Fano, inseguito dai carabinieri lancia la cocaina dal finestrino. Nell’auto aveva un sistema anti intercettazioni. Arrestato 19enne
FANO La droga e il dispositivo anti intercettazioni in auto, arrestato giovane albanese. Il fatto è avvenuto lunedì sera quando i carabinieri della compagnia Fano hanno individuato un’auto segnalata come sospetta. Si tratta di una utilitaria, una Ford Fiesta, e fin qui non ci sarebbe nulla di strano.
L’indizio
Un veicolo come tanti se non fosse che si tratta di un mezzo di proprietà di un uomo italiano agli arresti domiciliari per via di vicende legate alle sostanze stupefacenti. E gli investigatori questo lo sapevano benissimo. Tanto da accendere un faro sul suo conto. I carabinieri lo hanno tenuto sotto osservazione l’auto e il giovane albanese, un 19enne senza fissa dimora, arrivato da poco in Italia con permesso di soggiorno turistico, ha parcheggiato davanti a un residence nella zona di Torrette. Qui si è incontrato con un uomo che guidava un’auto lussuosa di grossa cilindrata. Un mezzo che non passava inosservato. Non è chiaro se qui ci sia stato qualche scambio o semplicemente un contatto. Ma i militari hanno continuato a seguire il ragazzo. Lui si è accorto e ha tentato di accelerare per liberarsi dalla morsa dei carabineri. Frangenti in cui è stato visto gettare qualcosa dal finestrino. Alla fine ha desistito ed è stato fermato all’altezza di Torrette di Fano. I militari hanno recuperato i due involucri gettati dal finestrino dell’auto in corsa. Uno di questi era un normale pacchetto di sigarette. O quasi, perché all’interno c’erano oltre 20 grammi di cocaina. Anche nell’altro contenitore c’era della cocaina per un totale complessivo di una 40ina di grammi, per gran parte già divisa in dosi pronte per il commercio al dettaglio. Il ragazzo aveva anche 400 euro addosso oltre a delle cartine e cellophane pronti per il confezionamento e già numerati.
La serialità
Una sequenza che descrive anche la serialità con cui venivano fatte le operazioni di confezionamento e magari i destinatari da raggiungere. Ma i militari hanno trovato anche altro: un dispositivo per rilevare e schermare le intercettazioni. Un rilevatore di cimici che capta onde radio, campi magnetici, apparecchiature nascoste così da disturbare le frequenze e impedire che gli inquirenti possano ascoltare conversazioni o seguire la persona tramite Gps. Lavora su determinate frequenze e “protegge” il malvivente da azioni di controllo. Un segnale chiaro che il giovane aveva messo in piedi un’attività di spaccio e che, per tutelarsi rispetto alle indagini, aveva in mano dei marchingegni per depistare gli inquirenti. Così è scattato l’arresto e ieri mattina si è tenuta l’udienza di convalida in carcere a Pesaro.
La convalida
Il 19enne era difeso dall’avvocata Maria Elena Cortiglioni e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Scena muta. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha rimesso in libertà il ragazzo con divieto di dimora nella regione Marche ed Emilia Romagna. L’avvocato ha la procura speciale per poter avanzare un eventuale patteggiamento. Il giovane dovrà lasciare la zona, potrebbe tornare in Albania o rendersi irreperibile visto che non ha un indirizzo.