Festival di Cannes 2025: vince Un Simple Accident di Jafar Panahi, regista iraniano dissidente che per 14 anni non ha potuto lasciare il suo paese. «Che nessuno osi dirci come vestirci, che cosa fare, come comportarci»
Nessun premio per Fuori, unico film italiano in concorso alla 78esima edizione di Festival di Cannes, che si è chiusa questa sera, dopo che la città è stata bloccata per cinque ore da un black out totale. La cerimonia è partita comunque in orario ed è proseguita spedita, anzi, speditissima.
Ha attaccato il maestro Laurent Lafitte: «Buonasera a tutti. Alla fine di questi 11 giorni abbiamo avuto molte sorprese e un po’ di incoerenza tra coscienza sociale e glamour, l’essenziale è mettere al centro i film e chi li fa». Poi, subito il primo premio, al cortometraggio, I’m Glad You’re Dead Now di Tawfeek Bahrom.
Ma saltiamo ai riconoscimenti più attesi.
Ad aggiudicarsi la Palma d’Oro è stato, come previsto, Un Simple Accident di Jafar Panahi. Il regista iraniano dissidente, che è stato in carcere e per 14 anni non ha potuto lasciare il paese, ha realizzato un film potente a partire dai racconti delle persone che ha incontrato durante la prigionia. Il semplice incidente del titolo è quello che accade a una famiglia che sta viaggiando per tornare a casa: padre, madre alla fine di una gravidanza e figlioletta. Di notte la loro auto investe un cane. È l’inizio di un altro viaggio, quello di un uomo che riconosce l’aguzzino che aveva incontrato in carcere e si vendica. «Non per le sue opinioni politiche, ma per il suo cuore e la tenerezza, l’umanità, la libertà ritrovata, per la vita nuova», ha motivato la scelta la presidente di giuria Juliette Binoche alla consegna del premio. Tra gli applausi del Théatre Lumière, Jafar Panahi è salito sul palco con i suoi attori e produttori, e con la figlia Solmaz. «È veramente difficile parlare», ha detto emozionato, che dopo i ringraziamenti di rito ha aggiunto: «Credo che sia il momento di chiedere a tutti gli iraniani con tutte le opinioni in Iran e nel mondo di mettere da parte ogni differenza. Ciò che conta è il nostro paese e la sua libertà. Che nessuno osi dirci come vestirci, che cosa fare, come comportarci».
SAMEER AL-DOUMY/Getty Images
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