Falsi contratti per avere le borse di studio: la guardia di Finanza di Torino scopre una truffa da mezzo milione. Coinvolti 80 studenti
“Qualcuno ha bisogno di un contratto utile per l’Edisu? Non la casa, solo il contratto, scrivetemi in privato. Due o tre contratti sono disponibili”. Era con messaggi come questo sulle chat dei social che agli studenti, coinvolti nell’operazione della guardia di finanza di Torino sui falsi contratti d’affitto per ottenere borse di studio dall’Ente regionale del Piemonte per il Diritto allo Studio, Edisu, veniva offerta, dietro pagamento, la possibilità di dichiarare una residenza sul territorio regionale, requisito necessario per ottenere il beneficio.
La Guardia di Finanza di Torino, in collaborazione con l’Edisu Piemonte (l’ente regionale per il diritto allo studio universitario), ha smascherato una truffa sulle borse di studio universitarie per un valore complessivo di 513.522,95 euro. Parte di questi fondi proveniva dal Pnrr e includeva anche l’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, erogata in due tranche annuali. L’indagine, denominata “Fake Home”, ha coinvolto ottanta studenti stranieri, prevalentemente di origine iraniana, indiana e pakistana, iscritti in varie sedi degli atenei torinesi. Di questi, 23 sono stati denunciati per indebita percezione di erogazioni pubbliche, dopo aver incassato entrambe le tranche della borsa di studio per l’anno accademico 2022/2023, superando così la soglia legale di 3.999,96 euro.
47 gli studenti che sono stati sanzionati con multe amministrative per un totale di 404.544,61 euro, avendo percepito la prima tranche per l’anno accademico 2023/2024, mentre altri undici sono stati segnalati per tentativi di ottenere la borsa di studio per il 2024/2025 e sono stati esclusi dalle graduatorie dall’Edisu. Tutti i beneficiari illegittimi dovranno restituire le somme ricevute. Tra i denunciati figurano anche due proprietari di immobili e un intermediario, che svolgeva anche il ruolo di mediatore linguistico. Quest’ultimo, secondo le indagini, faceva da tramite tra gli studenti e i proprietari degli immobili.
La ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini ha sottolineato come le risorse pubbliche debbano andare a chi ne ha realmente diritto: “Grazie alla Guardia di Finanza di Torino per l’operazione che ha portato alla luce una nuova truffa da oltre mezzo milione di euro sulle borse studio. Abbiamo il dovere di garantire che le risorse pubbliche vadano agli studenti che ne hanno realmente diritto. Le prime vittime di queste frodi sono proprio loro. Continuiamo a lavorare insieme alla Guardia di Finanza e agli Enti per il diritto allo studio regionale per rafforzare la tutela del diritto allo studio ed evitare raggiri che sottraggono possibilità a studenti capaci ma in difficoltà. Il vero diritto allo studio deve andare di pari passo con la legalità e le risorse devono andare nei veri luoghi del bisogno”.
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