Liguria

Ex Ilva, il ministro Urso a Genova incontrerà anche i comitati: il programma della visita


Genova. Si svolgerà tutta in prefettura la visita del ministro delle Imprese Adolfo Urso a Genova, in programma martedì 2 settembre, con due giorni di anticipo rispetto al primo annuncio. Nel menu – termine appropriato, perché gli appuntamenti si svolgeranno a cavallo dell’ora di pranzo – c’è un solo piatto: il futuro dell’ex Ilva di Cornigliano, con l’ipotesi di realizzazione di un forno elettrico per tornare alla produzione a caldo e rendere lo stabilimento completamente autonomo rispetto alle sorti di Taranto.

Urso arriverà alle 10.35 all’aeroporto Colombo e sarà accolto poco dopo dalla prefetta Cinzia Torraco, dal presidente della Regione Marco Bucci e dalla sindaca di Genova Silvia Salis. Nel corso della tarda mattinata sono previsti tre incontri distinti nella sala del Consiglio metropolitano con attori coinvolti a vario titolo nella vicenda ex Ilva.

Il primo appuntamento, di carattere istituzionale, sarà alle 11.30 e vedrà seduti intorno al tavolo non solo Bucci e Salis – che per primi avevano chiesto un incontro sul tema e rimarranno presenti durante l’intera mattinata di incontri – ma anche assessori regionali e comunali, i capigruppo del Consiglio regionale e comunale, parlamentari ed europarlamentari liguri.

Alle 12.15 toccherà ai sindacati (Cgil, Cisl e Uil con le rispettive sigle dei metalmeccanici Fiom, Fim e Uilm) e alle categorie economiche. Tutte realtà generalmente favorevoli al forno elettrico, in particolare la Fiom che a luglio aveva invitato in un convegno dedicato Antonello Mordeglia, uno dei principali costruttori italiani di impianti con questa tecnologia.

L’ultimo confronto, probabilmente quello più atteso, sarà quello coi comitati. E la composizione di questo tavolo potrebbe essere piuttosto eterogenea. Patrizia Avagnina, una delle prime voci ad alzarsi contro il forno elettrico dopo anni di battaglie per far chiudere l’area a caldo di Cornigliano, aveva chiesto espressamente che Urso incontrasse anche “rappresentanti non istituzionali di cittadini e associazioni di Cornigliano“.

Invece il comitato No Forno Elettrico presieduto da Daniela Malini ha chiuso le porte, almeno in questa fase: “Siamo convinti che un reale coinvolgimento dei cittadini non possa ridursi a un incontro anticipato e privo delle informazioni fondamentali. Un confronto oggi, senza dati tecnici e senza un quadro conoscitivo adeguato, avrebbe infatti il solo effetto di creare l’illusione di una partecipazione, senza consentire decisioni realmente consapevoli. Non credete che, senza informazioni complete, parlare di partecipazione sia solo un artificio retorico? Il nostro obiettivo non è sottrarci al dialogo, ma pretendere che il dialogo avvenga su basi serie e trasparenti, nell’interesse della salute e del futuro di Genova”.

D’altra parte tra chi ha confermato la partecipazione c’è pure un comitato a favore del forno elettrico, “per il lavoro e per un sano sviluppo di Cornigliano”. Tra i promotori, che si dichiarano “un gruppo di abitanti” della delegazione, ci sono anche persone vicine alla Fiom.

Al termine degli incontri, ciascuno della durata di tre quarti d’ora, è previsto un punto stampa alle 14.00. Poi, alle 14.30 Urso tornerà in aeroporto.

L’ipotesi di un forno elettrico da 2 milioni di tonnellate all’anno per Genova è contemplata nel piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto per raggiungere la produzione annua di 8 milioni di tonnellate e consentire a ciascuno dei due compendi aziendali (Nord e Sud) di avere linee di produzione indipendenti. Il nuovo impianto verrebbe costruito al posto dell’ex centrale termoelettrica su circa 70mila metri quadrati con ricadute occupazionali stimate in 700 lavoratori.

Intanto sul tavolo del ministro Urso sono arrivate sei offerte per l’acquisizione dell’ex Ilva. Tra queste c’è anche quella di Marcegaglia che sarebbe interessata in particolare agli stabilimenti del Nord. Il divorzio societario da Taranto spianerebbe la strada al forno elettrico e in generale al ritorno delle lavorazioni a caldo. La definizione di questa fase si avrà però solo dopo il 15 settembre, quando terminerà la manifestazione di interesse.

 




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