Fermo entra nel consorzio e firma il protocollo
FERMO Il comune di Fermo ha firmato il protocollo di intesa con il consorzio calzaturiero Fermano-Maceratese per la tutela della qualità e della tradizione della produzione calzaturiera del territorio. Lo scopo del consorzio è rafforzare la produzione del distretto calzaturiero fermano-maceratese mediante la protezione data dal marchio di indicazione geografica. «Fermo – afferma l’assessora alle politiche del Lavoro, Annalisa Cerretani – non poteva non aderire, è la città capoluogo e non potevamo non prenderci la responsabilità di accettare la collaborazione con il consorzio e quindi firmare il protocollo d’intesa».
Le tutele
Un’azione, questa, che Cerretani ha fortemente voluto, non solo per la sua delega al Lavoro, ma perché lei, del mondo del lavoro, e più specificatamente, ha fatto parte. «Ho lavorato per diverso tempo – ricorda – nel settore delle risorse umane, con due multinazionali. Confrontandoci internamente spesso ci dicevamo che la calzatura, nel Fermano, avrebbe beneficiato da un riconoscimento Igp, un po’ come il consorzio del Parmigiano Reggiano». Un discorso, un’idea che le frulla in testa quindi da tempo, lei che a Milano, quando andava alla casa madre, veniva considerata, parole sue, «la più esperta rispetto ad altri distretti calzaturieri d’Italia». Ma tornando all’adesione di Fermo è importante non solo perché è la città capoluogo di provincia.
L’adesione
«Fermo – spiega – ha un suo settore produttivo e commerciale nell’ambito calzaturiero. Penso alla località di San Marco alle Paludi, dove insistono alcune aziende del settore, che si trovano nella zona artigianale. Penso ancora alla zona di Girola e Campiglione, dove ci sono altre aziende artigianali nel calzaturiero. E poi vorrei ricordare anche i due grandi marchi, come Fendi e Nero Giardini, che abbiamo accolto nel nostro territorio comunale accanto alle aziende artigiane». C’è la volontà di lavorare per avere riconoscimenti e ottenere qualcosa per il territorio. Un aspetto importante, quello della protezione con il marchio Igp, oltre all’innovazione. Dallo scorso anno c’è il Fermo Tech e, a proposito dell’obiettivo di riconoscere l’origine delle calzature fermano-maceratesi, Cerretani aggiunge: «Ha sede nel nostro territorio comunale, è nato e si trova a Fermo e dentro ha un’anima profondamente calzaturiera e potrebbe anche trovare terreno fertile. Tra i fondatori ci sono aziende del settore oppure dell’indotto a Fermo e nel Fermano». E mentre si raccolgono le adesioni di Comuni e aziende al consorzio, si guarda al futuro valore aggiunto che questo progetto darà concretamente a Fermo.
La visibilità
«Se dovessero riconoscere l’Igp – spiega Cerretani – ci sarebbe un’ulteriore visibilità, sicuramente. Anche se la qualità dei prodotti già parla da sola e presenta bene ciò che viene realizzato. Prova ne sono tutte le persone non marchigiane che citano o meglio ancora vengono a fare shopping nel territorio. Questo aspetto dell’Igp che resta e che mettiamo noi come gli altri in cassaforte, va aggiunto a quello più concreto della tutela che permetterà di fare azioni più concrete, di avere una maggiore protezione anche per i piccoli produttori che pure ne hanno bisogno». Anche Fermo, così come gli altri comuni, quindi stanno aderendo per far crescere e valorizzare l’unicità delle tradizioni locali e, nel caso specifico, della manifattura calzaturiera locale».