Fedez nel nuovo libro: «Quando mi sono ammalato di cancro, Salvini mi scriveva ogni settimana. Il bacio a Rosa Chemical? Era tutto concordato»
La battaglia contro il tumore neuroendocrino del pancreas segna un altro capitolo del libro. Fedez racconta di aver ricevuto sostegno da persone inaspettate, tra cui Matteo Salvini: «Quando mi sono ammalato di cancro, è stato quello da cui sentivo, quando mi scriveva, della vera empatia. E questo nonostante avessimo idee diverse e ce ne fossimo dette di tutti i colori. Per un mese, ogni settimana mi ha scritto per sapere come stavo». Al contrario, altri politici non gli sono stati vicini: «Persone con cui avevo rapporti migliori invece non ci sono state: Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, non pervenuti. Ti scrivono solo quando hanno bisogno di te, quando gli serve usarti».
Fedez riflette anche sulle differenze della politica: «Il tema della sinistra è che ti usa: chiaro, tutti in politica ti usano, ma quantomeno la destra, umanamente parlando, sa relazionarsi con le persone. Molti politici di destra sanno parlarti da persona a persona, mentre gli uomini di sinistra ti spolpano e dopo ti voltano le spalle (…) Ma quando sei in una situazione di difficoltà, vedi il caso Balocco, con quelli di destra puoi confrontarti, ci puoi parlare. Quelli di sinistra, se li chiami, non ti rispondono più. Sono meno affidabili, sempre umanamente parlando».
Fedez non nasconde nemmeno le sue sofferenze legate alla salute mentale. Riferendosi agli psicofarmaci che aveva interrotto, scrive: «Erano diventati la mia pelle, la mia lingua, il mio pensiero». La crisi culmina in un tentativo di suicidio, evitato grazie all’intervento tempestivo di amici e medici.
Fedez riflette anche sull’attivismo di Chiara Ferragni: «Era più per seguire quasi in automatico tutte le battaglie progressiste veicolate dai social. Perché ci credesse o per posizionamento, non so dirlo – rimarca -. Il loro unico obiettivo era far vedere la donna forte, emancipata, leader, realizzata. Il modello aspirazionale. Che ha senso, ma a forzarla così tanto poi ottieni il risultato opposto, ovvero il rigetto da parte delle persone».
Il rapper ricostruisce la sua prima giovinezza: «Il periodo da teenager è stato terribile. Ho frequentato le peggiori compagnie di Milano. Che erano anche le più belle, per altri versi. Ho collezionato esperienze, ho fatto conoscenze che mi hanno portato dove sono ora. Ma erano ambienti pericolosi». Racconta l’amicizia intensa con Ghali, fatta di lealtà ma anche di violenza: «Alla prima parola storta si lanciava e si andava a picchiare. E aveva questo superpotere: sanguinare dal naso anche al tocco più leggero».
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