Ex lobbista che aveva fatto causa a Von der Leyen per il Pfizergate denuncia: “Mi hanno chiuso tutti i conti”
L’ex lobbista Frédéric Baldan il 5 aprile 2023 aveva presentato una denuncia nei confronti della presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen, chiedendone l’allontanamento dall’incarico e un risarcimento di 100.000 euro perchè la condotta di Von der leyen gli aveva causato una “perdita di fiducia nelle istituzioni europee”. Il caso era quello dello Pfizergate. Oggi, Baldan con una comunicazione tramite i suoi profili social, fa sapere che le banche ING e Nagelmackers a Namur, in Belgio, hanno deciso di chiudere i suoi conti. “Una coincidenza o una intimidazione?”, scrive nel sommario Berliner Zeitung.
Necessario un passo indietro e ricordare cosa è lo Pfizergate, una inchiesta che nasce dallo scambio di messaggi segreti tra Von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla, che avrebbero portato all’accordo per la fornitura di dosi di vaccino anti covid per un valore di circa 35 miliardi di euro. Nel luglio scorso, la mozione di sfiducia nei confronti della presidente è stata respinta dal Parlamento Ue. La vicenda è stata sostenuta dai cori dell’estrema destra, tuttavia, una mancanza di trasparenza nelle comunicazioni ha portato il New York Times a fare causa alla Commissione europea nel febbraio 2023, e a maggio 2025 un tribunale ha dato ragione al quotidiano americano, stabilendo che la Commissione Ue avrebbe dovuto divulgare il contenuto dei messaggi tra Von der Leyen e la Pfizer, oppure dare una spiegazione completa ed esaustiva sul perchè non lo aveva fatto.
E si torna alla figura di Baldan, ex lobbista di 35 anni specializzato nelle relazioni commerciali tra Unione europea e Cina, che il 5 aprile 2023 presenta un ricorso e una richiesta di misure provvisorie al Tribunale dell’Unione europea contro la Commissione europea e la sua presidente Ursula von der Leyen. Baldan chiede di sapere se “l’Unione europea sia incorsa in responsabilità extracontrattuale” nei suoi confronti, e se sia responsabile per i danni morali subiti a causa della “condotta” della Commissione europea e del suo presidente. La “condotta” si riferisce al rifiuto di trasmettere i messaggi scambiati con l’amministratore delegato di Pfizer e al conseguente contratto miliardario. Per Baldan si tratta di un comportamento che “costituisce un attentato alla moralità pubblica, alla legittima fiducia dei cittadini europei, alla buona amministrazione e alla trasparenza”. Di conseguenza, il lobbista chiese 100.000 euro “a titolo di risarcimento del danno morale che gli è stato causato”.
Veniamo al presente. Come riportato da Berliner Zeitung, Baldan sostiene che la chiusura non riguarda solo il conto corrente personale, ma anche quelli della sua società di consulenza, quelli della sua famiglia e il conto di risparmio del figlio di cinque anni. Lui non fa mistero della sua idea: considera la chiusura dei suoi conti bancari una forma di “vendetta” per le sue attività. Tra l’altro, la chiusura riguarderebbe anche i conti della Rights and Freedom Press, la casa editrice che detiene i diritti del suo libro “Ursula Gates”, nel quale esamina l’influenza dei gruppi di pressione sulla Commissione Europea. Al momento è difficile stabilire quale sia la verità: la stessa testata tedesca che ha ricostruito la vicenda scrive che “non è chiaro se vi sia un collegamento diretto tra le attività politiche di Baldan e la decisione delle banche”. Da quest’ultime non sono ancora arrivati commenti alle accuse dell’ex lobbista.
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