Toscana

Festa in piscina per l’associazione di estrema destra, a due passi dalla pastasciutta antifascista

Un post su Instagram che chiamava a raccolta i simpatizzanti di estrema destra: un invito a partecipare a una festa di “camerati” presso un locale del Valdarno per celebrare la nascita di una nuova associazione chiamata “Ardite schiere del Valdarno”.  Il nome appare un richiamo d’altri tempi e assume le sembianze di una dichiarazione d’intenti (quella di essere “anti antifa”, quindi contrari all’antifascismo). Sono gli elementi di una controversa vicenda che ha tenuto banco in Valdarno negli ultimi giorni. Con tanto di polemica social, fino a una sorta di smentita dei promotori, che si dichiarano minorenni.

ardite schiere valdarno 1-2

A puntare i riflettori su quanto è avvenuto è stato Enzo Brogi, con un post su Facebook  pubblicato lo scorso 26 luglio nel quale esprimeva il suo sgomento. “Pare che un gruppo di giovanissimi, sospesi fra ignorante nostalgia da manuale di storia e goliardia da ricreazione, prima con le scritte sui muri, adesso sui social abbiano annunciato la festa di nascita, in un luogo di San Giovanni Valdarno, delle Ardite schiere del Valdarno, promossa da cosiddetti “anti antifascisti”. Proprio a qualche centinaio di metri dal circolo dove ieri sera, oltre duecento cittadini si sono ritrovati per la storica pastasciutta antifascista, voluta il 25 Luglio del 1943 dalla famiglia Cervi, per festeggiare l’arresto e la destituzione di Benito Mussolini.
Difficile capire se stiano scherzando o se credano di aver inventato qualcosa di nuovo: la matematica politica, si sa, a volte produce piccole orribili personalità.
Per quanto l’iniziativa faccia (fosse vera) inquietare e (fosse falsa) sorridere, ma di cattivissimo gusto – perché un sorriso è spesso la migliore risposta alle caricature – è bene che la comunità democratica, senza clamore e senza allarmismi, mantenga quella sobria, elegante vigilanza che la storia ci ha insegnato a coltivare”.

Un post che ha ricevuto decine di commenti e che è stato condiviso molte volte. Alla fine anche il locale indicato come location dell’incontro avrebbe dichiarato la sua estraneità all’evento (la nascita dell’assiciazione), del quale ignoravano l’esistenza. Sarebbero stati proprio i titolari del locali, sentendosi parte lesa di questa vicenda a informare le forze dell’ordine, annunciando eventuali azioni di tutela per danno d’immagine. 

Il gruppo di giovanissimi ha risposto alle polemiche con un ulteriore post, nel quale – con un italiano sgrammaticato – hanno parlato di “tranello della festa” nel quale sarebbero caduti tutti gli “antifa” che li avrebbero spiati. In pratica la festa non sarebbe mai stata organizzata, ma il post avrebbe colto nel segno: far parlare di loro.  Un passo indietro o una operazione per attirare l’attenzione?

La notizia è emersa proprio nel giorno in cui le forze dell’ordine hanno eseguito una serie di perquisizioni in tutta Italia in contesti di matrice suprematista, accelerazionista, antagonista e jihadista.  E proprio in Valdarno tre giovanissimi (di 14, 15 e 17 anni) hanno ricevuto la visita degli agenti della Digos: sarebbero collegati agli episodi di vandalismo (con scritte suprematiste) dello scorso marzo. 


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