Piemonte

Festa della Liberazione, tensioni e scontri alla fiaccolata nel centro di Torino

Si è conclusa con un blitz degli antagonisti sul palco dopo un breve scontro con le forze dell’ordine che cercavano di impedirglielo, la tradizionale fiaccolata nel centro di Torino per la festa della Liberazione. Un gruppetto di persone ha tentato di conquistare la scena appena dopo che il sindaco Stefano Lo Russo aveva finito di parlare, ma sono venute a contatto con il cordone di polizia che ha risposto con le manganellate per trattenerle fino a quando la cerimonia ufficiale non si è conclusa. E solo a quel punto sono saliti sul palco autonomi, attivisti dei centri sociali e di movimenti filo palestinesi.

(ansa)

Lancio di fumogeni e qualche momento di tensione ma senza feriti alla manifestazione che era iniziata tra le polemiche già nel luogo di ritrovo, in piazza Arbarello, con l’arrivo del consigliere Silvio Viale accolto dall’ormai solita dura contestazione. Il gruppo di Radicali +Europa e Italia Viva si sono accapigliati con alcuni giovani del servizio d’ordine del corteo alla partenza.

Francesco Aceti, del coordinamento associazioni partigiane, stava parlando con i Radicali per capire le loro intenzioni: “Uno di loro ha aggredito con il bastone di una bandiera uno dei ragazzi del servizio d’ordine. Da lì è partito tutto”, racconta. Il consigliere comunale Silvio Viale con tanto di cravatta della Nato, dietro lo striscione del suo partito “La resistenza Ucraina è resistenza europea”, insieme con Azione, racconta una versione diversa: “Mi hanno aggredito senza ragione in due cercando di buttarmi per terra”.

La polizia è intervenuta per dividere i due gruppi mentre i militanti del centro sociale Askatasuna urlavano cori: “Fuori la Nato dal corteo”. Sfilano anche i ProPal che chiedono Gaza libera. E ancora: “Viale, in guerra vacci tu”. I Radicali sono stati tenuti fermi in piazza Arbarello dallo staff del “coordinamento partigiani”. “Voglio sapere chi ha dato l’ordine a una decina di buttafuori dello “staff” di tenerci fuori dalla fiaccolata – si sfoga Viale – È la prima volta in 50 anni che non partecipo alla fiaccolata del 25 aprile (la volta scorsa ero di servizio in ospedale) ed è grave che sia stato impedito a un consigliere comunale di maggioranza. È grave che sia stato impedito alle delegazioni di Italia Viva, Azione, + Europa, Ass. Radicali e liberali che continuano a ripetere che la Resistenza non fu solo comunista”.

La fiaccolata intanto è partita, aperta dai gonfaloni con i colori della città. Presente anche il sindaco, Stefano Lo Russo. Verso il fondo si sono posizionati sindacati di base, autonomi, attivisti dei centri sociali dei movimenti filo palestinesi. Il presidente dell’Anpi Nino Boeti, quest’anno a casa per gravi problemi di salute, ha voluto mandare un messaggio per attaccare le posizioni del governo che aveva invitato alla sobrietà vista la morte di Papa Francesco. “Siamo sempre stati sobri – dice Boeti – Ricordiamo le stragi, gli stupri, gli orrori del nazifascismo, non raccontiamo barzellette grasse”.

Poi parla con grande affetto di Bergoglio: “Era un alleato, un partigiano degli ultimi. Ha condiviso con noi battaglie come quella per la pace, contro le stragi di bambini a Gaza. L’Anpi su questo ha posizioni chiare rispetto al governo Netanyau anche se siamo anche noi rimasti inorriditi davanti al massacro del 7 ottobre ai danni israeliani”. Poi un invito ai ministri del governo Meloni: “Per fare politica si deve studiare. Senza i partigiani l’Italia non avrebbe un Parlamento democraticamente eletto e non ci sarebbe questo governo”.

A migliaia si sono ritrovati in piazza Castello. Il sindaco Lo Russo dal palco: “Dico grazie a chi ottant’anni fa ha scelto di resistere, di opporsi alla logica della sopraffazione e della violenza. La nostra città ha insegnato all’Italia e al mondo che esiste un tempo in cui bisogna scegliere da che parte stare. C’è una memoria da onorare, un passato da non dimenticare”. Poi Lo Russo aggiunge: “Viviamo tempi inquieti, in cui la guerra nel cuore d’Europa, nuovi muri, nuove paure, nuovi nazionalismi minacciano di spezzare ciò che abbiamo faticosamente costruito. C’è chi vuole dividere e non unire, chi vorrebbe che ogni Paese si chiudesse in sé stesso, diviso dal mondo da barriere fatte di ostacoli economici, confini, sospetti”.

Il sindaco cita Sandro Pertini, spiega che bisogna essere all’altezza del coraggio di chi ci ha preceduto: “La domanda che dobbiamo porci è: siamo ancora capaci di resistere? Ogni volta che difendiamo un diritto, ogni volta che diciamo no all’odio, celebriamo il 25 aprile e l’Europa nata dalle macerie della guerra e fondata sugli stessi ideali di pace, giustizia, solidarietà e democrazia per cui combatterono partigiane e partigiani”.

Poi una parola dedicata a Papa Francesco: “Uomo che, con voce mite ma potente, ha lavorato per costruire ponti di pace, per ricordarci che non c’è libertà senza giustizia, non c’è futuro senza solidarietà”. Lo Russo indica le fiaccole accese: “La libertà non è mai definitiva. Va difesa sempre, si conquista ogni giorno con le nostre azioni, costruendo un Paese, un’Europa migliori, che continuino a poggiarsi sui pilastri della Costituzione e dei valori del 25 Aprile”.

Il gruppo degli antagonisti prima di tentare il blitz sul palco aveva esposto uno striscione con la scritta “Resistenza contro guerra, riarmo e genocidio” e aveva anche contestato il sindaco esponendo un fantoccio con le sue sembianze in mimetica da militare.


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