Umbria

Femminicidio di Spoleto, Romita parla cinque ore e conferma la confessione


di Chiara Fabrizi

Ha parlato per cinque ore, confermando praticamente tutto quello che aveva già detto mercoledì in commissariato a Spoleto davanti ai magistrati, Nicola Gianluca Romita, 48 anni, in carcere in stato fermo per l’omicidio volontario aggravato delle moglie Laura Papadia, 36 anni. Il gip Maria Silvia Festa si è riservata la decisione e non c’è quindi ancora provvedimento di convalida, ma è chiaro che è solo questione di tempo: Romita resta in carcere. Il 48enne è tornato a parlare di un matrimonio in crisi e del desiderio della moglie di avere un figlio che lui non voleva, tuttavia come accaduto in commissariato il giorno del delitto e del fermo anche sabato mattina in carcere davanti al giudice e al sostituto Alessandro Tana non ha ricostruito cosa sia accaduto mercoledì mattina nell’appartamento di via Porta Fuga in cui viveva da un paio d’anni con Papadia. Romita non spiega come l’abbia uccisa, anche se si ritiene che l’abbia strangolata, né spiega cosa abbia innescato l’ennesima lite con la moglie che ha poi ammazzato in camera da letto lasciandola in posizione prona sul pavimento. Romita è difeso d’ufficio dall’avvocato Manola Petrini Antonori, che mercoledì era di turno e ha quindi dovuto assumere l’incarico: «Sono stravolta e sconvolta. Romita è un reo confesso, sta collaborando con gli inquirenti, chiede perdono e si dice pentito».

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