Farma Business, definitive 10 condanne per la cosca Grande Aracri di Cutro
Nel processo Farma Business contro la cosca Grande Aracri di Cutro condannati anche il fratello avvocato del boss e i commercialisti del clan
CUTRO (CROTONE) – Diventano definitive dieci condanne nel processo Farmabusiness. Quello scaturito dall’inchiesta della Dda di Catanzaro che delineò i nuovi assetti della cosca Grande Aracri di Cutro. Usciti di scena quanti vennero assolti in appello, e tra questi l’ex presidente del consiglio regionale Mimmo Tallini, ormai scagionato in via definitiva, restavano in piedi le accuse per la famiglia mafiosa che sarebbe riuscita a infiltrarsi in maniera sofisticata nel redditizio mercato farmaceutico. I supremi giudici hanno dichiarato inammissibili i ricorsi difensivi accogliendo la richiesta della Procura generale.
LA SENTENZA FARMA BUSINESS CONTRO IL CLAN GRANDE ARACRI
Tra le condanne confermate spicca quella a 2 anni e 8 mesi di reclusione per l’avvocato Domenico Grande Aracri, fratello del boss ergastolano Nicolino, accusato di intestazioni fittizie. Ma anche quella per il nipote del capo cosca, Salvatore Grande Aracri, ritenuto l’ideatore dell’affare, condannato a 11 anni. Quelle per la moglie del mammasantissima, Giuseppina Mauro, a 13 anni e 8 mesi, e per la figlia Elisabetta, a 8 anni. La pena più elevata resta quella per Domenico Scozzafava, l’antennista di Sellia Marina portatore di voti di Tallini e pertanto ritenuto la figura cerniera tra ‘ndrangheta e politica: 11 anni e 8 mesi.
ALTRE CONDANNE
Passa in giudicato la pena anche per Giuseppe Ciampà, condannato a 10 anni e 8 mesi, il quale si sarebbe occupato del commercio di cippato da destinare alle centrali a biomasse, sfruttando false fatturazioni e consegnando denaro direttamente alla moglie e alla figlia del boss.
Per il commercialista del clan, Leonardo Villirillo, pena confermata a 10 anni e 8 mesi. Conferma anche per il commercialista romano Paolo De Sole, condannato a 8 anni e 4 mesi. Donato Gallelli, di Catanzaro, viene condannato a 4 anni.
Al cugino omonimo di Salvatore Grande Aracri viene inflitta una condanna a 10 anni e 8 mesi. Pancrazio Opipari, di Sellia Marina, è stato condannato a 8 anni e 6 mesi. Salvatore Romano, genero di Ernesto Grande Aracri, fratello del boss, a 11 anni e 4 mesi. Il catanzarese Maurizio Sabato, a 2 anni e 8 mesi.
FARMA BUSINESS, L’INCHIESTA CONTRO I GRANDE ARACRI
Le indagini condotte dai carabinieri dei Reparti operativi di Crotone e Catanzaro si erano incentrate, si ricorderà, sul consorzio Farma Italia e la società di capitali collegata Farma Eko, i cui management sarebbero stati direttamente controllati dalla cosca.
Il consorzio riconducibile ai Grande Aracri si occupava di commercializzazione all’ingrosso di prodotti farmaceutici e parafarmaceutici. Fu costituito un network con una ventina di punti vendita in Calabria, due in Puglia e uno in Emilia.
Gli imputati erano difesi dagli avvocati Luigi Colacino, Vincenzo Ioppoli, Mario Nigro, Sergio Rotundo, Gianni Russano, Salvatore Staiano, Gregorio Viscomi.
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LA NIPOTE DEL BOSS
Intanto, la Dda di Bologna ha chiesto una condanna per un’altra nipote del boss, Rosita Grande Aracri, imputata di associazione mafiosa poiché avrebbe partecipato alle riunioni della consorteria svolgendo il ruolo di portavoce del padre, Francesco. Inoltre, avrebbe mantenuto i contatti con la casa madre recandosi più volte nel bunker di famiglia di contrada Scarazze, a Cutro, nell’abitazione del boss. Anche in questo procedimento sono stati scagionati i colletti bianchi, essendo stati prosciolti due ex sindaci di Brescello accusati di concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti della cosca, da tempo stanziata in Emilia.
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