Società

Fabiola di Sotto, che ha voluto spiegare ai suoi figli (e a tutti i bambini) perché essere vegani

Fabiola di Sotto – romana, 22 anni, food content creator, mamma è già autrice di «Cucina vegetale da paura», non ha scritto un libro sull’essere vegani, ma ha scritto un libro sull’inclusione sociale. È questo che colpisce scorrendo le pagine del suo «Mamma, gli animali non li voglio nel piatto», appena uscito in libreria (se vi piacciono i libri di cucina, qui trovate i nostri preferiti di sempre) e scritto per raccontare e spiegare ai più piccoli la scelta di chi non mangia materie prime animali.

Perché, alla fine, quella che può essere una scelta come un’altra, come tutte le decisioni che portano in un’unica direzione può essere un peso da sopportare, soprattutto per i bambini, che si trovano a non saper spiegare perché si sentono diversi, visto che diverso è quello che mangiano. Fabiola, allora, prova ad aiutarli, con un fumetto in cui gli alter ego dei suoi figli (Leonardo, cinque anni e mezzo e Giordano, due e mezzo) spiegano ai loro amichetti il perché della loro scelta e di quella dei loro genitori, facendone una lezione universale di rispetto delle differenze.

«L’idea di scrivere questo libro è nata quando un giorno, guardando mio figlio piccolo giocare felice nella sua stanza, ho pensato a un modo per potergli parlare della scelta, mia e di mio marito, di essere vegani», racconta Fabiola. «Sicuramente portare i propri figli in un rifugio nel quale poter vedere gli animali liberi, poterli toccare ed empatizzare con loro, è un grande passo, ma in quale modo avrei potuto far sentire meno solo il mio bambino, non così diverso dagli altri? Sicuramente conoscere coetanei che vivono la stessa situazione è la scelta ideale, ma non tutti ne abbiamo la possibilità: e quindi, visto che i piccoli amano tanto le favole, perché non un bel libro?».

Fabiola di Sotto che ha voluto spiegare ai suoi figli  perch essere vegani

Da quanto non mangia carne?
«Io sono vegana dal 2011, quindi da tanto. Mi sono sposata nel 2017, con uno chef vegano, quindi la nostra scelta è stata comune. Poi abbiamo costruito una famiglia e la prima domanda che mi sono fatta, in gravidanza, era capire se questa fosse una dieta sana per il mio bambino. Fino a quel momento avevo pensato solo per me stessa, non mi ero mai posta la questione».

E lo era, una scelta sana?
«Sì, quest’esperienza mi ha fatto scoprire un mondo che non conoscevo. Libri, pubblicazioni scientifiche, e naturalmente i nutrizionisti. Ho capito che potevo farlo, e farlo bene. Quindi anche mio figlio l’ho svezzato seguendo quel tipo di alimentazione. Io sono una mamma, e per quanto siano importanti i miei valori non saranno mai più importanti della vita di un figlio, quindi se non fosse stato più che sano non lo avrei mai fatto».

I suoi figli, dunque, crescono vegani?
«Non userei questo termine, perché essere vegani credo sia una scelta che deve essere maturata in modo autonomo, e loro sono troppo piccoli per farlo. Loro mangiano vegetale a casa e a scuola, ma è giusto che vivano la loro vita di bambini senza caricarsi il peso del mondo sulle spalle. Non è che quando siamo a una festa di compleanni gli dico cosa possono mangiare, o gli vieto di mangiare la torta perché non è vegana. Anzi, mi è capitato che me lo chiedessero e io gli ho detto che lo era, anche se non era vero: non voglio che si sentano in alcun modo esclusi. Il cibo ha tanto a che fare con la socialità, e non voglio che la loro venga compromessa».


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »