Explora I, come si viaggia a bordo della prima nave di lusso di MSC
Per le crociere il 2026 sarà un anno record, e le crociere di lusso, come quelle offerte da Explora Journeys, avranno la loro parte. Secondo le previsioni diffuse dagli addetti ai lavori, nel 2026 ci saranno in Italia 15,4 milioni di crocieristi movimentati, in crescita del 2,6 percento sull’anno precedente. Questi numeri diventano più consistenti se proiettati a livello mondiale: nel 2024 sono stati 34,6 milioni i crocieristi nel mondo, un balzo enorme rispetto ai numeri dell’immediata post-pandemia.
Pur in forte sviluppo, il comparto crocieristico rappresenta appena il 2-3 percento del turismo globale. Ancora più piccola è la quota del crocierismo di lusso, che a oggi conta un centinaio di navi operative ma diverse unità in arrivo. Il nome nuovo in questo comparto minuscolo ma molto ambito (e remunerativo) è quello di Explora Journeys, compagnia di lusso che al momento dispone di due navi di recente inaugurazione – Explora I e II – a cui si aggiungeranno altri quattro esemplari in arrivo entro il 2028.
Lo sbarco di Explora Journeys sta movimentando non poco le acque di questo sofisticato segmento delle crociere, anche grazie all’introduzione di un format che eleva il food, l’arte, il design e il relax di bordo su nuovi livelli. Durante il suo ultimo passaggio sul Mediterraneo prima della stagione caraibica, noi ne abbiamo approfittato per una toccata e fuga su Explora I, la capostipite della flotta. Ecco cosa abbiamo visto e vissuto.
Come si mangia sulle crociere Explora: il senso del food per le navi boutique
In un periodo storico in cui il food è stato elevato al centro delle strategie di ospitalità di borghi, città, metropoli, traghetti, giganavi da crociera e di qualunque altra realtà di terra e di mare che voglia attrarre turisti, non stupisce che a bordo di una nave di lusso la responsabilità delle scelte culinarie venga affidata a persone con bagagli pesanti di esperienza nel settore.
La triade che su Explora I si occupa di decidere tutti i giorni cosa finisce in tavola è formata dall’Head of Culinary Franck Garanger, dal Corporate Executive Chef Jérôme Toumelin e dall’Executive Pastry Chef Christophe Sapy a cui si aggiunge la nutrita brigata di cuochi – molti dei quali asiatici – con cariche meno roboanti a cui è affidato il funzionamento operativo dell’instancabile macchina della ristorazione di bordo.
All’Emporium Marketplace – il buffet, aperto tutto il giorno – si servono sushi, frutti di mare, carni fresche e pasta fatta a mano, cotta e condita al momento. Sono però i ristoranti di specialità a farla da padrone, soprattutto la sera: noi abbiamo provato il giapponese Sakura (pezzo forte: il tataki di wagyu con insalata di wakame e pepe selvatico del Madagascar), la steakhouse in stile newyorkese Marble & Co. Grill (uno dei must è la costata di carne di manzo frollata per 30 giorni) e il francese Fil Rouge, dove assaggiare – ça va sans dire – le escargot o, se come nel nostro caso l’idea non vi entusiasma, la zuppa di cipolla accompagnata da baguette impastata secondo la ricetta originale francese.
Di solito le navi di lusso adottano la forma all-inclusive, sia per il cibo che per gli alcolici. È uso delle compagnie tenere fuori da questo pacchetto uno o due nomi che a fronte di un prezzo contingentato (menu degustazione 165 euro a persona; abbinamento vini 70 euro a persona) offrono all’ospite un’esperienza molto simile a quella garantita da un ristorante stellato di terra. Nel caso di Explora I questo indirizzo è Anthology, in cui Franck Garanger e brigata realizzano un menu in sette portate in cui spiccano l’antipasto con gamberi rossi di Mazara del Vallo, i ravioli allo scampo, il filetto di manzo Jersey con salsa all’amarone e i cannoli siciliani con pistacchio di Bronte.
L’arte a bordo di Explora Journeys: la nave come galleria itinerante e casa (di lusso)
Quella a bordo di Explora I è la più grande collezione d’arte che abbiamo mai visto su una nave di lusso. L’esposizione, allestita al ponte 5, è stata affidata alla Clarendon Fine Art, galleria d’arte contemporanea inglese con cui Explora Journeys ha di recente stipulato una partnership. Questa collaborazione ha permesso di portare in mare litografie originali di Andy Warhol, sculture in bronzo di Salvator Dalì (Profile of time e Alice in Wonderland), tele di Damien Hirst e Banksy, le opere di arte cinetica di Patrick Rubinstein (Chanel Numéro Pop), le fioriture dorate di Jack Frame (Gilded Blossom) e le rappresentazioni pop-street art di Mr. Brainwash.
Il giorno successivo alla nostra prima visita alla Galleria, alcuni quadri sono scomparsi. Per un attimo abbiamo creduto che fossimo di fronte a un caso Louvre in salsa marittima, poi ci è stato spiegato che le opere vengono spostate e cambiate nottetempo, per ricreare ogni giorno una galleria diversa. Le opere vendute – tra cui il nostro preferito: uno dei quadri della serie New York di Martin Köster, l’esploratore urbano che immortala le città quando cala il buio – vengono contrassegnate con un bollino rosso. I prezzi partono da poche centinaia di dollari per i manufatti degli artisti emergenti e arrivano a decine di migliaia di dollari per gli autori più affermati. Per alcuni pezzi è richiesta una trattativa privata.
L’intera nave è disseminata di sculture dell’artista svizzero-egiziano Yves Dana, di stampe della designer maiorchina Nena Woreth e di opere del pittore astratto franco-cinese Chu Teh-Chun. Si tratta di una scelta che, oltre a impreziosire gli ambienti, segue una strategia più ampia: far assomigliare Explora I a uno yacht di lusso personale. E farla percepire – questo è ormai diventato un motto comune a molte compagnie, non solo di lusso – come una casa lontano da casa.
Il format Explora e il futuro delle crociere di lusso
Explora I è, dicevamo, la prima di sei navi sorelle che entro il 2028 navigheranno in giro per il mondo. Explora II è già operativa, Explora III arriverà l’anno prossimo, gli altri esemplari saranno calati in acqua entro tre anni. Sei navi su un mercato di nicchia come quello delle crociere di lusso possono diventare un vero e proprio elefante nella stanza, ponendo gli operatori storici di fronte a una scelta: investire molti soldi per tenere il passo oppure rischiare di perdere forza. Anche perché molte compagnie – tra cui MSC, la casa madre di Explora Journeys – stanno ampliando i propri Club, gli spazi a bordo delle grandi navi riservati ai viaggiatori più alto-spendenti. Queste enclavi sono in grado di rosicchiare alle compagnie di lusso quei passeggeri che hanno sì budget superiori alla media ma che sono al limite tra i due format: queste persone potrebbero – in parte sta già accadendo – decidere di viaggiare in una zona premium a bordo di una nave da 4-5mila passeggeri piuttosto che su una nave boutique.
La scelta di Jannik Sinner come Global Brand Ambassador si Explora Journeys strizza l’occhio a un pubblico giovane (e danaroso), un target a cui tutte le compagnie da crociera puntano da anni, senza troppo successo. Anche la volontà di collaborare con lifestyle influencer top-tier e l’approdo in porti popolati dal jet set internazionale, tra cui Monaco durante il Gran Premio di F1, naviga in questa direzione. L’obiettivo più ambizioso resta però quello di intaccare lo zoccolo duro dei crocieristi storici – i cosiddetti repeaters – che viaggiano su questa categoria di navi da prima che Explora Journeys entrasse sul mercato. Si tratta di una missione non facile, perché coinvolge un target di persone – perlopiù turisti americani over 60 – molto fedeli ai brand con cui si identificano da sempre e poco ricettive alle campagne social.
Il design e le esperienze sono l’altro cavallo di Troia con cui Explora Journeys punta a addentrarsi a fondo nel mercato. Di «classico» a bordo di Explora I c’è solo la distribuzione degli spazi che segue regole consolidate per tutte le compagnie – di lusso e non – ovvero dislocazione di negozi e ristoranti sui ponti centrali; cabine su quelli superiori; piscine, buffet e altre attrazioni sui ponti più alti.
Per il resto: non esiste una reception comune, ma ogni ospite viene accolto a sedere in postazioni singole, quasi da «contrattazione privata». La lobby al ponte 4, il cuore della nave, è dominata da una moderna parete retroilluminata sotto cui trova spazio un elegante bar all’italiana in cui si servono espressi Illy e spiriti su poltrone di pelle e velluto. Al posto delle solite degustazioni di vino, al ponte 11, nel Malt Whisky Bar, è possibile optare per un tasting di whisky francesi (Fontagard), giapponesi (The Yamazaki) e scozzesi (The Macallan, Johnnie Walker Blue Label e Glenmorangie), accompagnato da cioccolata artigianale. Tutti questi format verranno replicati sui nuovi esemplari e altri ne verranno introdotti, contribuendo a movimentare non poco le acque placide su cui ha sempre navigato il turismo crocieristico di alta fascia.
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