Economia

Ex Ilva, il corteo di tutti i metalmeccanici partito a Genova, Salis: “Doveroso essere qua”

È il giorno dello sciopero generale dei metalmeccanici, la mossa tentata dai sindacati (quasi) uniti per alzare il tiro della protesta e chiedere la retromarcia al governo sul piano di ridimensionamento dell’ex Ilva.

Mentre a Taranto questa mattina sono stati tolti i blocchi e lo sciopero è sospeso, a Genova, al quarto giorno di stato di agitazione, i lavoratori dello stabilimento di Cornigliano sono già in corteo in direzione del centro città, dove porteranno gli striscioni e quattro mezzi di fabbrica fin sotto la Prefettura, blindata dai mezzi della polizia fin dalle otto del mattino.

“Genova lotta per l’industria”, si legge sullo striscione in testa al fiume di tute blu. Con loro, a centinaia, gli operai di tutte le altre fabbriche del ponente genovese, da Fincantieri a Ansaldo, ma anche la sindaca Silvia Salis e Michele De Palma, segretario generale Fiom. «Così come stiamo, al momento non c’è lavoro. E quindi scioperiamo e manifestiamo».

Per la stessa Salis «essere qui è doveroso e indispensabile, ci sono sempre stata e ci sarò sempre, non è una novità e non cambierà. nel tempo. Domani andiamo a Roma a chiedere non solo le 45.000 tonnellate che ci hanno promesso per arrivare fino a fine febbraio, ma soprattutto chiederemo che questa vertenza passi a un tavolo superiore».

«Perché non abbiamo avuto le risposte di cui avevamo bisogno, c’è bisogno di risposte, soprattutto sul futuro. Lo Stato deve entrare in questa gara affinché, se dovesse andare deserta, ci sia una continuità produttiva che permetta di far rimanere attrattivi questi stabilimenti e che non diventi poi una guerra tra poli del Nord e di Taranto».

Salis in corteo con i lavoratori ex Ilva a Genova: “A rischio un altro pezzo d’industria”



Anche perché, dice ?la sindaca, «le risposte date ieri da Urso non sono state quelle che ci aspettavamo. Non sono risposte definitive, sono risposte momentanee e noi invece abbiamo bisogno di sapere cosa succede in caso la gara andasse deserta da parte dei privati».

Per quanto riguarda il traffico, già interrotta la viabilità in buona parte del percorso previsto per il corteo, che da Cornigliano passerà poi per piazza Montano, via Cantore, via Buozzi, via Gramsci, la Nunziata e quindi Portello e Corvetto. La pollizia sta chiudendo le strade al passaggio del corteo, che all’arrivo in zona Matitone è stato accolto dalle fiaccole dei lavoratori del Calp in segno di solidarietà.

“Non ci faremo derubare della nostra industria a Genova e della siderurgia in Italia da un governo vile e incapace di trovare vere soluzioni che scongiurino la chiusura dello stabilimento di Cornigliano”, si spiega dal fronte sindacale, dal quale si è sfilata ieri Uilm.

Se del resto ancora ieri alla Camera il ministro Adolfo Urso ha smentito l’esistenza “di alcun piano di chiusura di Cornigliano, è esattamente il contrario” – la risposta data alle interrogazioni parlamentari presentate dai deputati liguri Luca Pastorino (Pd), Ilaria Cavo (Noi Moderati) e Valentina Ghio (Pd) – la sostanziale incertezza sul futuro sospeso dell’intero gruppo rimane.

E dice che, almeno su Genova, i punti interrogativi ci sono sia sul nodo delle 200mila tonnellate di zincato che permetterebbero di dare ossigeno allo stabilimento almeno fino a marzo, che ad oggi nessuno riesce a garantire. Sia sui 15 milioni necessari per riavviare il lavoro da subito, sospesi per il rischio di contestazioni in Europa sugli aiuti di Stato.

Sia sul destino della linea di zincatura, legato alla ripartenza del secondo altoforno di Taranto. Il tutto, a prescindere dall’arrivo di un futuro, tutto eventuale investitore privato capace di puntare su Genova.


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