Favignana vota al passato, eletto l’ex sindaco che fu arrestato per corruzione. Ancora imputato, rischia la decadenza
Ritorno al passato. Dopo le dimissioni di 5 anni fa, Giuseppe Pagoto va alla reconquista: è di nuovo lui il primo cittadino alle isole Egadi. Il neo eletto, sostenuto da pezzi di Pd, potrebbe però decadere per gli effetti della legge Severino, qualora fosse condannato: è, infatti, sotto processo per corruzione. Il dibattimento è ancora in corso in primo grado e la prossima udienza è fissata per il 29 maggio. Le Egadi dunque riavvolgono il nastro tornando a 5 anni fa, quando, nel luglio del 2020, Pagoto, ristretto ai domiciliari, si era dimesso dalla guida del comune di Favignana, che comprende anche le isole di Levanzo e Marettimo. Al suo posto era stato eletto l’ex presidente della commissione antimafia, Francesco Forgione, sfiduciato però lo scorso febbraio.
Una sfiducia che ora riporta in sella l’ex sindaco, eletto con il 54 per cento delle preferenze, 181 voti di scarto (su quasi 2000 votanti) su Francesco Sammartano, ufficiale della Guardia Costiera, sostenuto da pezzi di Fdi ed Forza Italia, che si è fermato al 45 per cento. Il neo primo cittadino aveva invece il supporto di Pietro Giangrasso, iscritto al Pd, ma non rieletto al consiglio comunale. E poteva contare sull’appoggio di persone vicine al deputato regionale del Pd Dario Safina. Ma non solo: il neo sindaco contava anche sull’appoggio del deputato regionale di Fdi, Giuseppe Bica.
Questo il risultato di elezioni che si sono svolte 8 mesi prima della decadenza naturale di Forgione. Subito dopo la sfiducia, l’ex presidente dell’Antimafia aveva denunciato: “Chi mi ha sfiduciato dovrà spiegare perché lo hanno fatto proprio adesso che sono stati approvati, pronti per andare a gara, progetti per 20 milioni di euro, e perché proprio adesso che serve vigilanza anche per l’avvio dei lavori del porto”. Dopo il voto del consiglio comunale che lo ha fatto decadere, Forgione non aveva più voluto commentare le imminenti elezioni, ma adesso, ad urne chiuse, parla con ilfattoquotidiano.it: “Chi ha lavorato alla mia sfiducia, anche con atteggiamenti poco trasparenti, ha realizzato un capolavoro politico, facendo ripiombare Favignana in un passato che era meglio chiudere e un futuro del tutto incerto. Speriamo che il Pd sia in grado di dire qualcosa al riguardo”. Tra i consiglieri che hanno sfiduciato Forgione, infatti, c’è anche Giangrasso, che aveva appena aderito al Pd. Pagoto è accusato dalla procura di Trapani, tra le altre cose, di aver preso accordi illeciti col capo della Polizia municipale: in cambio della sua nomina a responsabile dell’area marina protetta (incarico con un’indennità di risultato), il vigile avrebbe evitato di multare gli esercizi commerciali non in regola per non provocare malcontento prima delle elezioni comunali. Dopo il voto, invece, avrebbe avuto – stando alle ipotesi della accusa – il benestare per sanzionare le attività gestite da cittadini che non avevano sostenuto Pagoto. L’indagine coinvolge, però, anche la parte avversa: in lista con Sammartano c’era, infatti, Kim Ernandez, figlia dell’ex sindaco Gaspare Ernandez, ora a processo per avere fatto pressioni su Pagoto proprio perché eleggesse la figlia Kim presidente della commissione di vigilanza dell’area marina protetta. Tra i consiglieri che hanno sfiduciato Forgione, Ernandez è stata adesso rieletta in consiglio comunale.
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