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Federica Brignone vince la sua seconda Coppa del Mondo: «La bellezza dello sci sono le sue mille variabili. Il mio compagno? Ha allenato i bambini e preferisce stare lontano dai riflettori»

È la sciatrice italiana più vincente di sempre. Nella sua Valle d’Aosta, a Courmayeur, le hanno appena dedicato una pista. Solo due giorni prima aveva conquistato la vittoria nel Super G di La Thuile, sulle nevi di casa, assicurandosi di fatto la Coppa del mondo generale di sci alpino: il suo punteggio era quasi irraggiungibile alla vigilia della trasferta americana. Mancava solo la conferma matematica. Campionessa polivalente, cresciuta stagione dopo stagione, Federica Brignone ha vinto a Sun Valley, in Idaho, dal 22 al 27 marzo, la sua seconda Coppa di cristallo: la discesa annullata le porta anche quella di specialità. La prima era arrivata nel 2020, facendo di lei l’unica italiana ad averne mai vinta una. Ma «Questa volta la Coppa me la consegneranno in mano e non me la spediranno per posta». È da anni che raccoglie grandi successi e ora, a 34 anni, la vicebrigadiere dei Carabinieri è nel picco della sua carriera. Standole accanto si percepisce questa energia. La si legge nel sorriso e negli occhi magnetici. Ma sono i risultati a parlare per la «tigre di La Salle»: record italiano di vittorie in Coppa del Mondo (con 83 podi di cui 37 vittorie), cinque medaglie mondiali, tre medaglie olimpiche, tre coppe del mondo di specialità in tre discipline diverse (gigante, super G e combinata), unica sciatrice italiana ad aver vinto in quattro specialità in Coppa del Mondo e l’unica ad aver conquistato la Coppa del mondo generale, nel 2020.

Federica Brignone

Federica BrignoneEzra Shaw/Getty Images

Un anno eccezionale, grandi successi e…
«È il frutto di un lavoro lungo anni. Un percorso non facile. L’aspetto mentale è fondamentale nello sci, uno sport d’adrenalina e anche un po’ pericoloso. Ho lavorato tanto sulle aspettative, sul fatto di riuscire a fare sotto pressione quello che facevo in allenamento per esprimermi al cento per cento. Ho imparato a focalizzare le energie sulle cose giuste, senza farmi influenzare dagli aspetti esterni: quando si fa sport ad alto livello la pressione è alta e la paura di non farcela anche».

Federica Brignone ph credits Giuseppe La Spada

Federica Brignone ph credits Giuseppe La Spada

Come si affronta la paura?
«Mi hanno aiutato la meditazione e l’ipnosi. Ho sempre preso spunto dai miei errori. L’anno scorso per esempio avevo iniziato la stagione alla grande ma mi sono fatta prendere dalle aspettative e ho sbagliato cinque gare di fila. Quest’anno in ogni gara ho cercato di pensare alla mia performance e non al risultato. Ci sono riuscita più del solito».

A 34 anni Alberto Tomba e Deborah Compagnoni erano già pensionati. A che cosa deve la sua longevità?
«Essere al mio massimo a 34 anni è molto soddisfacente. Tanti ci provano, pochi ci riescono. Sono cresciuta con calma, non sono stata progettata per fare la campionessa. Ho iniziato a curare tutti i dettagli a 25 anni, fino ai 20 ero allo sbaraglio: non avevo un dietologo, un preparatore atletico personale o un coach mentale. Mi sono vissuta la mia infanzia e la mia adolescenza. La vita di atleta è stata una scelta mia e questa è la cosa più bella, non mi sono mai sentita obbligata».

I suoi genitori le hanno lasciato questa libertà.
«E li ringrazio. Se io sono ancora qui e mi diverto da morire a fare quello che faccio è perché l’ho scelto io. Se mi avessero messo pressioni non avrei vissuto così bene questa vita e forse avrei smesso prima. Sono molto indipendente, se mi si mettono paletti divento un po’ ribelle. Non ho mai dato tanti pensieri ai miei genitori, ero quasi una figlia modello, ma tutte le decisioni le ho prese io».

Crede che ci sia troppa pressione sui giovani atleti?
«Io penso al mio caso: mi sono divertita e ho potuto costruire una vita a lato dello sport, quindi non sono spaventata dal fatto di smettere. Mi capita di pensare che se avessi fatto la professionista da quando avevo 15 anni magari avrei vinto di più. In ogni caso non cambierei il corso delle cose».

Federica Brignone Pentaphoto

Federica Brignone Pentaphoto


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