«Facciamola subito, le minoranze in Parlamento ci stanno?»
MACERATA La Zes (Zona economica speciale) estesa dal governo Meloni a Marche e Umbria accende il dibattito politico. A intervenire, sfidando per la prima volta direttamente il suo competitor alla guida della Regione Matteo Ricci, è il governatore Francesco Acquaroli. «Ricci dice che è una finzione? Esiste uno strumento per sbloccare in tempi rapidi e certi il disegno di legge presentato ieri (lunedì, ndr.) dal Governo per estendere la Zes alle Marche e all’Umbria: farlo approvare direttamente dalle commissioni competenti di Camera e Senato. Basta che Ricci – incalza – chiami i suoi riferimenti in Parlamento e se tutti sono d’accordo, maggioranza e opposizione, nel giro di pochi giorni la proposta predisposta dal Governo può diventare legge».
Come dimostra il Consiglio dei ministri, la maggioranza di centrodestra «ha già dato il proprio ok – sottolinea il governatore -. Aspettiamo che Ricci senta le minoranze e che diano la propria disponibilità per approvare in tempi definiti e immediati questa proposta che rappresenta una svolta storica per la nostra Regione. Noi siamo pronti». La Zes diventa quindi il primo vero terreno diretto di scontro politico tra i due contendenti. Ma il provvedimento fa discutere, nel merito, anche il mondo delle imprese, da sempre impegnate in prima linea per difendere gli interessi del territorio. «Abbiamo sempre chiesto la Zes ritenendola uno strumento necessario per lo sviluppo e la competitività delle nostre imprese – argomenta Marco Ragni, presidente di Confindustria Macerata – L’abbiamo sempre auspicata soprattutto per le aree del cratere. Il provvedimento del Governo quindi ovviamente non può che essere visto in maniera favorevole. Adesso dovremo capire bene dove queste risorse cadranno, come cadranno, nella speranza che ci sia una visione di territorio strategica per fare in modo che questo provvedimento abbia un impatto veramente positivo. Sappiamo che ci sarà una cabina di regia che sarà integrata, dal quel che è emerso, dai Presidenti di Regione, e sarebbe auspicabile che in qualche modo vengano coinvolte anche le associazioni di categoria. Ripeto, noi chiediamo la Zes da tantissimi anni, ci sono delle condizioni di disagio sul territorio e chiaramente tutto questo condiziona la competitività delle nostre imprese».
L’impegno
Cna Macerata, attraverso il presidente Simone Giglietti commenta: «L’inserimento delle Marche nella Zona Economica Speciale rappresenta un passo nella giusta direzione. Le imprese hanno bisogno di strumenti efficaci per affrontare una congiuntura complessa, e le agevolazioni previste dalla Zes possono rappresentare una vera svolta. Come sistema Cna, avevamo già indicato questa necessità fin dall’istituzione della Zes unica per il Sud, e lavoriamo in tal senso senza sosta dal 2021. Chiediamo al Governo di rendere la decisione subito operativa attraverso un Decreto Legge, accompagnato da uno stanziamento adeguato e proporzionale ai nuovi territori coinvolti». Articolata la posizione del segretario della Confartigianato Macerata-Fermo-Ascoli Giorgio Menichelli. In attesa dei prossimi passaggi parlamentari e dei decreti attuativi, Menichelli sottolinea il valore strategico della misura. «Con l’approvazione del disegno di legge che estende la Zes Unica anche alle Marche e all’Umbria, il Governo compie un passo significativo verso una maggiore equità territoriale, segnando un importante passo avanti verso un’effettiva parità di accesso agli strumenti di sviluppo per le imprese del Centro Italia. Questa scelta rappresenta per noi una grandissima soddisfazione, perché il riconoscimento del diritto delle imprese del nostro territorio ad accedere agli stessi strumenti già attivi nel Mezzogiorno è da tempo una nostra priorità, su cui non abbiamo mai smesso di lavorare».
Il passaggio
Si tratta di un passaggio fondamentale che potrà favorire la competitività, la coesione territoriale e la crescita delle comunità imprenditoriali. «Il provvedimento, infatti, apre la strada a incentivi fiscali importanti, come il credito d’imposta fino al 100% per investimenti produttivi superiori a 200.000 euro (fino a un massimo di 100 milioni), con possibilità di utilizzo fino al 15 novembre 2025, introduce semplificazioni procedurali concrete, come l’autorizzazione unica e l’adeguamento del Piano Strategico 2024–2026 già adottato a livello nazionale con il riconoscimento delle peculiarità territoriali delle due regioni, anche in relazione ai territori colpiti dal sisma e alle aree di crisi industriale complessa», prosegue Menichelli. Presumibilmente le filiere interessate saranno le stesse previste ora dal Piano, ovvero agroindustria, turismo, elettronica e Ict, sistema casa, moda e Made in Italy, energia e ambiente, chimica e farmaceutica, mobilità sostenibile e aerospazio. «Si tratta di settori già individuati per il Sud e perfettamente rappresentati anche nel nostro territorio, che meritano attenzione e investimenti mirati». Menichelli poi affronta iol nodo tempi. «Siamo consapevoli che i tempi non saranno immediati. Ma il segnale è chiaro: finalmente si agisce per colmare un vuoto normativo che penalizzava imprese capaci, resilienti e già internazionalizzate e garantire pari opportunità».