Umbria

Femminicidio a Gualdo Tadino,


Il colpo di pistola – letale – non sarebbe partito o sparato volontariamente al culmine di una lite tra i due coniugi di Gaifana – frazione di Gualdo Tadino – trovati nella giornata del sei gennaio privi di vita nell’abitazione di famiglia. Un colpo di pistola – regolarmente registrata ed utilizzata dal femminicida per il suo lavoro di Guardia di Sorveglianza – che da quanto emerge da alcuni importanti rilievi (dei Carabinieri e del medico che ha esaminato esternamente il cadavere della vittima) sarebbe stato pensato, aspettato, insomma progettato dopo che si era consumata forse l’ennesima lite, finita con la conferma della volontà della donna di volersene andare da casa.

Eliza Stefania Feru – 30 anni, romena, sposata con il suo assassino Daniele Bordicchia – si era messa sdraiata sul divano, con tanto di copertina e cuscini, forse un segnale per dormire separati tutto il resto della notte, lasciando la camera da letto libera. Il tepore del riscaldamento, lo sfinimento per giornate difficili e la televisione in sottofondo hanno agevolato alla donna un sonno profondo nonostante l’orario ancora non proibitivo. Si ipotizza che Bordicchia – convinto che ormai tutto era perduto  – per prendere la pistola e poi sparare avrebbe aspettato quando la 30enne sarebbe sprofondata nel sonno notturno. Un’ipotesi che sarebbe avallata dallo sparo molto ravvicinato, dalla posizione della donna e dall’ora – intorno alle 23 -. Non ci sono tentativi di fuga da quell’arma puntata o tentativi atti a difendersi: l’autopsia però sarà fondamentale per capire meglio le dinamiche della tragedia. Il colpo ravvicinato è stato mirato verso organi vitali. Daniele poi non ha tentennato sul da farsi: con la stessa arma si è recato in camera da letto ed ha premuto il grilletto con la canna rivolta alla tempia. La morte è stata immediata.

In tanti si sono chiesti il motivo di tale tragedia, molte le chiacchiere sparate senza rispetto per nessuno, soprattutto verso la vittima. L’unica certezza che il matrimonio non era mai decollato e neanche il viaggio di nozze – in autunno – aveva riacceso la coppia. Daniele dei due era quello più emotivamente sconvolto tanto da aver chiesto qualche giorno di riposo. Una situazione difficile che i genitori e la sorella Cinzia erano a conoscenza ma nessuno poteva pensare alla tragedia, nessuna denuncia presentata alle forze dell’ordine, anzi era in corso un tentativo per riprovare la convivenza. Una famiglia sconvolta che con grande dignità nella giornata di ieri hanno parlato con gli inquirenti, si sono confrontati con amici e parenti, hanno pianto quei ragazzi coperti da un gelido telo bianco, in quella casa che doveva essere il castello di un’amore ed è finito per essere per gelida camera mortuaria.


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