Liguria

Ex ilva, sciopero e blocchi a Cornigliano

Genova. Sono cominciate con un’assemblea alle 8 davanti alla portineria e stanno proseguendo con un corteo che alle 8:50 è entrato sulla Guido Rossa e si è fermato all’altezza della stazione di Cornigliano, le 24 le ore di sciopero a Genova per i lavoratori dell’ex Ilva. Alle 9:10 la polizia locale comunica: via Cornigliano chiusa al transito in entrambe le direzioni – piazza Savio chiusa al transito – strada Guido Rossa direzione levante e ponente chiusa al transito.

I lavoratori sembrano voler stazionare parecchio in quell’area, visto che alle 9:15 hanno iniziato a montare un gazebo.

Le motivazioni dello sciopero ex Ilva

Dopo l’incontro di ieri tra sindacati e governo, il futuro degli stabilimenti sembra sempre di più la chiusura. A Cornigliano il delegato rsu Fiom Armando Palombo spiega: “Con la conferma dell’annuncio di ieri del governo, che si produce poco a Taranto e che quel poco che si produce si vende subito a Taranto per fare cassa, gli stabilimenti del Nord, Genova in primis, non avranno più prodotto e quindi chiudono. Vuol dire che a Genova si perdono mille posti di lavoro e chiediamo agli enti locali, al Comune, alla Regione di sospendere ogni attività come segno di solidarietà e di cominciare a trovare soluzioni serie a mille posti di lavoro. Quindi non è più il problema del cassa integrato in più o cassa integrato in meno, qua stanno chiudendo la siderurgia in Italia”.
Oggi l’annuncio di 24 ore di sciopero per l’ex Ilva e dichiarata l’occupazione della fabbrica: “Con i nostri mezzi andremo per Cornigliano e aspetteremo lì, qualcosa succederà”, dice Palombo.

Tra alternative e richieste di solidarietà concreta

Ci si chiede a questo punto se sia possibile una vendita spacchettata rispetto a quello che era il piano iniziale di tenere tutta l’acciaieria insieme che quindi possa salvare lo stabilimento genovese. “Quello che so è che a Genova e a Novi basta che arrivano dei rotoli e noi li lavoriamo. C’è il mercato, c’è la professionalità, perché qua stiamo tenendo in piedi gli impianti grazie ai lavoratori: vale per il ciclo latta, per il ciclo zincato, quindi i lavoratori stanno tenendo in piedi questa fabbrica. Se arrivano i rotoli noi lavoriamo, poi da dove arrivano non ha importanza, a noi ci serve che arrivi il rotolo. Taranto va verso la chiusura, perché con l’annuncio della chiusura delle cokerie andiamo verso una chiusura annunciata, un milione di tonnellate è pochissimo, se se lo vendono come hanno annunciato subito senza portare al Nord il lavoro, il Nord chiude e noi non staremo zitti”.

Palombo si appella agli enti locali, Comune e Regione: “Non chiediamo una solidarietà con comunicati, ma che sospendano le sedute e che si facciano vedere e che comincino a pensare che Genova perde mille posti di lavoro, quindi a chi annunciava piani fantasmagorici, oggi sul piatto c’è non un cassaintegrato in più, ma mille posti di lavoro che si perdono a Genova e le risposte nostre saranno conseguenti a questo”.

Nicola Appice della Fim Cisl aggiunge: “Abbiamo deciso di mobilitarci, siamo partiti con Genova, Novi, ma sicuramente la situazione è talmente grave che bisogna alzare il tiro. Di soluzioni ce ne possono essere tante, bisogna avere la volontà di trovarle“.

Christian Venzano segretario generale Fim Cisl Liguria, dichiara: “Così i lavoratori pagheranno il prezzo degli errori del governo: un piano inaccettabile che mette a rischio lo stabilimento di Genova” e l’intero gruppo siderurgico più grande d’Europa. La preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento Ex Ilva di Genova è nella risposta straordinaria a questo sciopero di 24 ore con centinaia di persone che hanno deciso di scendere in piazza. La proposta del governo è inaccettabile, cosi si fanno pagare ai lavoratori gli errori che sono stati fatti con una gestione superficiale quando l’obiettivo doveva essere il rilancio della siderurgia in Italia. L’unica certezza è una cassa integrazione che continua ad aumentare con un nuovo programma del governo che prevede lo spegnimento degli impianti , senza alcun orizzonte, senza alcun tipo di soluzione che garantisca una continuità produttiva anche a Genova dove c’è oltre un migliaio di posti di lavoro a rischio se non ci sarà finalmente una svolta altrimenti lo stabilimento di Cornigliano rischierà di esaurire gradualmente la sua capacità produttiva”.

Le reazioni

“Sono estremamente preoccupata per lo stallo totale che si sta verificando sulla vertenza ex Ilva, con un migliaio di lavoratori e di famiglie genovesi che rischiano seriamente di perdere salario e impiego e una città e un Paese che rischiano di perdere uno dei principali asset di sviluppo economico e industriale − dice la sindaca Silvia Salis − il governo ha fallito troppe volte nella ricerca di una soluzione efficace per il futuro dell’azienda, dei lavoratori e dell’industria di questa città e di questo Paese. Il momento delle risposte è già arrivato da tempo e non è più procrastinabile. I lavoratori avevano giustamente chiesto a questa amministrazione una posizione decisa che salvaguardasse il loro impiego, lo stabilimento e uno sviluppo industriale sostenibile. Questa amministrazione, fin dai primi giorni del suo insediamento, non si è tirata indietro e ha assunto una posizione decisa, non senza criticità dal punto di vista politico, ma pensando al futuro con un atto di estrema responsabilità nei confronti dei lavoratori e dello sviluppo industriale ed economico della città. Ma gli annunci del governo sono stati ancora una volta disattesi: ora è il tempo delle risposte». Salis conclude ribadendo «Totale vicinanza ai lavoratori e di Genova e di tutti gli stabilimenti. Siamo pronti a richiamare nuovamente il governo alle sue responsabilità in tutte le sedi istituzionali e politiche. Infine, da sindaca non posso non appellarmi ai lavoratori affinché le comprensibili azioni di protesta restino nell’alveo del rispetto del resto della cittadinanza”.




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