Fano, autista Ami pestato per aver difeso una donna. «Preso a pugni, anche mentre ero a terra»
FANO «Sono stato preso a pugni e i colpi continuavano anche dopo che sono caduto a terra, un’esperienza terribile». Drammatica la testimonianza di un autista in servizio all’azienda Ami, che è stato dimesso ieri dall’ospedale Santa Croce a Fano, dopo avervi trascorso 24 ore in osservazione. Sul viso sono tuttora ben evidenti, e lo saranno ancora per diverso tempo, i segni dei traumi lasciati dalle botte ricevute lunedì scorso intorno alle 13, mentre si trovava al capolinea della stazione ferroviaria.
Acquisite le immagini
«Mi risulta che la polizia abbia già acquisito le immagini della video-sorveglianza», affermava ieri l’autista di autobus, un lavoratore sulla cinquantina, che si è recato al commissariato di Fano per la denuncia contro un uomo già identificato. Un episodio inquietante, che ha suscitato sconcerto tra i colleghi del conducente e che l’azienda per il trasporto pubblico condanna, in una nota diffusa nella giornata di ieri, come «aggressione». È una di quelle storie che si potrebbero definire a miccia lunga. Iniziata come uno screzio su un autobus della linea 2, la vicenda è esplosa all’autostazione circa una settimana dopo, in un crescendo di aggressività e di violenza. Era il pomeriggio di lunedì scorso. «Sei o sette giorni prima – racconta l’autista ferito – ho avuto un diverbio con un passeggero, che stava accompagnando una persona con difficoltà a muoversi. Il primo dei due uomini, intendo l’accompagnatore, quando è salito sul mezzo ha iniziato a proferire insulti di stampo razzista contro una giovane donna, che pure si era alzata per lasciare libero il posto a sedere. Sono intervenuto, invitando il primo dei due passeggeri a stare tranquillo e a mostrarsi più educato. Il risultato? Ha risposto in malo modo anche a me».
Nuove scintille quando, a una fermata. Il primo dei due passeggeri ha chiesto di scendere dall’uscita anteriore, ricevendo un diniego: a termini di regolamento, i passeggeri scendono a terra passando dalla portiera centrale. L’uomo sarebbe uscito, spiega l’autista di Ami, borbottando frasi minacciose. Tutto finito? Per niente affatto. Si è arrivati così alla mattinata di lunedì scorso. Intorno alle 11 il conducente di autobus si stava ristorando con un caffè al bar, durante una pausa. «Quel passeggero dei giorni prima mi ha visto – prosegue l’autista – si è avvicinato a passi svelti e ha ricominciato con i suoi modi aggressivi. L’ho invitato a calmarsi, poi ho fatto per andarmene, ma ho ricevuto una botta sulla spalla: i miei colleghi l’hanno bloccato. Sono intervenuti i carabinieri, ma si era allontanato e non l’hanno trovato».
Aggressore identificato
L’epilogo un paio di ore più tardi: «L’ho rivisto alle 13 – conclude il conducente – ma in autostazione. Si è avvicinato di nuovo, altri insulti. Si è denudato il busto, si è infilato un paio di guanti e mi picchiato anche quando sono caduto a terra, salendomi sopra. La polizia l’ha rintracciato nelle vicinanze. Indossavo la divisa da lavoro, in quel momento svolgevo la funzione di pubblico ufficiale». Ieri l’azienda per il trasporto pubblico ha espresso solidarietà nei confronti dell’autista, così come hanno fatto tanti altri colleghi a titolo personale.