Faraone interroga Schillaci su carenze organico Ssn
Non sono arrivate molte rassicurazioni dalla risposta del ministro della Salute, Orazio Schillaci, al Question time alla Camera di oggi. L’interrogazione di Davide Faraone, Italia Viva, chiedeva al ministro quali fossero le iniziative previste nell’immediato per colmare le gravi carenze di organico del Servizio sanitario nazionale, soprattutto in relazione alla scadenza dei contratti dei cosiddetti gettonisti. Ma dal ministro non sono arrivate risposte chiare. Schillaci ha difeso la sua misura – auspicata da più parti da chi difende la sanità pubblica – ma non ha chiarito come faranno i territori a sostituire nel breve termine il costosissimo tampone a cui molte strutture hanno fatto ricorso negli ultimi anni per continuare a garantire i servizi ai cittadini.
L’atteso blocco ai medici delle cooperative private è arrivato il 31 luglio scorso. Lo stop, oltre a intervenire su un’evidente stortura del sistema, comporta un risparmio per le casse dello Stato, ma senza la stampella dei gettonisti la sanità pubblica rischia di non stare più in piedi. Soprattutto d’estate, con l’aumento delle temperature, che peggiora i cronici problemi dei pronto soccorso. Ed è proprio su questi aspetti che si concentrava l’interrogazione di Faraone. Non su una critica alla misura, quanto sui dubbi che restano su come affrontare questo momento di transizione. Su quali alternative abbiano i reparti, soprattutto quelli nelle strutture più piccole e periferiche – che nei giorni scorsi hanno lanciato l’allarme -, per evitare il contraccolpo.
“È un tema che dovrebbe vederci compatti verso un’unica direzione. Del resto, è curioso come ci si accorga improvvisamente dell’importanza di questi professionisti proprio quando decidiamo di regolamentare un fenomeno che, mi permetto di ricordare, fino a ieri veniva definito da molti come una deriva privatistica della sanità“, ha risposto Schillaci. “L’esternalizzazione selvaggia nasce da un contesto ben preciso: anni di mancata programmazione, tagli lineari, scarsa attrattività del Ssn – prosegue -. Vogliamo un sistema dove paziente viene visitato da cinque medici diversi in una settimana? Capisco i timori per il periodo estivo. Ma forse dovremmo chiederci perché siamo arrivati al punto di dipendere dai gettonisti per garantire le ferie al personale”, dichiara il ministro, che poi cita anche il disegno di legge sulle prestazioni sanitarie, il cui esame in consiglio dei ministri, inizialmente previsto il 4 agosto, è slittato a settembre e per cui le tempistiche sono tutt’altro che certe. “Stiamo portando avanti il ddl – spiega -. Permetteremo alle Regioni e agli enti del Ssn di assumere direttamente professionisti con contratti di collaborazione, non attraverso cooperative. È un percorso ponte per riportare i medici dentro il sistema pubblico”, conclude Schillaci.
Dura la replica di Faraone: “Siamo a favore dello stop ai gettonisti, ma dalla gestione della riforma si deduce che Schillaci è del tutto all’oscuro dei problemi che affliggono i pronto soccorso italiani: evidentemente invece che negli ospedali vive rintanato nel ministero”, ha dichiarato. “Come fa il ministro a dipingere come idilliaca la situazione degli ospedali e dei pronto soccorso italiani?”, chiede Faraone. “Rispetto ai fabbisogni del sistema sanitario – sottolinea – mancano 60mila infermieri e 15mila medici. In una simile condizione di emergenza, il 31 luglio, quando medici e infermieri sono in vacanza e la pressione sugli ospedali aumenta per le presenze turistiche, il ministro ha improvvisamente deciso di far mancare l’apporto dei gettonisti. E senza offrire un’alternativa. La riforma è sacrosanta – precisa il vice presidente di Iv – ma la transizione doveva essere gestita in modo diverso. Così si danneggiano medici, infermieri e, soprattutto, i pazienti, che spesso vedono pregiudicata la possibilità di essere curati“, conclude.
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