FAFO, il trend che divide i genitori: autonomia o abbandono pedagogico? Quando educare diventa spettacolo e viralità, ecco perché gli esperti mettono in guardia dai rischi per i minori
Sui social, e soprattutto su TikTok, l’hashtag #FAFO è diventato virale, portando centinaia di genitori a confrontarsi sui limiti dell’educazione “esperienziale” e sull’importanza della guida adulta. Ma il trend, che per alcuni celebra l’autonomia e il coraggio dei bambini di imparare dagli errori, per altri – e in particolare secondo l’Associazione Meter – rappresenta un rischio educativo grave.
A prendere posizione è stato don Fortunato Di Noto, presidente di Meter, l’associazione in prima linea per la tutela dei minori: “L’educazione non può mai ridursi a un esperimento sociale. Lasciare che un bambino ‘scopra da solo’ le conseguenze, senza un accompagnamento vero, può trasformarsi in abbandono pedagogico”.
Il metodo FAFO, che prevede di lasciare i figli completamente liberi nelle loro scelte per imparare su sé stessi dall’esperienza diretta, ha suscitato entusiasmo in una parte della comunità online. I sostenitori sottolineano che questa filosofia instaura nei giovani responsabilità e capacità di affrontare le conseguenze delle proprie azioni. Diversa è la valutazione degli esperti e delle associazioni per l’infanzia: “Un bambino ha bisogno di sostegno e presenza – avverte Meter – soprattutto nelle fasi più delicate della crescita, quando la capacità di giudizio non è ancora pienamente sviluppata”.
La preoccupazione aumenta se si considera l’attuale scenario digitale: “Oggi i bambini sono esposti a pericoli reali, tanto online quanto offline”, spiega don Di Noto. Per Meter, ridurre l’educazione a contenuto virale significa sminuire la responsabilità adulta: “Condividere sui social i momenti di fragilità dei figli trasforma l’educazione in uno show. Educare non vuol dire filmare i propri figli mentre sbagliano per ottenere visualizzazioni o monetizzazione”.
L’associazione chiede ai genitori di riscoprire una presenza attiva e consapevole nella crescita dei figli: il principio “azione-conseguenza” può essere valido, ma solo se accompagnato da guida, supporto e supervisione. In un’epoca dove la ricerca di consensi social può indurre a spettacolarizzare anche l’errore infantile, Meter lancia un appello: “I minori non sono esperimenti né contenuti digitali. La tutela dell’infanzia viene prima di tutto”.
Il dibattito rimane acceso, tra chi vede nel metodo FAFO una risposta efficace a certi modelli educativi iperprotettivi e chi, come Meter, invita a non confondere libertà educativa con abbandono. Una riflessione che riguarda non solo i genitori, ma tutta la società chiamata a proteggere bambini e ragazzi in ogni contesto, reale e virtuale.
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