Ex sito Montedison di Crotone, c’è amianto da smaltire: riparte l’iter per la bonifica dell’area archeologica
Riparte l’iter per la bonifica dell’area archeologica adiacente al sito industriale dismesso ex Montedison di Crotone. Il Comune, il soggetto attuatore degli interventi di risanamento ambientale della zona che fa parte del Sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara, ha affidato all’esperta qualificata di radioprotezione Antonella Nicolino il compito di rivedere e aggiornare il Documento di valutazione dei rischi radiologici per la prosecuzione dei lavori di rimozione e smaltimento del terreno contaminato da amianto e Tenorm che si estende per 79 ettari in località Morelli-Case Galluccio.
Le opere, com’è noto, versano in una fase di stallo dopo che ad ottobre 2021 un’interdittiva antimafia colpì una delle società vincitrici dell’appalto. Così lo scorso 26 gennaio il Municipio aveva fatto il punto sul procedimento: «La bonifica dell’area ex archeologica – riporta la nota di allora – ha subito nel corso della sua realizzazione, una lunga e complessa sequela di eventi sfavorevoli che ne hanno fortemente condizionato l’andamento, poi bruscamente interrotto con l’informativa antimafia emessa dalla Prefettura di Napoli nei confronti della capogruppo dell’associazione temporanea di imprese appaltatrice».
E ancora: «Attualmente – si legge nella documentazione elaborata dall’ente – nel sito non esiste alcun impianto di fitorimediazione per come previsto da progetto», e gli accertamenti «sulle matrici ambientali condotte nel corso dei lavori non mostrano significative differenze dello stato attuale con la situazione ante-lavori». Ma non solo. Perché sull’area archeologica da mettere in sicurezza grava anche il nodo del mancato collaudo degli interventi che vennero eseguiti in passato.
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