26 giugno al 12 luglio, il nuovo direttore artistico del Due Mondi, Daniele Cipriani, che al pubblico, ai mecenati e ai giornalisti incontrati sabato pomeriggio al Caio Meliss ha però assicurato che il Festival si aprirà al Nuovo Menotti con un’opera lirica coprodotta dal Festival e si chiuderà col concerto finale di piazza Duomo.
Al suo fianco il consulente per la prosa e l’opera Leo Muscato e la consulente per la musica Beatrice Rana, oltre al sindaco e presidente della Fondazione Festival Andrea Sisti e alla presidente della Fondazione Carla Fendi e presidente dei mecenati Maria Teresa Venturini Fendi, tutti protagonisti di una sorta di talk moderato da Leonetta Bentivoglio. «Faccio finta di non essere emozionato», ha esordito Cipriani, che alle 17 in Duomo ha presentato la sua prima proposta “Elevazione spirituale”. «Il nostro sarà un Festival democratico, per tutti, capace di far dialogare la musica colta con la musica popolare», ha detto quindi il direttore artistico, che ha poi voluto sottolineare: «Il dialogo è stata una priorità tra le prime azioni che ho voluto compiere a Spoleto e non è un caso se iniziamo con un evento in Duomo, che non ne ospitava uno credo da 30 anni».
Cipriani, che arriva dal mondo della danza, ha quindi scherzato, quando ha detto: «Voglio rassicurare tutti, il Festival non sarà dedicato alla danza, anzi la musica avrà una rilevanza importante e la prosa resta, ma aggiungeremo anche le sezioni “letteratura” e “arti visive”». Quindi un’altra rassicurazione: «Il programma della 69esima edizione è definito al 99 per cento, ma sarà svelato con la conferenza stampa primavera, ma possiamo dire che tutto quello che si vedrà al Festival saranno prime italiane, europee e mondiali, che peraltro saranno riportate in scena in Italia almeno cinque mesi dopo il Festival di Spoleto, così da far tornare la manifestazione centrale».
La parola d’ordine della nuova era è comunque «radici» che però non significa, ha detto, «visione nostalgica, ma ricerca di nuove tendenze e nuovi talenti», quindi cercando di dare una nuova interpretazione alle traiettorie che col maestro Gian Carlo Menotti hanno reso grande il Due Mondi. Sulla Festival academy il nuovo direttore ha chiarito che «per il 2026 il bando sarà riservato ai soli musicisti provenienti da tutto il mondo, poi dal 2027 anche ad altre discipline», aggiungendo che «i giovani artisti selezionati non saranno collocati in alberghi, ma coinvolgeremo la città affinché li “adotti”», ossia gli spoletini saranno sollecitati a «ospitarli nelle loro case».
Di «grande responsabilità» ha parlato la pianista Rana, scelta come consulente musicale del Due Mondi, che con «Menotti ha segnato la storia musicale italiana e non solo». E del fondatore del Festival Rana ha parlato anche quando ha sintetizzato il suo merito, ossia aver «portato contemporaneità senza la paura di farla conoscere né di scandalizzare» e in questo senso, oltreché facendo riferimento alle tensioni internazionali, Rana ha detto che l’obiettivo è «allargare il mondo, trasformando Spoleto nella capitale mondiale della musica»
Infine, Muscato che, definendosi «cintura nera di spettatore», ha garantito «uno sguardo importante sul mondo contemporaneo» anche della prosa, lodando poi sia «il legame degli spoletini col Due Mondi, che mi ha sempre emozionato fin quando da bambino venivo qui per la manifestazione», sia «il gran numero di tecnici spoletini che si è formato col Due Mondi e che nel corso degli anni ho incontrato ovunque. Ciò significa – ha concluso – che città e Festival lavorano bene, creano conoscenza ed esportano sapere e credo che il senso del nostro lavoro sia proprio quello di formare menti, cuori e umanità, per poi provare a esportarle».
Dal canto suo il sindaco ha sostenuto di aver già trovato con Cipriani «un’intesa» e ha poi fatto riferimento «ai festival europei, perché sono quelli con cui Spoleto deve competere». Sisti ha poi invitato il nuovo direttore artistico a lavorare insieme affinché si compia «un ulteriore passo in avanti per me fondamentale, ossia formare una classe dirigente della cultura imprenditoriale». Venturini Fendini, infine, ha parlato a nome di tutti i mecenati, che sono molto felici di questa nuova avventura in favore di uno dei patrimonio italiani, il Festival».
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