F1 avrebbe avuto lo stesso successo senza Brad Pitt?
Ci sono attori che sono sempre capaci di fare la differenza e, in questo, Brad Pitt non è mai stato secondo a nessuno. Né quando era uno dei divi più richiesti del mondo né tantomeno adesso che, a 61 anni, continua a esercitare un magnetismo e una presenza scenica senza eguali. Il suo ultimo film come protagonista e produttore è F1, una pellicola ambiziosa e adrenalinica che in ben due ore e mezza è capace di portare lo spettatore all’interno dei circuiti della Formula Uno gioendo e soffrendo insieme ai protagonisti. Brad Pitt in questa storia, più che l’eroe, è il redivivo che cerca riscatto: interpreta, infatti, Sonny, un quasi campione del passato che corre in soccorso dell’ex compagno di gara Javier Bardem per provare a risollevare la sua disastrosa scuderia, considerando che le sue macchine non hanno mai ottenuto un punto in nessuna gara.
Con quel sorrisetto alla Brad Pitt e quell’aria da incosciente che sa benissimo quello che fa, Brad Pitt è il vero asso nella manica di F1, al punto da portarci a credere che, senza di lui, il film non avrebbe ottenuto il successo che sta riscuotendo in tutto il mondo, in modo particolare in Italia, dove è riuscito a superare il nuovo film della Pixar Elio, ingiustamente passato sotto silenzio. Al di là di una durata effettivamente eccessiva – mezz’ora in meno e sarebbe stato perfetto – il film ci mette di fronte a una nuova prospettiva: meglio scommettere sulla giovane promessa o sul veterano che cerca di finire la sua carriera con onore? Se quel veterano è Brad Pitt la risposta è molto semplice, anche perché F1 fa di tutto per dimostrare che la gioventù porta spesso con sé inesperienza e fretta di arrivare.
Il Sonny di Pitt, invece, non ha niente da perdere e da dimostrare: lo guardano tutti dall’alto in basso certi che farà qualche sciocchezza, e questo giudizio non può che fargli comodo perché, quando non ci aspettiamo niente da qualcuno, quel qualcuno può davvero permettersi il lusso di provare a fare la differenza. In definitiva, il nuovo film di Joseph Kosinski, già dietro il successo di Top Gun: Maverick che ha riportato in vita un franchise storico in maniera intelligente e originale, ci insegna due cose: che, quando si tratta di vecchie glorie come Tom Cruise e Brad Pitt il pubblico corre al cinema senza farselo ripetere due volte, e che in questi tempi rapidissimi in cui oggi sei famoso e domani rischi di essere dimenticato i divi veri sono e rimarranno sempre quelli che si sono affermati quando non avevamo i social. A dimostrazione del fatto che meno sappiamo della vita quotidiana di un divo e più siamo ammaliati dal suo mistero.
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