Ex Ilva, Salis: “Serve equilibrio, da noi una posizione dopo le risposte sul piano di decarbonizzazione”
Genova. “Non so se mi prenderà tutti i cinque minuti a disposizione perché rispetto alla settimana scorsa non è cambiato nulla”, così la sindaca di Genova Silvia Salis ha esordito nel suo intervento sul piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva – con la prospettiva della costruzione di 4 forni elettrici di cui a Cornigliano – tornato al centro del consiglio comunale di Genova con un articolo 55 presentato dalla maggioranza.
La scorsa settimana ad animare in consiglio comunale era stato sempre un articolo 55 ma presentato dall’opposizione. Che oggi, per insistere sul tema, ha anche illustrato un ordine del giorno, poi respinto dal voto dell’aula,
La sindaca Silvia Salis, nel suo intervento – durato alla fine più dei 5 minuti previsti – ha di fatto ribadito l’importanza dell’appuntamento che il ministro dell’Impresa e del Made in Italy Adolfo Urso avrà il 4 settembre a Genova con le istituzioni locali e le parti sociali.
“Come sindaca farò delle domande e vorrò delle risposte per questa città, risposte tecniche, scientifiche e a livello di ricadute occupazionali, dopodiché tireremo una riga – le parole di Salis – valuteremo con coscienza quella che sarà la decisione più giusta per la città, senza dire sì all’industria a ogni costo ma neppure no come partito preso. Ma non aspettatevi da me posizioni adesso a prescindere da quello che sarà il piano industriale, l’investimento, il player industriale e la ricaduta ambientale”.
Un intervento, quello di Salis, definito “pragmatico” e “di buon senso” dall’opposizione, con – ad esempio – il capogruppo di Vince Genova Pietro Piciocchi e quello del Misto Sergio Gambino che in un inevitabile gioco delle parti hanno voluto sottolineare come la posizione della sindaca fosse più “equilibrata” rispetto al resto del centrosinistra che, invece, ha votato contro l’ordine del giorno presentato.
Il documento, illustrato dalla capogruppo di Fdi Alessandra Bianchi, impegnava la sindaca e la giunta a farsi parte garante delle associazioni di categoria, dei rappresentanti del territorio e delle “Donne di Cornigliano”, tutti soggetti, di base, contrari all’installazione del forno elettrico.
Non a caso, proprio mentre l’opposizione presentava il proprio ordine del giorno in aula rossa il “Comitato No Forno Elettrico Genova” diramava una nuova nota in cui si ribadiva la contrarietà all’ipotesi del ritorno della fusione a caldo a Cornigliano e in cui attaccava: “Il confronto si sta svolgendo senza alcuna trasparenza verso i cittadini e i comitati che da anni si battono per la salute e la riconversione dell’area”.
“Chiediamo al consiglio comunale di Genova di assumere una posizione netta contro la reintroduzione della produzione a caldo e, in particolare, contro l’ipotesi di installazione di un forno elettrico ad arco in palese violazione dell’accordo di programma del 2005, il quartiere di Cornigliano ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali e sanitari. Non può accettare un ritorno al passato sotto mentite spoglie”.
Tra gli interventi in aula, nell’ambito del articolo 55, da segnalare quello di Francesca Ghio, capogruppo di Avs, indubbiamente una delle forze della maggioranza potenzialmente più critiche all’ipotesi del forno elettrico nelle aree ex Ilva: “Oggi non disponiamo né di un piano industriale, né di un piano siderurgico nazionale e non ci sentiamo di esprimere un parere ma ribadiamo che non si può tornare indietro a tutti i costi, siamo da sempre favorevoli alla decarbonizzazione ma non pensiamo che sostituire un combustibile fossile con un altro sia la soluzione verso una transizione ecologica seria e non retorica, oggi l’acciaio green non esiste”.
Al termine della discussione la minoranza interviene con una nota dura: “Silvia Salis prima sconfessa la maggioranza aprendo ad una condivisione e partecipazione della cittadinanza sul futuro dell’area dell’ex Ilva poi però, fa retromarcia per provare a ‘tapullare’ una situazione che ha evidentemente messo in difficoltà il sedicente campo largo. Il voto contrario, suo e della maggioranza, all’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandra Bianchi, con cui si chiedeva alla giunta di impegnarsi a farsi parte attiva di un percorso condiviso e partecipato dimostra, ancora una volta, quanto siano distanti le promesse elettorali di Salis & C dalla realtà dei fatti”.
“Oggi, il campo largo appare per quello che è: un’accozzaglia divisa su tutto, ma unita nel potere, priva di un progetto per Genova, ma interessata alle poltrone, dispensatrice di retorica e populismo ma priva di una visione del bene della città”, concludono dall’opposizione.