Economia

Ex Ilva, ore decisive. I commissari illustrano a Urso le offerte di acquisto

Per l’ex Ilva si avvicina il momento della verità. I commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, Giancarlo Quaranta, Davide Tabarelli e Giovanni Fiori hanno illustrato al ministro delle Imprese, Adolfo Urso, le valutazioni sulle tre offerte di acquisto del complesso siderurgico. Nel corso dell’incontro i tre professionisti cui il governo ha affidato il delicato dossier hanno messo in evidenza i punti di forza e quelli meno convincenti delle singole proposte. Sul contenuto della discussione e sulle possibili determinazioni c’è uno stretto riserbo, imposto dallo stesso ministro, vista anche la necessità di approfondire ulteriori aspetti. Urso si è riservato di illustrare i contenuti del dossier nel consiglio dei ministri convocato per venerdì. Nelle prossime ore riferirà alla presidente Giorgia Meloni. Nel frattempo il lavoro dei commissari proseguirà. Il ministro vuole che la decisione sul nuovo corso dell’acciaieria sia collegiale. Sempre venerdì, al ministero del Lavoro, ci sarà un nuovo confronto con i sindacati sulla richiesta di cassa integrazione.

I tre contendenti

La scelta, com’è noto, sarà fra gli azeri di Baku Steel, sostenuta dal fondo statale Azerbajian investment company, gli indiani di Jindal Steel International e gli statunitensi di Bedrock industries. I primi due player hanno migliorato l’offerta iniziale, mentre gli americani non hanno rilanciato. Stando alle indiscrezioni, gli azeri avrebbero presentato una proposta di acquisto superiore al miliardo e un piano di investimenti che, insieme con riconversione ecologica degli stabilimenti, prevede l’assorbimento di 7.800 dei 9.773 lavoratori in organico. Il piano industriale prevede anche la realizzazione di un rigassificatore galleggiante nel porto di Taranto. L’offerta degli indiani sarebbe leggermente inferiore sia sul piano dell’offerta economica sia sul versante occupazionale, ma non possono escludersi ulteriori rilanci.

Il ruolo di Invitalia

Nelle ultime ore ha ripreso quota la possibilità di una partecipazione pubblica nel capitale della nuova società, inizialmente esclusa dal governo. Le strade riportano a Invitalia, la cui esperienza al fianco di ArcelorMittal è stata tutt’altro che esaltante. Anche su questo versante non ci sono conferme. È chiaro, però, che la presenza dello Stato può rappresentare un valore soltanto in un contesto in cui sono chiare le condizioni, i ruoli e le responsabilità gestionali e finanziarie. Al momento non sembrano percorribili ipotesi diverse che potrebbero in qualche modo rappresentare una riproposizione dell’esperienza negativa del recente passato, con un rapporto sbilanciato in favore del socio privato.


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